Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 9 luglio
di Mons. Giuseppe Fiorillo
Carissime/i,
questa pagina del Vangelo di Matteo, (Mt.11, 25-30) di questa 14.ma domenica del t.o. ci presenta Gesù, dal punto di vista umano, in grande difficoltà.
Giovanni Battista, suo amico, viene imprigionato nella fortezza di Macheronte; gli Scribi lo vogliono morto perché, predica un Dio “Abba”, un Dio della tenerezza, della Misericordia, dell’amore, in contrasto con il loro Dio, il Dio inaccessibile, il Dio degli eserciti; i Farisei, pur condividendo tanti messaggi, tentano di screditarlo presso il popolo; le città ridenti del lago: Corazim, Betsaida, Cafarnao, Magdala, chiedono sempre più segni e, non ricevendoli, lo abbandonano.
Momento di prova per Gesù, di scoraggiamento e di crisi; ma proprio in questa realtà difficile Gesù non si lamenta, si affida, invece, a Dio padre con una benedizione:
“Ti rendo lode Padre Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.”
(mt 11,25).
I sapienti e i dotti, in questo contesto, chi sono?
Sono Scribi, Sadducei, Erodiani, Sinedrio, i quali non accolgono la parola di Gesù e, così facendo, induriscono cuore ed orecchie.
Oggi, chi sono i sapienti e i dotti?
Sono gli uomini del potere economico, politico, il potere dei mezzi di comunicazione, il potere di una certa religione, il potere di tutti coloro che costruiscono i loro interessi sulla pelle dei “picccoli”.
I piccoli, chi sono?
In questo contesto sono quel gruppo che segue Gesù composto di uomini, donne, bambini, ammalati, che vivono tribolazioni senza fine.
Oggi, chi sono i piccoli?
Sono la moltitudine sparsa su tutti i 5 continenti, privata di speranze; sono gli oppressi del super potere dei ricchi, sono le vittime delle guerre, sono gli affamati, gli “scarti” della società, considerati esuberi.
A questi “piccoli” Gesù dice:
“Venite a me, voi tutti, che siete stanchi ed oppressi e io vi darò riposo. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite ed umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo, infatti, è dolce e il mio peso leggero”. (Mt 11,28-30)
La folla che segue Gesù è oppressa dalle tasse sempre più pesanti, sia civili che religiose; oppresse ancora dalle norme del Sinedrio (613 norme, quale prolungamento delle 10 parole, date a Mosè dal Signore sul Sinai); la gente non ne può più ed ecco arriva il sollievo di Gesù, il quale assicura un giogo (la legge) fatto di amore e misericordia, senza comandi e precetti.
Con Gesù c’è musica per le orecchie, c’è balsamo per le ferite della vita, c’è un aprire passi lievi di danza nella sarabanda convulsa dell’esistenza, c’è un aprire feritoie di luce nei muri dell’incomunicabilità esistenziale; c’è uno scoprire uno stupore continuo nello scorrere grigio di giorni e di anni..
Nonostante tutto, la gioia di vivere facendo un girotondo di amore attorno al mondo, perché Lui è “mite e umile di cuore” e la sua scuola è la scuola del cuore, molto lontana dai sofismi degli uomini.
Buona domenica con Dietrich Bonhoeffer, teologo luterano (1906-1945) impiccato nel campo di sterminio di Flossenburg: “Dio è vicino a chi è piccolo, ama ció che è spezzato. Quando gli uomini dicono: perduto, egli dice: trovato; quando dicono: condannato, egli dice: salvato; quando dicono: “reietto”, Dio esclama: Beato!”.
Don Giuseppe Fiorillo