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Don Fiorillo, le tre proposte da capogiro di Gesù. Perché la vita è troppo breve per essere egoista

Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 3 settembre

di Mons. Giuseppe Fiorillo

Carissime/i,

con questa pagina di Matteo della 22ª domenica del tempo ordinario (Mt. 16,21-27) inizia il terzo ed ultimo viaggio di Gesù verso Gerusalemme.
Inizia da Cesarea di Filippo, dalle alture della Galilea, dalle sorgenti del fiume Giordano, dopo la proclamazione da parte di Pietro: “Tu sei il Messia, il figlio del Dio vivente” e, in risposta, la beatitudine di Gesù: “Beato sei tu Pietro che, non per sapienza umana, ma per volere del Padre hai proclamato la mia identità”.

Inizia il viaggio, ma dopo la rivelazione entusiasmante, ecco una frustrata sulla schiena dei Discepoli:

“In quel tempo Gesù cominciò a spiegare al suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli Anziani, dei capi dei Sacerdoti e degli Scribi, e venire ucciso e risorgere il 3º giorno.”

Grande delusione fra i Discepoli che sognavano un Messia trionfante e portatore di Giustizia fra i popoli. Grande amarezza, soprattutto, in Pietro che, qualche giorno prima, era stato da Gesù proclamato primo responsabile della nascente Chiesa, a tal punto da prendere Gesù in disparte e rimproverarlo: “Dio non voglia, Signore, questo non ti accadrà mai”. Duro richiamo di Gesù: “va’ dietro a me, satana, tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”.

Ed ecco Gesù, cammin facendo, dare le note distintive della carta d’identità del Discepolo: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”.
Tre verbi, tre proposte da capogiro!

3 settembre

Prima proposta: rinnegare se stessi.

Attenzione! Il verbo rinnegare nel linguaggio biblico e, soprattutto, nel parlare di Gesù, è da intendere come liberarsi dal proprio egoismo, prendere coscienza che non si è al centro del mondo, ma a servizio della comunità per vederla crescere in benevolenza, accoglienza, solidarietà. Non fare, quindi, carriera sulla pelle dei poveri, ma aiutare i poveri a fare carriera in questo mondo di narcisisti.
Rinnegare se stessi, in definitiva, vuol dire spogliarsi dei propri interessi egoistici ed aprirsi ai problemi ed ai dolori degli altri.
Martin Buber, filosofo, teologo, pedagogista, così, sintetizza questo processo di conversione indicato da Gesù: “tutto parte da te, ma non per te”.

Seconda proposta: prendere la propria croce.

La croce, al tempo di Gesù, è uno strumento di morte. “Orrendum supplitium” (M.T. Cicerone).

Quando Gesù dice: prendi la tua croce gli uditori hanno, negli occhi, la triste visione di crocifissi a Gerusalemme, sul Golgota e, nelle orecchie, lamenti, bestemmie, maledizioni, sputi degli agonizzanti sui passanti.
Con Gesù la croce cambia destinazione. La croce è desiderio di riscatto, è più vita, è anelito di cambiamento, è conversione dalla morte alla vita, è un forte desiderio di realizzare “cieli nuovi e terre nuove, perché il mare non c’è più” (Apocalisse).
Ma il mare (inteso come male) oggi ancora c’è, perché le guerre spadroneggiano nel mondo, le concupiscenze crescono a dismisura, le corruzioni dilagano e le droghe alzano il livello, come un fiume in piena stagione invernale… ed allora urge la pedagogia della croce che ci sprona a rimarginare le ferite della gente e convertire le maledizioni in benedizioni e le spine in fiori e frutti.

Terza proposta: seguire Gesù, camminare con Lui.

Seguire Gesù significa accettare il movimento, rinunciare alla monotonia del quotidiano, mettersi in discussione con tutti e suscitare sempre desideri di cose buone… ed aprirsi agli altri, perché la vita è troppo breve per essere egoista.

Buona domenica.
Don Giuseppe Fiorillo

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