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Quarant’anni fa l’orrore giudiziario contro Enzo Tortora. Sarà ricordato a Vibo Valentia

enzo tortora arresto

&NewLine;<p><strong><em>L&&num;8217&semi;appuntamento domattina&comma; 21 giugno&comma; presso la Camera Penale&period; Spunti di riflessioni in un momento cin cui finalmente si parla e ci adopera per la tanto attesa riforma della giustizi<&sol;em>a<&sol;strong><&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>di Maurizio Bonanno<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<&excl;--more-->&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Materia delicata&comma; da trattare con cura&comma; ma che ha subito spaccato tutti i fronti&comma; da quello politico a quello dei magistrati&comma; fino agli stessi avvocati&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>E così&comma; abbagliati dalle peripezie da circo alle quali si stanno dedicando i principali leader politici&comma; senza peraltro strappare al pubblico né applausi né risate&comma; si sta consumando&comma; per l’ennesima volta&comma; la solita babele parolaia dinanzi ad una questione di fondamentale importanza&comma; atto di civiltà per un popolo ed una nazione&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>La prima riforma della giustizia del governo Meloni&comma; dopo la bollinatura del testo e l’approdo alla Camera&comma; vedrà&comma; nella settimana prossima&comma; l’avvio concreto della discussione con le opposizioni che hanno annunciato battaglia&comma; mentre nel paese già si consumano accesi dibattiti e spaccature tra garantisti e riformisti&period;&nbsp&semi;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Perché la riforma della giustizia da sempre è divisiva&period; Se sei garantista sei ladro o comunque connivente con il malaffare&comma; se non lo sei&comma; invece sei un forcaiolo&period; Eppure&comma; si tratta ancora di piccoli provvedimenti che vengono introdotti dalla prima parte della Riforma Nordio&comma; sebbene siano da ritenersi segnali culturali importanti&comma; perché offrono l’occasione per un approccio diverso ricordandoci che la giustizia è un bene comune che riguarda tutti&comma; anche quelli che hanno avuto la fortuna di non incappare nelle maglie non solo di un errore ma anche di un meccanismo perverso&comma; dove devi dimostrare non di non essere colpevole ma di essere innocente&period; Così vanno oggi le cose&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Intanto&comma; l’approvazione della Riforma Nordio da parte del Consiglio dei Ministri si compie in contemporanea con una ricorrenza la cui memoria non dovrebbe mai essere dimenticata&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Il 17 giugno 1983 si consumò un &OpenCurlyDoubleQuote;orrore” giudiziario dai risvolti terribili&period; Enzo Tortora era alla guida di Portobello&comma; quando fu arrestato e ingiustamente accusato di associazione camorristica e traffico di droga da condannati di mafia e testimoni non attendibili&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Da quel momento per Tortora cominciò un’odissea nelle aule di giustizia&comma; fatta di carcere e gogna mediatica&comma; che si concluse solo nel 1987&comma; quando la Cassazione confermò l’assoluzione pronunciata dalla Corte d’appello di Napoli&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Con perfetta scelta di tempo&comma; la Camera Penale di Vibo Valentia ha organizzato <strong>mercoledì 21 giugno alle ore 9&period;30 <&sol;strong>presso l’aula biblioteca dell’Ordine degli Avvocati un incontro dal quale spiccano due presenze straordinarie&colon; <strong>Armando Veneto<&sol;strong>&comma; indiscusso Maestro tra gli avvocati&comma; e <strong>Raffaele Della Valle<&sol;strong> che di quell’autentico &OpenCurlyDoubleQuote;orrore giudiziario” fu testimone diretto in quanto non solo difensore&comma; ma soprattutto amico di Tortora&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<figure class&equals;"wp-block-image size-large"><img