Alle 18.17 del giorno di San Valentino con l’esibizione di Ale&Franz prende avvio la storica, meravigliosa avventura del ritorno del teatro in questa città
In un Paese – l’Italia – che chiude i teatri, c’è una città – Vibo Valentia – che il teatro lo riapre, dopo una attesa lunga trent’anni e dà una risposta, in termini di partecipazione e coinvolgimento popolare, straordinaria.
È la sintesi più efficace per comprendere quanto sia da considerarsi storico quanto accaduto ieri a Vibo Valentia ed è significativo che a dirlo siano due attori dalla lunga esperienza, Ale e Franz, che per primi hanno calcato il palcoscenico del Nuovo Teatro Comunale di Vibo Valentia.
Un evento dal grande significato culturale e sociale che per la “prima” si è caratterizzata con il duplice spettacolo (alle 18.00 e alle 21.00) di questo celebre duo comico.
Sono le 18.17 del 14 febbraio 2024, il giorno di San Valentino. Checché si possa pensare, in barba ai lamentosi denigratori che in città brucano copiosamente solo a patto che nulla di buono accada, è questa la data storica che passerà agli annali della città di Vibo Valentia, che da questo momento potrà essere aiutata nella sua necessaria rinascita culturale e sociale attraverso un luogo, il teatro appunto, che da millenni rappresenta il tempio della massima espressione dell’arte in ogni sua forma, il tempio di quel bello che non è solo una questione estetica ma che è soprattutto una qualità che eleva eticamente una società.
Legittimo, dunque, l’orgoglio del sindaco Maria Limardo. Legittima la soddisfazione unanime di quanti hanno potuto vivere questo momento storico. Presenze che, com’è giusto che sia, non si sono presentate con la casacca della propria appartenenza politica, ma con la sola casacca dell’essere cittadini “veri” di Vibo Valentia, che vogliono il bene della città e guardano con sincerità alla sua crescita socio-culturale. Un’eterogeneità socio-culturale che è la sola cifra distintiva che distingue una comunità che vuole potersi definire civile.
Tutto il resto è scoria populista e qualunquista, buona per titillare l’astio degli haters da social (e i mediocri che se ne fanno portavoce).
Vibo Valentia crescerà, ricongiungendosi con la propria storia e proiettandosi nel futuro, malgrado questi scarti che, fomentando polemiche, provano ancora – inutilmente – ad avvelenare i pozzi della cultura!