Preoccupata l’intera comunità, che è in subbuglio dopo gli ultimi accadimenti. La solidarietà della Presidente dell’associazione Crisalide, Romina Candela
Preti nel mirino, parroci presi di mira. Non si è ancora spento l moto di sdegno di un’intera comunità per quanto sta accadendo al parroco di Varapodio che arriva la notizia di un altro parroco colpito. Si tratta del parroco di Pannaconi, don Felice Palamara.
Dopo una serie di lettere che stanno raggiungendo il parroco sin dallo scorso mese di settembre, le azioni contro il parroco sono divenute pericolosamente più dirette e concrete. Infatti, si è avuto notizia che la sera di mercoledì scorso è stata presa di mira l’auto di don Felice. Per la seconda volta – raccontano in paese – l’auto del parroco è stata rovinata con un taglierino, utilizzato per disegnare delle croci e delle scritte.
A questo punto, per quanto finora si era provato a minimizzare e soprattutto non diffondere queste notizie allarmanti, per come si sta sviluppando la situazione ha provocato subbuglio nell’intera comunità, che ama don Felice, lo adora per quello che è e per ciò che fa.
Parole di solidarietà nei confronti del parroco sono state spese, in particolare dal presidente del Comitato Crisalide, che è anche la coordinatrice delle associazioni presenti sul territorio cessanitese, Romina Candela: “Esprimo la mia solidarietà, a titolo personale – ha dichiarato Romina Candela – e a nome di tutte le associazioni che rappresento. Don Felice è un parroco che ama la sua comunità, ama tutti , è il sacerdote di tutti ma soprattutto degli ultimi, ama la cultura sempre attento a tutto e disponibile con tutti, ama la gioia e “abbraccia la Croce” come dice sempre lui”.
“Le minacce e la violenza non devono mai essere strumento a cui ricorrere per esprimere un dissenso – ha aggiunto la presidente dell’associazione Crisalide – io penso che la civiltà di un territorio si misura in diversi modi e uno dei modi è il rispetto verso gli altri, verso le istituzioni verso la chiesa, verso i parroci… il rispetto deve essere fulcro vitale e fondamentale dell’essere cittadino civile”.
“Noi oggi siamo molto tristi per quello che sta succedendo – prosegue Romina Candela – perché vogliamo bene a don Felice, vogliamo dire a don Felice che non sarà mai solo e condanniamo questi comportamenti da parte di mele marce). Noi diciamo No a qualsiasi forma di violenza”.
Infine, rivolgendosi soprattutto ai giovani, conclude: “dobbiamo fare rete tra di noi e formare uno scudo forte e impenetrabile, solo così saremo veramente liberi tutti!”.