src&equals;"http&colon;&sol;&sol;vivipress&period;local&sol;wp-content&sol;uploads&sol;2023&sol;06&sol;whatsapp-image-2023-06-19-at-19&period;17&period;50&period;jpeg&quest;w&equals;728" alt&equals;"" class&equals;"wp-image-7304"&sol;><&sol;figure>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Quarant’anni fa&comma; quel 17 giugno 1983&comma; ero già maturo abbastanza&comma; già legato da un rapporto di stima &lpar;da parte mia&rpar; e di affetto &lpar;benevolmente&comma; da parte sua&rpar; con l’avv&period; Armando Veneto&comma; avevo già forgiato idee politiche ben definite&period; Secondo principi liberali e liberisti ancora oggi a me presenti e per me distintivi&comma; per non ricordare quei fatti incredibili quanto terribili&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Quando Enzo Tortora venne finalmente assolto con formula piena&comma; apparve fiaccato dalla vicenda&comma; stanco e già malato&comma; fino a morire due anni dopo&colon; quella morte avrebbe dovuto pesare sulla coscienza di chi&comma; ai vari livelli&comma; gestì la vicenda con quell’enfasi mediatica&comma; che ha poi fatto scuola e grazie alla quale oggi in Italia si assiste ad una giustizia che si sviluppa su 4 gradi di giudizio&comma; il primo dei quali è gestito in via esclusiva dalle procure che inscenano un processo mediatico sulla base dei loro teoremi senza che la difesa possa avere voce in capitolo e con danni il più delle volte irreparabili per chi ne rimane ingiustamente vittima&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<figure class&equals;"wp-block-image size-large"><img src&equals;"http&colon;&sol;&sol;vivipress&period;local&sol;wp-content&sol;uploads&sol;2023&sol;06&sol;enzo-tortora&period;jpg&quest;w&equals;680" alt&equals;"" class&equals;"wp-image-7306"&sol;><&sol;figure>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Tutto questo è possibile perché – al di là di qualunque siano le conclusioni del reale iter processuale&comma; a prescindere dalla consistenza delle prove acquisite a supporto delle tesi accusatorie – il magistrato è esonerato da ogni responsabilità diretta della sua attività professionale&comma; qualunque siano le conseguenze a danno di imputati ingiustamente accusati e caricati sulla gogna mediatica da certo giornalismo &lpar;ma si può chiamare così&quest; È giornalismo&quest;&rpar; che si pasce di beceri moralismi un tanto al chilo ignorando la presunzione di non colpevolezza che è sancita dalla Costituzione&comma; perché prevenuti e imbevuti di cultura giustizialista&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Si lanciano strali contro questo &OpenCurlyDoubleQuote;primo passo” proposto dal ministro Nordio&comma; anche perché si preferisce dimenticare che in Italia si celebrò alcuni decenni un referendum sulla responsabilità civile dei magistrati&comma; con il quale una maggioranza schiacciante si espresse per il SI&comma; ovvero perché anche magistrati&comma; giudici e procuratori&comma; fossero sottoposti &&num;8211&semi; come tutti i dipendenti pubblici&comma; come tutti i professionisti&comma; come tutti gli automobilisti&comma; come tutti i medici&comma; insomma come tutti i cittadini – al principio che chi fa danno deve risarcirlo&period;<br>Questo dissero gli italiani&comma; ma all’indomani di quella consultazione&comma; invece di dare corso ad ogni misura che assicurasse la puntuale esecuzione della volontà popolare&comma; il Parlamento di allora&comma; già indebolito e timoroso rispetto a certe procure&comma; cedette ad una sorta di arzigogolato ricatto&comma; dando mano alla redazione di una vera legge-truffa che &OpenCurlyDoubleQuote;regolò” la responsabilità voluta e conclamata dal Popolo in modo da restringerla&comma; condizionarla&comma; &OpenCurlyDoubleQuote;filtrarne” le richieste risarcitorie&comma; limitare fino a azzerarne le conseguenze per gli autori dei danni&comma; metterne a carico dello Stato il pagamento&comma; rateizzando ed escludendone&comma; in caso di recidiva&comma; la rivalsa&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>La certezza dell’impunità così indirettamente – ma sostanzialmente – sancita&comma; contribuì definitivamente a fare dei magistrati una casta&comma; che poi&comma; nell’evoluzione delle vicende socio-politiche italiane&comma; si è trasformata nell’unica casta ad oggi