Pensieri e riflessioni dalle pagine del Vangelo di domenica 23 gennaio
di Mons. Giuseppe Fiorillo
Carissime/i,
oggi la liturgia della terza domenica del tempo ordinario ci propone un collage di due testi: il prologo, cioè, l’incipit del vangelo di Luca (Lc 1,1-4) e la predicazione di Gesù nella Sinagoga di Nazareth (Lc 4,14-21)
Prologo:
“Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teofilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto“
Luca non ha conosciuto di persona Gesù, lo conoscerà attraverso l’apostolo Paolo, il quale dopo averlo catechizzato e battezzato, lo sceglie come compagno di viaggio e di predicazione alle genti.
Al tempo di Luca circolavano tanti scritti tra i primi cristiani ad opera di coloro che avevano conosciuto Gesù e, lui si propone, quindi, di organizzare il tutto con senso critico per rendere un servizio a Teofilo (amante di Dio). E Teofilo sono io, sei tu, siamo noi che non dobbiamo accontentarci delle quattro notizie apprese al catechismo della prima comunione.
Dobbiamo andare oltre per dare ragione agli altri della nostra fede, soprattutto oggi, tempo di globalizzazione e di apertura a tutte le conoscenze ed a tutte le fedi. Necessita, quindi, una fede matura!
“Quando ero bambino parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino, credevo da bambino. Ma, ora, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato” (Prima Corinzi 13,11).
Domandiamoci: siamo riusciti a realizzare, nel nostro percorso spirituale, l’operazione proposta da Paolo?
Predicazione di Gesù nella Sinagoga di Nazareth.
Gesù, dopo un tempo di assenza, ritorna al suo villaggio e, secondo il suo solito, di sabato partecipa alla liturgia sinagogale: ascolta un brano della Torah, in coro canta alcuni salmi, poi tocca lui, ospite, leggere e commentare la seconda lettura.
Ricevuto il rotolo del profeta Isaia lo apre e legge il testo messianico:
“Lo spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annunzio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore” (Isaia 61,1-2)
Qui Gesù interrompe la lettura di Isaia .Chiude il rotolo e lo consegna all’inserviente; si siede e proclama la più breve ed autorevole omelia di tutti i tempi: “oggi in me si è compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato“.
Gesù chiude il libro ed apre il libro della misericordia di Dio, del Dio della vita, che rompe i sigilli dei prigionieri, che porta allegria ai poveri, luce ai ciechi, gambe agli zoppi.
Gesù chiude il libro interrompendo la lettura di Isaia, perché Isaia prosegue con “l’annuncio di un giorno di vendetta per il nostro Dio“.
Il Dio di Gesù non è il dio degli eserciti, ma il dio dell’anno giubilare, nel quale i debiti vengono condonati, la giustizia siede al suo posto, i troni dei potenti abbassati, gli umili esaltati.
Oggi a noi questo Dio necessita; oggi questo Dio vogliamo invocare con forza:
“Vieni Signore!
Vieni di notte/,ma nel nostro cuore è sempre notte/: e, dunque, vieni sempre, Signore.
Vieni a liberarci/,noi siamo sempre più schiavi/: e, dunque, vieni sempre, Signore.” (Maria Davide Turoldo)
Buona domenica.
Don Giuseppe Fiorillo