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Don Fiorillo, prenditi tempo, prenditi tempo per vivere! Prima la persona, poi l’agenda degli impegni!

Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 21 luglio

di Mons. Giuseppe Fiorillo

Carissime/i.

questa pagina di Marco della 16ª domenica del Tempo Ordinario ci presenta i Dodici che, mandati in missione da Gesù per i villaggi della Galilea, di ritorno, lodano Dio per aver realizzato il progetto loro affidato… e, mentre riferiscono a Gesù su quello che avevano fatto ed insegnato, la folla andava e veniva “e non avevano neanche il tempo di mangiare”. Andiamo al testo :

“Gli Apostoli si riunirono attorno Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: “Venite in disparte, voi soli, in un luogo  deserto e riposatevi un po’”.

Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, Egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno  pastore, e si mise a insegnare  loro molte cose”( Marco  6,30-34).
Gesù propone un ritiro: venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’.
I Dodici, felici per la proposta, partono in barca con Gesù verso un luogo solitario, ma la folla, intuita la direzione del viaggio, arriva a piedi prima.
Nel frattempo Gesù, quando scende dalla  barca, trova una grande moltitudine di gente ed è costretto a scegliere tra due cose buone.
Da una parte la promessa fatta ai suoi di stare in ritiro con loro e prendersi un po’ di riposo, dall’altra parte c’è la gente, stanca ed affaticata, ma desiderosa di ascoltare e stare nella compagnia di chi annunzia un mondo nuovo.


“Il cuore ha delle ragioni che la ragione non ha” (Alessandro Manzoni).
Gesù, alla vista di quest’umanità di cui nessuno si prende cura, “ebbe compassione perché erano pecore senza pastori” e sceglie loro e si mette ad insegnare  molte cose.
Gesù, ancora una volta, sceglie di restare con la gente ed agire ed  insegnare. Dare, cioè, strumenti per orientarsi nella vita e non girare a vuoto; insegnare a diventare adulti, promuovere la dignità della persona; aiutare a cercare la verità, perché “la verità vi farà liberi” (Giovanni 8, 31- 32).
Questa pagina del Vangelo di Marco, carica di forti messaggi, resta sempre attuale ed, ancora  oggi, parla a me, parla a te:
* è necessario, quando si è affaticati, staccare e fare un po’ di deserto, “crearsi una piccola cella in casa” (santa Caterina da Siena), dove rifugiarsi per cercare un senso alla vita;
*avere il coraggio della flessibilità e prendersi la libertà di rinviare quello che è in corso d’opera, quando si presenta una priorità esistenziale;

*non esser rigidi verso la fragilità della povera gente e non restare prigionieri delle programmazioni pastorali, scolastiche, amministrative, spesso lontane dai veri problemi. Prima la persona, poi l’agenda degli impegni!;

*prendersi cura, alla luce della crisi che stiamo vivendo, delle persone esposte alla voracità di lupi che sono tanti e spesso travestiti da agnelli;

*avere a cuore la formazione delle coscienze, confuse nel labirinto dei social e nella liquefazione dei legami sociali, con la forza dell’annuncio coraggioso del Vangelo, che passa attraverso il riconoscimento della nostra fragile umanità.
Santa domenica e… “Prenditi tempo per pensare, perché questa è la vera forza dell’uomo. Prenditi tempo per pregare, perché questo è il maggiore potere sulla terra.
Prenditi tempo per leggere, perché questa è  la base della saggezza. Prenditi tempo per ridere, perché il riso è la musica dell’anima. Prenditi tempo per donare, perché il giorno è troppo corto per essere egoista. Prenditi  tempo per amare ed essere amato, perché questo è il privilegio dato a noi da Dio.
Prenditi tempo per essere amabile, perché questo è il cammino  della felicità. Prenditi tempo, prenditi tempo per vivere!” (testo sapienziale moderno).

don  Giuseppe Fiorillo

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