Un personale ricordo di un amico che va via troppo presto
di Maurizio Bonanno
Vibo Valentia perde un altro dei suoi figli migliori. È morto, presso la clinica Villa dei Gerani, dove si trovava ricoverato da tempo, Carlo Taccone.
Nel solco della tradizione familiare, Carlo Taccone è stato medico, medico radiologo, apprezzato e stimato avendo lasciato di sé un ottimo ricordo all’ospedale Jazzolino, dove ha prestato la sua opera n un periodo durante il quale il nosocomio vibonese era ancora un riferimento prima delle crisi, anche di uomini – purtroppo! – che oggi vive , con alcuni reperti a corto di personale e solo pochi che riescono a mantenere tra mille sacrifici il livello di eccellenza che la storia dell’ospedale vibonese può annoverare.
Nel solco della tradizione familiare, è stato medico, così come lo si concepiva al tempo in cui suo padre, rimpianto professionista, operava, anzi professava con romantica passione il bel mestiere del medico dandogli quell’ampio significato che vuol dire interessarsi della vita della comunità.
Proprio questo lo portò ad interessarsi di politica, sempre nel solco della culturale moderata e liberale. Proprio per questo, la nostra amicizia, nata da subito per tradizione familiare, si consolidò nel segno della comune idea politica. Tra i fondatori dei primi Club Forza Italia sin da dal 1994, non accettò l’idea che vi si fiondassero personaggi che considerava avventurieri: fu critico, quasi veggente, ma non fu capito. Malgrado ciò non rinunciò all’idea di fare politica. Mi confidò la sua voglia di impegnarsi direttamente: fui al suo fianco quando deciso il grande passo di candidarsi alle politiche. Fu una bella avventura: interessante e coinvolgente, ma non fu vincente, malgrado l’appoggio di un personaggio di grande impatto mediatico come Vittorio Sgarbi, che portammo per la prima volta a Vibo Valentia proprio in quella occasione, proprio perché Sgarbi aveva accettato l’idea di sostenere questa candidatura di Carlo Taccone.

Non ci riuscì, ma non diminuì il suo amore per la politica, per l’impegno sociale, per dare qualcosa alla crescita del territorio. Provò a farlo da consigliere comunale, ma… politicamente non fu capito. Continuammo a frequentarci da buoni amici mai rinnegando quella idea liberale e moderata che era il nostro comune sentire.
Da intellettuale cresciuto nel solco della tradizione familiare, Carlo continuò a coltivare un’idea di vita leggera ma non superficiale, piuttosto gioviale, allegra malgrado tutto… disincantata. Sapeva “stare al mondo”, sapeva essere trascinatore, amico tra amici, sempre nel segno della correttezza e dello stile, del buon gusto, pur non lesinando, laddove serviva, giudizi severi e perentori, senza mai trascendere.
La vita non è stata con lui generosa: per vicende familiari e soprattutto per le sua condizioni di salute, precaria con il passare degli anni.
È stato un onore essergli stato amico, essere stato al suo fianco in un percorso di vita, Addio Carlo.