Un’amara riflessione ricordando che il crimine cresce nell’incultura e la mafia ha campo libero tra gli ignoranti, i vili, gli analfabeti
di Maurizio Bonanno
Che Dio vi maledica!
Se fosse nelle mie possibilità, lancerei una fatwa verso questi vandali, ignoranti e maledetti, disfattisti e denigratori, imbelli che si fanno scudo con la solita stantia lamentazione che qui non c’è niente che va bene, che qui è tutto un disastro e si beano dello scadimento socio-culturale di questa città.
Questa città dalla storia millenaria è da troppo tempo invasa da orde barbariche che la deturpano e ne offendono la storia ipotecandone il futuro: come impavidi Cavalieri dobbiamo setacciare ogni via per individuarli e scacciarli, accompagnandoli fuori dalla cinta muraria con foglio di via perché non debbano più mettere piede su suolo vibonese.
Dinanzi a questo ennesimo atto vandalico lungo la Scalinata degli Eroi, che si era provveduto ad abbellire con vasi di piante che con delicatezza ne adornano i gradini, non basta accontentarsi a denunciare la deriva del degrado socio-culturale che Vibo Valentia ha imboccato da qualche tempo.
Derubricarsi il fatto come una semplice bravata di quattro ragazzacci ubriachi al sabato sera non può essere l’alibi da esibire per l’occasione, così come non lo è reclamare il semplice rafforzamento della presenza delle forze dell’ordine, che non finiamo mai di ringraziare per il loro diuturno lavoro: più che la repressione è necessaria la prevenzione. E noi conosciamo un’unica strada percorribile: la cultura, che è conoscenza, apprendimento, consapevolezza che, da sole, portano all’amore per la propria terra, per la propria città. Difenderla dai vandali è difendere il proprio essere. Perché sia impedita all’origine la malvagità dell’azione vandalica. Perché la cultura abbia spazio, perché costruire un futuro si può, partendo dalla propria gloriosa storia, quella che Vibo Valentia possiede e che abbiamo il dovere di raccontare e far conoscere corroborata da ricchi e importanti beni culturali. Ricordando che il crimine cresce nell’incultura e la mafia ha campo libero tra gli ignoranti, i vili, gli analfabeti.
Che Dio vi maledica! Vandali e ignoranti, vigliacchi e imbelli, ma anche disfattisti e denigratori!
I Vibonesi, quelli veri, quelli che sono tali non per diritto di nascita ma per diritto di cittadinanza, cittadinanza attiva, si armino delle armi più forti e taglienti: le armi della cultura, della storia millenaria, le armi della parola e della denuncia, lontano da silenzi che diventano connivenza. E, con queste armi, si colpisca duro e senza pietà, perché non sia più dato asilo nella nostra città a questi maledetti… vandali!