sopravvissuta ed attiva&comma; capace di condizionare con la sua azione&comma; con le sue scelte e decisioni&comma; l’andamento generale del Paese&comma; fino al punto che viviamo una tale inversione di ruoli che al sacro principio di innocenza si è andato sostituendo la regola del potenziale colpevole&comma; con l’onere della prova contraria a carico della difesa&comma; piuttosto che&comma; come deve essere&comma; dell’accusa&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>E non è solo questa l’anomalia che imporrebbe quella &OpenCurlyDoubleQuote;Riforma della Giustizia” che oggi il governo Meloni prova ad avviare&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Prova ad avviare&comma; perché in tema di giustizia ancora molto c’è da fare&excl;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Ad esempio&comma; altro elemento fondamentale e sempre meno rinviabile&comma; rimane la necessità di eliminare quella che è una peculiarità dell&&num;8217&semi;ordinamento giudiziario italiano rispetto a quelli di tutte le altre liberal-democrazie occidentali&colon; la possibilità per il singolo magistrato di passare dalla funzione giudicante a quella requirente&comma; vale a dire la mancanza di separazione delle carriere&period; È impensabile che&comma; da un giorno all&&num;8217&semi;altro&comma; chi ha combattuto il crimine da una parte della barricata si trasformi improvvisamente nel garante imparziale di chi criminale potrebbe non essere&comma; pur essendo indagato o imputato da un ex collega di funzioni… eppure in Italia è possibile&colon; accade&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Vietare&comma; quindi&comma; la possibilità di passaggi tra l’una e l’altra funzione è condizione essenziale per riequilibrare i poteri delle parti processuali e serve – non è un paradosso&comma; anzi… &&num;8211&semi; per restituire indipendenza e forza al giudice&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Rimane ancora un’altra questione aperta e che&comma; proprio nel ricordo di Enzo Tortora&comma; così come avverrà il 21 giugno a Vibo Valentia&comma; non può e non deve essere trascurata&colon; l’importanza della riduzione dei tempi di custodia cautelare&comma; perlomeno per i reati meno gravi&comma; nonché del potere della magistratura nell&&num;8217&semi;applicazione delle misure cautelari personali per quei casi tassativamente previsti dal legislatore&comma; previa modifica dell&&num;8217&semi;articolo 280 del codice di procedura penale&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Infine&comma; a dispetto di chi stuzzica pericolosamente le corde dell’intransigenza&comma; del moralismo d’accatto&comma; dei forcaioli di piazza&comma; una società matura ed evoluta deve pensare all&&num;8217&semi;introduzione di meccanismi in grado di garantire una reale ed efficace protezione dell’imputato&comma; del principio di umanizzazione della pena e del suo fine rieducativo&comma; assicurando al detenuto un&&num;8217&semi;adeguata tutela laddove può accadere che vi siano atti lesivi dei suoi diritti&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Con l’incontro di questo <strong>mercoledì 21 giugno<&sol;strong>&comma; Vibo Valentia&comma; città che non a caso Enzo Tortora scelse quale piazza di uno dei suoi discorsi quando si candidò con il Partito Radicale &lpar;del quale fu anche Presidente&rpar; al Parlamento Europeo &lpar;fu eletto il 14 giugno 1984 con oltre mezzo milione di preferenze… anche con il mio voto&excl;&rpar;&comma; torna&comma; grazie agli autorevoli ospiti chiamati per l’occasione&comma; protagonista di un dibattito dai giusti torni liberali&period; Così come auspicabile&comma; in questo modo onorando degnamente la memoria di un uomo – Enzo Tortora&comma; appunto – morto anzitempo perché ucciso da falsi moralisti forcaioli e da una giustizia malata di protagonismo&semi; protagonismo che fa il male soprattutto di quella magistratura che con il suo quotidiano sacrificio opera a garanzia dei cittadini perbene&period; Che – a dispetto di forcaioli e giustizialisti – sono ancora la stragrande maggioranza&period;<&sol;p>&NewLine;

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