Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 15 ottobre
di Mons. Giuseppe Fiorillo
Carissime/i.
celebriamo, oggi, la 28ª domenica del tempo ordinario. Ci accompagna il Vangelo di Matteo (Mt. 22,1- 14). Siamo nel Tempio di Gerusalemme. Ultimi giorni della vita terrena di Gesù.
Ascoltiamo il vangelo:
“Gesù riprese a parlare con parabole ai capi dei Sacerdoti ed ai Farisei e disse: il Regno dei cieli è simile a un re che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: dite agli invitati: ecco, ho preparato il mio pranzo…. venite alle nozze. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari… Poi disse ancora ai suoi servi: la festa di nozze è pronta, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che trovate, chiamateli alle nozze. Usciti nelle strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono cattivi e buoni e la sala di nozze si riempì di commensali”.
Ancora una parabola. Ancora un rifiuto. Domenica scorsa il rifiuto dei vignaioli omicidi. Oggi, il rifiuto di un invito a nozze, uno dei momenti più importanti e più belli nella storia degli uomini.
Quel re che invita alla festa è Dio che apre la sua porta a tutti e vuole che tutti siano felici.
E dunque perché questo rifiuto al banchetto di nozze?
Perché, nella vita, si tralascia l’Importante (il banchetto di nozze, la convivialità) per l’Urgente (i campi, i propri affari), l’essenziale per il contingente.
Questo è un rischio diffuso, sia sul piano religioso che sul piano umano, soprattutto oggi.
Tralasciare l’importante per l’urgente, sul piano spirituale, significa rimandare gli impegni religiosi, ogni volta, che si presenta qualcosa di urgente da fare. Rimandare la Messa domenicale, un impegno comunitario, perché all’improvviso è venuto a casa un amico, perché c’è una riunione condominiale da affrontare, perché c’è da fare una passeggiata… E così le nostre assemblee liturgiche, le nostre chiese restano vuote, come vuota è rimasta la Sala di nozze per la festa del figlio del re.
E tralasciare l’importante per l’urgente, nell’ambito umano, significa trascurare la famiglia, il dialogo con i figli, il gioco con i più piccoli, la visita ad un genitore anziano e solo, passare del tempo al capezzale di un amico che sta per lasciare questo mondo… e così, di rinvio in rinvio, l’urgente soffoca l’importante. Passano i giorni, passano gli anni ed i veri valori sbiadiscono lasciando la vita incolore ed insapore.

Questa nostra scelta di vita lascia vuota la sala preparata per le nozze, ma il re (Dio) la riempie di gente di ogni genere. Ed è bello questo Dio, che, pur rifiutato, non si arrende. Anzi alza le attese, allarga gli orizzonti, chiama tutti alla festa, soprattutto gli scarti del mondo.
Questo è il Dio di Gesù Cristo, il Dio abbà (papà), il Dio della festa, della danza, il Dio che oltrepassa i confini di Israele e, con Paolo e gli Altri, cammina verso i popoli e, dentro la grande sala del mondo, porta un messaggio di impegno e di felicità. Porta il lieto annunzio di una festa familiare con Dio presente e futuro.
“E dunque andate in mezzo alle piazze,/ ai crocevia di tutte le strade,/ andate dietro a siepi e steccati,/ passate oltre confini e frontiere.
Chiamate tutti alle nozze famose:/ con amorosa violenza sforzate/ che entrino tutti e buoni e non buoni:/ sapete quanto è spaziosa la Casa!
Ma che non entrino i ricchi, coloro/ che hanno i buoi da provare, coloro/ che hanno ville e poderi da vendere,/ e, chiunque è sazio nei sensi, non venga!” (Davide Maria Turoldo)
Buona domenica e che il Signore Gesù dia a questa nostra umanità lacerata ed insanguinata la Grazia di vedere le “cose” con gli occhi del cuore!
don Giuseppe Fiorillo