Fu l’ultimo Questore della Fiume ancora italiana. Arrestato dai nazisti, fu deportato a Dachau dove morì
Tra le tante commemorazione nel Giorno del Ricordo, anche a Vibo Valentia si è organizzato un momento per commemorare la figura di un eroe silenzioso che ha salvato molte vite dalle persecuzioni razziali. Un esempio di coraggio ed altruismo, quale fu Giovanni Palatucci ucciso a Dachau il 10 febbraio di 79 anni fa.
Il commissario Giovanni Palatucci a Fiume, durante l’occupazione nazista, si distinse per il suo coraggio e la sua tenacia nel salvare centinaia di ebrei dalle deportazioni. Dall’8 settembre del 1943, per un anno, con la sua posizione di reggente della Questura, Palatucci divenne un faro di speranza per gli ebrei di Fiume. Rischiava la sua stessa vita per falsificare documenti e organizzare fughe fuori dalla città, consapevole del pericolo che correva. Il 13 settembre 1944 fu arrestato e deportato a Dachau. Le sue parole, pronunciate poco prima della deportazione con l’accusa formale di cospirazione ed intelligenza con il nemico, rivolte ai suoi collaboratori furono “La Polizia significa vita, quella vita che serve ad aiutare il prossimo, la povera gente”.
Ricordando soprattutto queste parole, l’a sezione di Vibo Valentia dell’Associazione della Polizia di Stato, questa mattina si è fatta parte diligente nella partecipazione della sua commemorazione nella ricorrenza del 79° anniversario della morte di Giovanni Palatucci ultimo Questore di Fiume.
L’evento organizzato con la locale Questura, ha visto la presenza di funzionari con il Questore Cristiano Tatarelli, una delegazione dell’Anps guidata dal Presidente Giovanni Vattiata. Ad impartire la benedizione, l’assistente spirituale don Maurizio Raniti ricordando che Giovanni Palatucci nel 1990 è stato riconosciuto come “Giusto tra le Nazioni” dallo Yad Vashem, l’Ente nazionale per la memoria della Shoah in Israele e nel 1995 gli è stata conferita la medaglia d’oro al merito civile. ed ancora, dal 2004, la Chiesa lo ha proclamato “Servo di Dio”, titolo attribuito alle persone per le quali è stato avviato il processodi Beatificazione.
Proprio il Presidente Vattiata ha inteso ricordare che grazie al suo impegno sono stati portati in salvo 5.000 ebrei dalla deportazione nei campi di sterminio