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Crudelia Demon, il personaggio, la sua famosa canzone e l’inatteso legame con Vibo Valentia

Una storia quasi dimenticata riannoda le fila di una relazione tra l’interprete del brano e la città che fu “Giardino sul mare”

di Maurizio Bonanno

Forse non tutti sanno che c’è un sorprendente, inatteso legame tra la città di Vibo Valentia ed una delle produzioni cinematografiche più famose a livello internazionale, “La carica dei 101”.

Ma… cosa hanno in comune “La carica dei 101”, il mitico film di animazione della Disney, e Vibo Valentia? Più precisamente, tra Crudelia Demon, cattiva ma affascinante protagonista di questo film, e la città calabrese?

la carica dei 101

Siamo in periodo natalizio e, come ogni anno, la televisione ripropone alcuni classici che ben si coniugano con il clima leggero e familiare che in questo periodo si respira. Tra questi film, le produzioni della Disney rappresentano indubbiamente delle certezze di successo e di audience, anche se si tratta di opere viste e riviste, soprattutto nelle versioni in cartone animato. Tra i film riproposti, quest’anno spicca “La carica dei 101”. È uno dei titoli di maggiore successo, al punto che a distanza di anni, dopo la versione animata del 1961, è stato realizzato un film con attori “umani” ed una splendida Glenn Close nei panni della perfida Crudelia.

Glenn Close – Crudelia Demon

Addirittura, qualche anno dopo è stato prodotto quello che, con gergo attuale, si definisce il “prequel”, neologismo di recente conio che indica un film che presenta dei personaggi e degli eventi di una pellicola ambientati precedentemente al primo, ma fatto uscire successivamente. Ciononostante, a conferma del fascino della storia, anche per il prequel il successo è stato assicurato. Forse perché, malgrado nasca come simbolo di avidità, vanità e malvagità, il fascino di Cruella/Crudelia, per quanto perverso, l’ha resa, sin da subito, un’icona della cultura pop. E con lei, la canzone che all’interno del film la identifica. Un successo musicale anch’esso tale da avere superato le barriere del tempo, canzone conosciuta e cantata da ogni successiva generazione avendo vissuto una propria vita artistica parallela.

Emma Stone – Crudelia nel prequel

Ed è qui che si realizza l’inatteso, quanto significativo, legame con la città di Vibo Valentia. Perché a doppiare in italiano il personaggio di Rydy nella canzone “Crudelia Demon” nel popolare film di animazione “La carica dei 101”, nella prima originale versione, è stato il musicista jazz e cantante Franco Bolignari.

Morto a Roma, città nella quale era nato, all’età di 91 anni il 4 dicembre 2020, Franco Bolignari era approdato alla Walt Disney, grazie al successo che lo aveva fatto conoscere non solo al pubblico quanto soprattutto agli addetti ai lavori, ottenuto qualche anno prima al Festival della Canzone di Vibo Valentia.

Franco Bolignari

Vincitore nel 1954 del Festival di Messina con la canzone “Lu sceccu lagnosu”, incisa anche da Domenico Modugno, l’anno dopo conferma le sue qualità e si segnala a pubblico e critica quale finalista al Festival di Firenze e soprattutto al più quotato, a quel tempo, Festival di Vibo Valentia. Sulla scia di questi risultati, viene ingaggiato dalla casa discografica RCA, con la quale incide diversi 78 giri (il disco più piccolo, a 45 giri, arriva qualche anno dopo) e quindi approda alla casa cinematografica della Walt Disney diventando noto al grande pubblico quale interprete delle colonne sonore del film “La carica dei 101” e successivamente della pellicola “Tutti insieme appassionatamente” confermandolo anche per il doppiaggio della colonna sonora di “Magia d’estate”.

Crudelia Demon

A ricordare i fasti del Festival di Vibo Valentia, è il compianto Felice Muscaglione, che nel 1998 pubblica il volume “C’era una volta…”, con il quale ricostruisce gli anni della “dolce vita vibonese”, che da “Giardino sul mare” era un punto di riferimento a livello nazionale negli anni del boom economico italiano.

Il Festival era nato nel 1953 con la denominazione di “Canzone nell’ombra” e, inserito nell’eterogeneo e ricco programma dell’Agosto Vibonese, era stato pensato come la risposta estiva al Festival di Sanremo nato due anni prima ed in programma in inverno.

La terza edizione del Festival si svolge il 6 e 7 agosto del 1955, la notorietà ormai è tale che la serata finale è diffusa in diretta dai canali della Rai – Radiofonica, mentre per la prima volta si segnala la presenza di una troupe televisiva inviata dalla stessa RAI per le riprese in tecnicolor, come raccontano le cronache dell’epoca. Per la vittoria finale si realizza un ex-aequo tra “Valle del Vibonese” cantata da Rino Loddo e Messer Pitagora interpretata da Nicla Di Bruno. Franco Bolignari conquista la finale con “Primavera Calabrese” e si classifica al quarto posto, ma le qualità del cantante di impostazione jazz conquistano i giudizi positivi degli esperti aprendogli la strada ai futuri successi.

Franco Bolignari al tempo del Festival di Vibo Valentia

A presentare il Festival viene scelta, non a caso, una conduttrice Rai, Isa Bellini, per un’edizione che rappresenta un momento importante perché sancisce l’ingresso della Festival di Vibo Valentia nella ristretta cerchia delle manifestazioni canore più prestigiose realizzate in quel momento in Italia richiamando così la stampa nazionale specializzata e la divulgazione dei brani finalisti nei dischi a 78 giri. Si tratta indubbiamente di benefici che da un lato garantiscono la promozione della città in tutta la penisola e dall’altro quella dei cantanti in gara, tra i quali – appunto – Franco Bolignari, la cui consacrazione proprio quell’anno avviene con l’essere inserito nel gruppo dei cantanti del Festival Internazionale di Villa Olmo di Como, definito “l’università” della canzone perché partecipano le prime tre canzoni finaliste delle più importanti rassegne canore del momento, tra cui, oltre a Sanremo, Vibo Valentia.

Bolignari abbraccia quindi la strada delle colonne sonore, non solo per la Disney ma anche per vari film italiani, incide pure numerosi dischi con i maestri Savina, Trovajoli e Morricone, prima di tornare al suo vecchio amore, come cantante della Roman New Orleans Jazz Band interpretando celebri ballads americane e cantando finalmente la musica jazz, quella che aveva imparato da ragazzino dagli americani della V Armata alla fine della seconda guerra mondiale. Una carriera brillante la sua rimanendo significativo questo legame con il Festival di Vibo Valentia che aveva rappresentato il suo trampolino di lancio.

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