Itinerari di vacanza suggeriti dalla blogger nel settore dei viaggi e delle crociere per i lettori di ViViPress
di Liliana Carla Bettini
Il deserto mi affascina. Dovrei dire i deserti, perché ho scoperto che poteva avere diverse facce: sale, sabbia, ghiaccio…
Questi ampi spazi aperti mi hanno attratto fin da quando ero molto piccola, e quando si è presentata l’opportunità di scoprire il deserto della Giordania, il mio il cuore ha detto sì.
Dopo aver incontrato la meravigliosa Petra, abbiamo preso la strada per il deserto del Wadi Rum. I paesaggi mi passano davanti agli occhi, i pensieri vagano…
Capisco questa attrazione esercitata dal deserto. Questo vuoto, questo pieno…
Questi paesaggi potenti non lasciano nessuno indifferente. C’è un posto più potente da esplorare?
Come dal nulla, grandi rocce formano piccole montagne sparse in un paesaggio lunare. Giganti benevoli, questi grandi ciottoli colorano il deserto con toni rossi, gialli e arancioni.
Qui, l’acqua e il vento hanno scolpito queste imponenti pietre, descritte da T. E. Lawrence come: “vasto, risonante, a immagine di Dio”.
I paesaggi desolati del Wadi Rum assumono aspetti fantastici… Senza saperlo, le immagini di questo luogo hanno già segnato il nostro inconscio: perché questo deserto ha attratto molti artisti e registi.
Lawrence d’Arabia, ovviamente, ha reso famosa la regione, ma il film che racconta la sua storia non è l’unica opera della settima arte ad utilizzare il Wadi Rum come ambientazione.



Nascosti sotto l’ombra benevola di una roccia, osserviamo frammenti di storia incisi nella roccia. Queste iscrizioni testimoniano i 120 secoli di occupazione umana nella regione. Sono stati rinvenuti infatti più di 25.000 petroglifi!
Questi resti archeologici permettono di ripercorrere gli inizi della scrittura alfabetica, così come l’evoluzione degli uomini del deserto nel tempo.
Proprio come a Petra, queste tracce riflettono l’importanza del dromedario per questi popoli nomadi, che trasportavano le loro merci attraverso il deserto.



Thomas Edward Lawrence, noto come Lawrence d’Arabia, ha lasciato un segno profondo in questa regione.
Uno dei punti turistici, chiamato “la fonte di Lawrence” è un vecchio accampamento, nascosto nel deserto e protetto alla vista e al vento da alte montagne. Come in un pellegrinaggio, il visitatore scopre i tratti di Lorenzo incisi nella pietra.
Il deserto, così favorevole alla meditazione, lo è ancora di più con la penombra dell’inizio e della fine della giornata: le ombre si allungano, il paesaggio assume i suoi colori più caldi…