È la conseguenza di un’operazione del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Crotone sotto il coordinamento della DDA di Catanzaro
I militari della Guardia di Finanza del Nucleo Speciale Polizia Valutaria e del Comando Provinciale di Crotone, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, hanno dato esecuzione ad un decreto di applicazione della misura dell’Amministrazione giudiziaria dei beni connessi ad attività economiche e delle aziende, nei confronti di uno dei maggiori istituti di credito operante sul territorio calabrese, la BCC del Crotonese.
Si tratta di un provvedimento di natura cautelare, nell’ambito del cosiddetto “Codice Antimafia”, dal Tribunale di Catanzaro, sulla base delle indagini svolte dalle Fiamme Gialle.
In particolare, attraverso le investigazioni è stato ricostruito come la banca sarebbe stata lo strumento grazie al quale esponenti di spicco della ‘ndrangheta, anche indirettamente, avrebbero avuto libero accesso all’utilizzo del sistema bancario; beneficiato di forme di agevolazione che la banca riconosce ai propri soci (quali ad esempio
apertura di conti corrente, erogazione di credito, investimento di capitali); partecipato alla vita sociale attraverso
l’espressione del consenso sulla elezione degli organi sociali; eluso le stringenti maglie della normativa
antiriciclaggio, agevolati dalle modalità di gestione, a tutti i livelli, dell’istituto di credito (ad esempio attraverso
l’assegnazione alla clientela di un basso livello di rischio di riciclaggio, la compilazione lacunosa di questionari
di adeguata verifica nei confronti dei clienti e l’omessa segnalazione di operazioni sospette nonostante ne
ricorressero i presupposti).
Negli ambienti investigativi si sottolinea come il contenuto e lo scopo della misura, particolarmente rilevante in quanto eseguita nei confronti di un Istituto di credito con una significativa estensione in termini di raccolta ed impieghi, sia anzitutto quello di tutelare la clientela “sana” della banca, realizzando un programma di sostegno e risanamento dell’attività di impresa, finalizzato a rimuovere le situazioni esponenziali dell’infiltrazione della criminalità organizzata e degli altri soggetti pericolosi nell’azienda.