L’assessore stava seguendo l’opera di demolizione di un manufatto abusivo in piazza Capannina. L’aggressore è stato portato in questura
Momenti di forte tensione questa mattina nel Quartiere Pennello a Vibo Marina, dove alla prime luci dell’alba in piazza Capannina ruspe e mezzi meccanici erano in azione per demolire il Chiosco Azzurro di Giuseppe Francolino, già testimone e poi collaboratore di giustizia. Le operazioni , in attuazione all’ordinanza di demolizione emessa dal Comune di Vibo Valentia e confermata dai giudici amministrativi che avevano respinto il ricorso di Francolino, stavano avvenendo alla presenza delle forze dell’ordine.
La situazione è apparsa subito tesa, con il proprietario dell’immobile che è andato in escandescenze con momenti di forte tensione proprio con l’assessore all’Urbanistica. Sfuggito al controllo di polizia e carabinieri, presenti sul posto in buon numero, l’uomo ha aggredito Scalamogna che era voltato di spalle intento a parlare con alcuni tecnici e quindi non si è accorto in tempo. Il vice sindaco è stato preso a spintoni e violenti schiaffi che lo hanno colpito al volto.
Giuseppe Francolino è stato quindi fermato e portato in questura, mentre per il vice sindaco si è reso necessario ricorrere al Pronto soccorso dell’ospedale Jazzolino per le prime cure, sebbene non vi siano preoccupazioni per le sue condizioni.
Da noi raggiunto telefonicamente, Pasquale Scalamogna ha voluto tranquillizzare sulle sue condizioni, ma è apparso chiaramente turbato e sorpreso per l’aggressione subita, incredulo che tutto questo potesse accadere in un contesto come quello di questa mattina nel quartiere Pennello.
Costruito nel 1953, negli anni il Chiosco era stato inoltre destinato a dimora privata di Giuseppe Francolino, oltre che a locale per la consumazione di alimenti e bevande. Il Chiosco Azzurro era stato realizzato a suo tempo senza una preventiva concessione demaniale e senza autorizzazione comunale, né titolo edilizio, in parte, su suolo demaniale e, in parte, su suolo di proprietà del Comune. Da qui, l’ordine di sgombero e la sospensione dell’attività commerciale. Ne era nato un contenzioso legale tra diffide, ordinanze e sentenze del Tar, mentre rimarrebbe pendente un ricorso al consiglio di Stato.
Al di là di ogni altra considerazione di carattere legale, rimane il fatto che quanto accaduto è da stigmatizzare non solo perché ogni atto violento è da condannare sempre e a priori, ma perché il vice sindaco Scalamogna sarebbe solo “colpevole” di mettere in atto una doverosa azione di ripristino della legalità violata, a dispetto di decenni di inerzia consumata negli anni dalla pubblica amministrazione. Parlare il linguaggio della legalità ed agire in nome e per conto della legalità non può essere una “colpa”: mai e da nessuna parte, nemmeno a Vibo Valentia.
Al vicesindaco Pasquale Scalamogna la solidarietà di questa redazione che riconosce in lui quei tratti di signorilità e rispetto delle regole che devono essere patrimonio distintivo di una comunità-