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Don Fiorillo, Gesù è dentro le nostre vite, appartiene al mondo intero

Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 21 maggio

di Mons. Giuseppe Fiorillo

Carissime/i,
oggi, celebriamo l’Ascensione del Signore Gesù al cielo (Matteo 28,16-20) con l’ultima pagina del vangelo di Matteo: una storia impastata di gioie e dolori, la storia di Gesù di Nazareth.
Secondo Matteo l’ultimo appuntamento avviene in Galilea, la Galilea delle genti, la Galilea del meticciato.
È qui che inizia la grande avventura ed, è qui, sul monte, il monte delle Beatitudini che l’evangelista pone la scena del congedo finale.

“In quel tempo gli Undici andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: a me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Matteo 28,16-20).

Gesù affida la missione della salvezza ad un piccolo gruppo che si prostra, ma dubita ancora.
Grande fiducia nell’uomo, nonostante i dubbi, i tradimenti, le fughe. Fiducia in queste persone semplici ai quali affida un compito immane, la salvezza dell’umanità.

“Andate”
Per tre anni i dodici hanno camminato con Gesù per le strade della Palestina. Ora sono invitati a camminare per le tortuose vie del mondo.
Niente Tempio, niente sinagoghe, niente Palestina: il mondo intero è la patria, la famiglia con l’impegno che il paradiso dei ricchi non si costruisca più sull’inferno dei poveri.
“Non c’è più giudeo o greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù (Galati 3,28).

“Battezzate”.

Battezzare significa immergere nell’acqua. Immergere in Dio le storie degli uomini e realizzare, così, con la nostra testimonianza, il quinto evangelo con la realizzazione di una unione di cielo e terra.

“Fate discepoli “
Il termine discepolo significa “colui che impara”. Compito del cristiano è aiutare la gente ad avere una mente aperta, libera da schemi e preconcetti.
L’acqua parte dalla sorgente (il maestro) e, scorrendo per le tortuose vie del fiume, raggiunge l’oceano (Dio).
“Non conformatevi alla mentalità di questo mondo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a Lui gradito e perfetto “(Romani 12,2).

“Alcuni però dubitarono”

“Mille dubbi non fanno una mancanza di fede” (Cardinale j.H.Newman)
La fede, atto libero, votato all’amore di Dio, ha inevitabilmente dei dubbi. Molti santi, soprattutto dei mistici, parlano della “notte dell’anima”, quello stato in cui, nel percepire la distanza tra Dio e l’uomo, si avverte la sua assenza .
Nonostante i dubbi, Gesù affida a questi dubbiosi orizzonti sconfinati, popoli nuovi con una sicura assicurazione: io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.
In vita Gesù era con i discepoli, ora è dentro le loro vite,come, oggi, è dentro le nostre vite.
In vita pochi potevano toccarlo, ascoltarlo, vederlo passare per villaggi e città.
Dopo l’Ascensione, Gesù appartiene al mondo intero, alle storie di uomini e donne con i quali tesse, quotidianamente, un legame di vita che sa di eternità:
“dal giorno dell’Ascensione noi abbiamo un Dio in agguato ad ogni angolo di strada” (Francois Mauriac, Bordeaux 1885-Parigi 1970).

Buona domenica dell’Ascensione.
Don Giuseppe Fiorillo

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