Riceviamo questa lettera firmata che volentieri pubblichiamo

Spesso si parla per generalizzazione. Si fa un’esperienza negativa con un funzionario di un ufficio, con il docente di una scuola, con il commesso di un negozio e subito si generalizza, si fomenta il pregiudizio e si crea lo stigma. Lo stigma poi diventa pesante come quel macigno che nel mondo della mitologia Sisifo porta con grande sforzo sulle spalle fino ad arrivare in cima ad un monte per vederlo rotolare di nuovo a valle.

Ebbene, è proprio quando parliamo per generalizzazione che diventiamo profondamente ingiusti verso tutte quelle persone che ogni giorno con professionalità, deontologia, diligenza e spirito di abnegazione si mettono al servizio degli altri, affrontando difficoltà di ogni genere in silenzio, con dignità e lontano dai riflettori. Certo, qualcuno potrebbe obiettare che fanno semplicemente il loro dovere ed è sicuramente così, ma non sempre e non in tutti i contesti è facile fare il proprio dovere. Si parla spesso di “malasanità” che, per carità, in molti casi è un dato reale che non si può in alcun modo negare, ma in altri è il frutto di uno stigma che si è ormai radicato e che in modo più o meno latente trascina tutti nello stesso calderone.

Lungi dal voler fare l’apoteosi di nessuno, voglio però sottolineare che le eccellenze ci sono anche al Sud e, nello specifico, anche a Vibo Valentia. A volte non ce ne rendiamo conto e, parlando con gli amici milanesi, lasciamo che prevalga lo stigma della malasanità al Sud. Poi però la vita ci pensa, ci fa fare esperienze dirette e scopriamo realtà che non avremmo immaginato in quanto offuscati dallo stigma del pregiudizio.

Senza piaggeria alcuna, che non è un costume che mi appartiene, voglio a tal proposito ringraziare l’equipe e il personale tutto del reparto di Neurologia dello Jazzolino di Vibo Valentia, diretto in modo eccellente dal dottor Franco Galati, per il lavoro che egregiamente svolge ogni giorno tra tante difficoltà, ma con professionalità e umana sensibilità.  Dirigere, infatti, non significa “comandare”, come taluni spesso pensano, bensì significa individuare e mostrare una direzione verso cui andare in maniera condivisa, significa individuare una mission e perseguirla con tenacia ed equilibrio nello stesso tempo. Significa saper motivare le persone, saper infondere il senso di appartenenza, saper creare ed alimentare forti vincoli  tra le persone che poi ,in modo assolutamente naturale, daranno il meglio di sè perché, come diceva lo storiografo latino Sallustio: “Concordia parva crescunt ,discordia  magna dilabuntur”.

Maria Carmela

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