Un documento firmato dai docenti del Liceo Statale V, Capialbi di Vibo Valentia
Un’intera squadra del Reparto mobile di Pisa potrebbe finire sotto inchiesta per le manganellate sferrate agli studenti durante la recente manifestazione pro-Palestina. Mentre sono una quindicina i poliziotti, compreso il capo squadra e uno dei responsabili dell’ordine pubblico incaricato della sorveglianza della piazza, sui quali si concentra l’attenzione degli inquirenti dopo che la Questura ha inviato un’informativa su quanto accaduto.
Quelle immagini hanno provocato una reazione pressocché unanime di condanna coinvolgendo chiunque in ogni parte d’Italia, anche per questo, pur mantenendo il massimo riserbo sulla vicenda, da ambienti giudiziari trapela la volontà di procedere speditamente, mentre non si placano le prese di posizione e le dichiarazioni in proposito.
Tra questi, anche un documento firmato dai docenti del Liceo Statale V, Capialbi di Vibo Valentia, che si riporta qui di seguito integralmente.
Come docenti ed educatori riteniamo che i fatti Firenze e di Pisa, dello scorso 23 febbraio, dove dei giovani, ragazze e ragazzi delle scuole secondarie, sono stati caricati e manganellati con violenza dalle forze dell’ordine, siano di inaudita gravità. Si sono messe in atto modalità repressive che, oltre a danni fisici diretti, testimoniati dai video disponibili, rischiano di portare anche disastrose conseguenze sul piano educativo.
A scuola ci viene chiesto di insegnare il pensiero critico, ci viene chiesto di sviluppare nei nostri studenti competenze di lettura e comprensione della realtà per consentir loro di essere cittadini attivi e consapevoli. Poi, in strada, succede che la libera e pacifica espressione di idee viene repressa brutalmente da rappresentanti dello Stato.
L’educazione civica, da sempre praticata nelle nostre scuole e introdotta, per legge, quale disciplina obbligatoria appena quattro anni or sono, ha lo scopo di “Formare cittadini responsabili e attivi promuovendo la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità”. Poi si ritiene legittimo e normale rispondere con insolita e ingiustificabile violenza a qualche centinaio di studenti in corteo pacifico, mossi appunto dallo spirito della piena e consapevole partecipazione.
La libertà di espressione e di pensiero sono valori fondamentali sanciti dalla Costituzione italiana, pilastri su cui si fonda la nostra società democratica. Nessuna forma di repressione o violenza può essere tollerata quando si tratta di esercitare questi diritti fondamentali.
Facciamo nostre le parole di Papa Francesco: “Il processo democratico richiede che si persegua un cammino di dialogo inclusivo, pacifico, costruttivo e rispettoso fra tutte le componenti della società civile in ogni città e nazione”
Condanniamo fermamente l’uso della forza da parte delle autorità contro questi studenti che stavano semplicemente esercitando il loro diritto democratico di manifestare pacificamente.
Riteniamo che la violenza non sia mai giustificata e che il dialogo pacifico sia l’unica scelta capace di costruire una società più giusta ed inclusiva. Chiediamo che si faccia luce sull’accaduto e sull’operato delle forze dell’ordine e si individuino le responsabilità di coloro che hanno commesso atti di violenza nei confronti degli studenti, molti dei quali minorenni.
In questo momento di difficoltà, ci uniamo alla comunità studentesca di Pisa e a tutti coloro che lottano per difendere la pace e la libertà di espressione e di pensiero in Italia e nel mondo.
La solidarietà e il sostegno reciproco sono fondamentali per preservare i valori democratici che ci uniscono, siamo e saremo sempre al fianco di studentesse e studenti che si mobilitano per la pace e che pacificamente intendono esprimere le proprie opinioni o il proprio dissenso.