L’ex dg e l’ex ds rossoblu convocano una conferenza stampa e, carte alla mano anche loro, espongono le loro ragioni e respingono le accuse

Il paradosso più assurdo è che gli stracci volano in una società che ha chiuso la stagione agonistica con un successo. Dopo che negli ultimi tre anni aveva collezionato una salvezza in serie C all’ultima giornata, quindi la retrocessione e successivamente un ottavo posto in serie D, la Vibonese conclude l’annata con un terzo posto contro due corazzate come Trapani e Siracusa ed il serie di record tra punti fatti e vittorie conquistate ed il ritorno dei tifosi sugli spalti.

Tutto questo però sembra non essere bastato se è coinciso con le dimissioni del direttore generale e del direttore sportivo, nonché con l’abbandono dell’allenatore Buscè volato verso altri lidi.

Risultato: una conferenza stampa del presidente Pippo Caffo, che lancia accuse pesanti verso i due dirigenti ritenuti colpevoli di avere sforato il budget assegnato per il monte ingaggi avendo contrattualizzato a sua insaputa, tra novembre e dicembre – afferma Caffo – due calciatori che il presidente ritiene essere stati un flop.

Accuse pesanti alle quali l’ex dg Antonello Gagliardi e l’ex ds Francesco Ramondino replicano convocando anche loro la stampo per mostrare, carte e documenti in mano, l’infondatezza di queste accuse.

Un’iniziativa volta innanzitutto a difendere il loro buon nome e la loro capacità professionale, la loro affidabilità di professionisti. Perché, riferendosi a quanto dichiarato dal presidente Caffo nella sua conferenza stampa, all’unisono Gagliardi e Ramondino rispondono: “Certe affermazioni sono lesive della nostra professionalità e dignità, inappropriate e non veritiere”.

Carte alla mano (anche loro!) e slide, Gagliardi ha voluto dimostrare di aver portato in società un introito complessivo di 547mila euro (compresa la ormai “famosa” sponsorizzazione di Bandecchi da 100mila euro, che tanto ha fatto discutere perché avvenuta in piena campagna elettorale (Bandecchi era candidato alle Europee con una sua lista) e senza che il presidente foose stato coinvolto. 

“So io cosa ho passato per avere questa sponsorizzazione! – sbotta Gagliardi – gli sono stato dietro tre giorni e anziché ricevere ringraziamenti si è innescata una polemica assurda, con un linciaggio da parte di qualcuno che non meritavo”. 

Gagliardi chiarisce pure che: “…con la mia società, mi sono accollato dei costi ed un’offerta di servizi per un totale di 52mila euro, ovviamente a favore della Vibonese”.

E gli abbonamenti troppo pochi? Appena 120 abbonamenti. 

La risposta di Gagliardi è in realtà una considerazione: “Siamo passati da 29 a 120 abbonati, per un notevole incremento. Cosa ci si aspettava dopo anni di delusioni, in cui la gente, per vari motivi, si era allontanata dallo stadio e dalla Vibonese? Una cosa del genere richiede tempo. L’abbonamento è un atto di fede dei tifosi”.

L’ex dg ridimensiona anche il capitolo relativo al disavanzo che, in base alla sua ricostruzione, “non è di 400mila euro, perché a questa cifra vanno sottratti 204mila euro relativi a pagamenti arretrati dalle precedenti gestioni”. Di conseguenza, il disavanzo annuale è di 195mila euro. Ergo, la conclusione di Antonello Gagliardi è: “se il 2022 è stato chiuso a -531 mila euro e il 2023 a -412mila euro, questo -195mila euro non mi sembra un disastro se paragonato ai numeri degli anni precedenti». 

Rimane la questione relativa al fatto che Caffo, ha denunciato di non aver saputo nulla in merito all’acquisto di alcuni giocatori e relativa cifra.

Sull’arrivo di Terranova, Gagliardi esclama: “Mi dispiace che il presidente dica che non ne sapesse nulla e alla cifra”. Quindi, secondo il racconto di Gagliardi e di Ramondino, le cose sono andate così:: “Io ho firmato la procura a chi ne cura gli interessi, ma Caffo, ha poi fatto il relativo bonifico al procuratore (con tanto di copia del bonifico mostrata ai cronisti presenti, ndr)”. 

Dov’è il malinteso? Ramondino e Gagliardi spiegano perché era nata la necessità chiudere la trattativa per prendere un rinforzo: “Il 5 novembre, dopo aver vinto la partita con l’Igea Virtus, ci siamo ritrovati a -3 dal Trapani e, assieme al mister, abbiamo detto al presidente di provare a vincere il campionato, rinforzando la squadra. Caffo ci ha risposto di no”.

La risposta di Gagliardi a quel no fu: “dissi a Caffo che mi sarei impegnato a trovare io nuove risorse. Mi rispose che non era d’accordo ma aggiunse “però fate come volete” e quindi ecco l’acquisto di Terranova”

L’ex ds Ramondino entra nei particolari: “È un grande calciatore che purtroppo non ha reso per quanto sperato. Al netto ci è costato 45mila euro di ingaggio. Il biennale lo abbiamo fatto firmare perché nel frattempo si erano fatti avanti Trapani e Altamura. Il secondo anno ci sarebbe costato 75mila euro, ma siccome lui e il procuratore sono delle persone perbene, se fossi rimasto, avremmo discusso tranquillamente e valutato una riduzione dell’ingaggio o anche una rescissione. Per me – aggiunge Ramondino – queste non sono cifre assurde per un calciatore di questo valore”.

Altra questione, il caso Favetta.

“Non mi sembra sia un giocatore rotto – afferma Ramondino – ha giocato 14 gare su 18. Ha vinto tre campionati, segnando molti gol. Aveva offerte da 40mila/45mila euro. Abbiamo chiuso a 35 con alcune clausole che alla fine portano il costo a 42. Non mi sembra una cosa insostenibile alla luce del valore del calciatore”. E il biennale a Favetta? «Se fossi rimasto, avrei trovato tranquillamente una soluzione. Anche qui parliamo di un calciatore perbene e di un procuratore con il quale si può parlare». 

Ma Gagliardi non è solo l’ex dg, è anche componente del cda della Vibonese. Ed allora, come si comporterà? Intende lasciare definitivamente?

“Se l’ambizione di Caffo è vivacchiare, di soldi ne spenderà ancora tanti, perché in D si spende e basta. E gli va dato atto di aver messo parecchi fondi in questi anni: altrove, senza uno come Caffo, tanti club sono spariti dopo pochi anni. Ma il presidente con quella conferenza stampa è andato davvero oltre e non lo meritavamo, sia come persone, sia per quello che abbiamo fatto e che abbiamo voluto illustrare per difenderci da accuse infamanti. Ho perso tempo e clienti per la Vibonese. Adesso è bene che torni al mio lavoro”.

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