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Il Soft Power Cinese, analisi strategica sulla presenza della Cina in Africa

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Pubblicata la tesi di Anna Maria Figliuzzi neolaureata presso l’Istituto Italiano di Criminologia

di Pasquale La Gamba

Proprio in questi giorni della guerra Ucraina ci rendiamo conto di quanto siano importanti i grandi protagonisti della geopolitica mondiale.

Certamente uno di questi attori è la Cina che da decenni sta espandendo la propria egemonia influenzando gli assetti internazionali attraverso una graduale penetrazione economica, politica e sociale soprattutto nei paesi in via di sviluppo.

La pubblicazione della tesi di Anna Maria Figliuzzi è uno studio approfondito degli interessi del “Dragone rosso” in tutte le attività economiche occidentali che fruttano annualmente miliardi di yuan che confluiscono nelle casse del partito comunista cinese.

La tesi pubblicata nella sessione di laurea, dello scorso dicembre, dell’Istituto Italiano di Criminologia di Vibo Valentia, relatore e correlatore prof. Marco Cagnazzo e prof. Saverio Fortunato, è un’accurata analisi con il ricorso a “fonti aperte”, dove viene esaminata la presenza della Cina nel continente africano e la sua influenza su ogni singolo Stato con cui intrattiene rapporti economici e diplomatici.

La pubblicazione tratta il consolidato modus operandi con cui la Cina opera all’estero e analizza come, sin dal 1978, si è imposta sullo scacchiere internazionale come una potenza economica in rapida ascesa. Esaminando i rapporti diplomatici intrattenuti dalla Cina con gli stati africani sino a giungere al consolidamento di suddetti rapporti mediante l’istituzione del Forum on China-Africa Cooperation (FOCAC). Operazioni diplomatiche e commerciali che permettono al grande Paese asiatico di godere delle risorse naturali presenti nel continente africano soprattutto quelle energetiche. Sino a giungere ad una disamina dell’influenza sociale e culturale cinese sulla popolazione africana, che sta lentamente mutando i consolidati assetti che hanno caratterizzato il continente nero. Le migliorie infrastrutturali, gli aiuti umanitari, la nascita di imprese cinesi che offrono lavoro e nuove opportunità alla popolazione locale stanno, tuttavia, creando disuguaglianze e disparità fra le popolazioni locali, soggette ad una nuova colonizzazione celata dal cosiddetto soft power.

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