<p><em>Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 21 agosto</em></p>



<p>di Mons. Giuseppe Fiorillo</p>



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<p>Carissime/i,<br>con questa pagina del Vangelo di Luca (Lc 13,22-30) siamo in cammino con Gesù verso Gerusalemme, la città che &#8220;uccide i profeti&#8221; e, fra qualche giorno, ucciderà anche Lui &#8220;con la morte di Croce&#8221; (San Paolo).</p>



<p>&#8220;Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli disse: Signore sono pochi quelli che si salvano? Disse loro: sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno&#8221; (Lc 13,22-24).</p>



<p>Le città, nell&#8217;antichità, erano protette da alte mura con una porta carraia, attraverso la quale entravano comodamente carri, carrozze, vettovaglie.<br>Al calar del sole la grande porta si chiudeva.<br>Restava aperta, per qualche emergenza, una piccola e stretta porta, attraverso la quale, si entrava, uno alla volta, senza pesi ingombranti.<br>Gesù, nell&#8217;insegnamento, parte sempre da realtà concrete, tangibili, per far sì che il messaggio resti impresso nelle menti degli uditori.<br>Oggi, attraverso l&#8217;immagine della porta stretta, Gesù ci dice che ,nella vita, l&#8217;importante è &#8220;essere&#8221; e non tanto &#8220;avere&#8221;: proclama, così, il primato dell&#8217;uomo sulle cose.</p>



<p>I primi cristiani, fedeli alla parola del Maestro, hanno rinunciato al potere, alla ricchezza, alla cultura dominante; hanno subito persecuzioni (10 feroci persecuzioni nei primi 300 anni da Nerone a Diocleziano!) discriminazioni ed emarginazioni. Tuttavia, attraverso il messaggio della &#8220;porta stretta&#8221; sono riusciti, nell&#8217;arco di pochi anni, a raggiungere ed impregnare del messaggio di Cristo tutto il mondo allora conosciuto. Hanno ingaggiato, con successo, la dura battaglia contro la schiavitù, l&#8217;infanticidio, il dominio dell&#8217;uomo sulla donna.<br>Il tutto sigillato dalle parole di Paolo: &#8220;non c&#8217;è più giudeo né greco; non c&#8217;è più schiavo né libero; non c&#8217;è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù&#8221; (Galati 3,28).</p>



<figure class="wp-block-image size-large"><img src="http://vivipress.local/wp-content/uploads/2022/08/vangelo-21-ago-int.jpg?w=740" alt="" class="wp-image-4719" /></figure>



<p>Ma ben presto, dopo l&#8217;editto di Costantino (Milano 313 d. C.), le comunità cristiane, anno dopo anno, scelgono &#8220;la porta larga&#8221;.<br>Sono molti, difatti, ad aprire le porte dopo la caduta del paganesimo: i nuovi imperatori, le classi ricche, gli ambienti culturali. E così i cristiani, abbandonato lo spirito profetico delle origini, percorrono strade larghe a tal punto che nessuno può dirsi totalmente cristiano.<br>In questa strada della &#8220;civiltà cristiana&#8221; ci sono tutti: papi e preti ,principi e servi della gleba, massacratori e massacrati.<br>E così Dio diviene proprietà privata.<br>Si va alla crociata al grido: &#8220;Deus lo vult&#8221;. Si arriva a concepire l&#8217;olocausto con questa bestemmia: &#8220;Gott mit uns&#8221;(Dio è con noi). Ed è così che i seduttori del popolo, di ieri e di oggi, hanno sequestrato dio!</p>



<p>&#8220;Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore aprici! Ma egli vi risponderà: non so di dove siete. Allora comincerete a dire: abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma Egli vi dichiarerà: voi non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizie&#8221; (Lc 13, 25-27)</p>



<p>Questo duro monito di Gesù, oggi, lo potremmo tradurre con queste suggestioni: Signore aprici! Siamo tuoi amici abbiamo preso parte a tante messe, abbiamo, con solennità, celebrato matrimoni, prime comunioni, ci siamo confessati, comunicati, almeno a Pasqua.<br>Signore aprici!<br>Lo confessiamo: siamo rimasti fuori, perché nella lista delle buona azioni c&#8217;è Dio, ma non i nostri fratelli, c&#8217;è la devozione ai santi, ma non la fraternità, ci sono solenni liturgie, ma non la vita donata ai più piccoli. Lo abbiamo capito: &#8220;non si può amare Dio impunemente&#8221; (Turoldo). È necessario pagare sempre qualcosa a qualcuno col prezzo della propria vita!.<br>E quindi, aprici Signore!</p>



<p>Buona domenica.</p>



<p>Don Giuseppe Fiorillo</p>

Don Fiorillo, i seduttori del popolo, di ieri e di oggi, hanno sequestrato dio!
- Categories: è domenica
- Tags: gesùvangelo
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