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Don Fiorillo, apriamo a Gesù le porte della nostra casa e lasciamo fuori i demoni

Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 18 febbraio

dì Mons. Giuseppe Fiorillo

Carissime/i,

mercoledì scorso, con la benedizione delle ceneri, è iniziata la Quaresima, tempo favorevole per vivere, in questo mondo chiassoso, la fecondità del silenzio superando la dissipazione dei suoni, delle immagini e delle voci. Oggi, prima domenica di Quaresima, siamo spinti con Gesù nel deserto di Giuda:
“In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimane quaranta giorni tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio e diceva: “Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino, convertitevi e credete al Vangelo”.(Marco 1,12-15).
Ci domandiamo perché Gesù, dopo il battesimo al Giordano, viene spinto nel deserto? Una risposta potrebbe essere, fra tante, questa: per essere solidale con la sua gente che, uscendo dall’Egitto, per una generazione, ha vagato nel deserto e, così, da “massa”, col dono della Torah, data da Dio a Mosè, diviene “popolo”; e per essere, ancora, solidale con tutta l’umanità che, oggi come ieri, ha bisogno di liberazione da cose e da persone.
“Gesù stava con le bestie selvatiche”. Nella narrazione dei Padri Antichi della Chiesa le bestie selvatiche sono i demòni, le negatività che abitano dentro noi. Gesù, come uomo, nel deserto, vive la paura, i dubbi, le angosce per tutto ciò che porterà il suo Vangelo in un mondo cristallizzato ed imprigionato in 613 precetti, creati dagli Scribi per tenere sotto pressione il popolo, timorato di Dio.
Gesù vince la tentazione della paura del nuovo perché non accetta di  convivere con soprusi, ingiustizie, violenze.
E, per la salvezza dell’umanità, elabora, nel  deserto, un programma che potremmo definire “manifesto ideologico-religioso di Gesù”.

Eccolo: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo”  (Marco 1, 15).
“Il tempo è compiuto”. San Paolo nella lettera agli Ebrei così commenta questo annuncio di Gesù: “Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente in questi giorni, ha parlato per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo” (Ebrei 1,1-2). Gesù vede la pienezza dei tempi negli ultimi  messaggi di Giovanni, voce libera da paure politiche e da sottomissioni religiose. Giovanni, difatti, completa e chiude l’Antico Testamento il giorno in cui viene rinchiuso da Erode nella fortezza di Macheronte e poi ucciso.
Gesù apre il Nuovo Testamento partendo proprio dal messaggio violentemente interrotto di Giovanni e, percorrendo città e villaggi della Galilea e curando e sanando, proclama la Buona Novella.
“Il regno di Dio è vicino”. 

Gesù prende le distanze dal dio degli eserciti, dal dio lontano e ci porta la visione del Dio abbà (Dio papà), il Dio della dolcezza famigliare.

“Convertitevi”
Cambiate strada, mutate mentalità. Nel nuovo Regno c’è posto soltanto per la fraternità, l’accoglienza, la condivisione di gioie e dolori.

“Credete al Vangelo”.
Solo il Vangelo, se accolto, può convertire questo mondo di demòni in un mondo abitato da angeli. Solo il Vangelo spezza le catene della prepotenza, dell’odio e delle ingiustizie.
Infine ricordiamoci  che la presenza delle belve in armonia e serena convivenza con Gesù è un richiamo all’Eden, al paradiso perduto (Genesi).
Gesù nel deserto, superate le tentazioni, è il nuovo Adamo che costituisce un nuovo giardino in pace con le creature tutte.
E il pensiero va, ancora, al celebre brano di Isaia che descrive l’era messianica come un ritorno all’armonia della creazione, come era all’origine, voluta dal Creatore: “il lupo dimorerà insieme con l’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto, il vitello, la vacca e l’orsa pascoleranno insieme” …(Isaia 11, 6- 8).
Noi, oggi, in questo mondo angosciato abbiamo urgente bisogno di più Vangelo, abbiamo bisogno di liberarci dei nostri demòni quotidiani: il demòne della gola, della lussuria, dell’avarizia, della tristezza, dell’ira, dell’accidia, della vanagloria, dell’orgoglio. Abbiamo bisogno di superare i nostri egoismi, rompere i nostri schemi, aprirci alle attese e alle provocazioni che vengono dalle nuove visioni del mondo. Questa operazione di liberazione da questo mondo, imbevuto spesso dallo spirito del male, la  può compiere l’Evangelo di Gesù Cristo: apriamo a Lui le porte di casa nostra e lasciamo fuori, sull’uscio, i demoni domestici che ammorbano  la nostra esistenza.
Buona domenica di Quaresima.

Don Giuseppe   Fiorillo

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