<p>Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 28 luglio</p>



<p>di mons. Giuseppe Fiorillo </p>



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<p>Carissime/ carissimi,</p>



<p>17.ma Domenica del ; Tempo ; Ordinario. Oggi, lasciato Marco, compagno spirito usuale del viaggio liturgico, per cinque ; settimane, sarà l&#8217;evangelista Giovanni con la lettura del ; 6º capitolo del suo Vangelo: il capitolo che, attraverso vari segni, ci annunzia l&#8217;Eucarestia. Accostiamoci al testo:<br /><br />&#8220;Gesù, passato all&#8217;altra riva del mare di Galilea, cioè di ; Tiberiede, lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e la si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la ; Pasqua, la festa dei Giudei. Allora ; Gesù, alzati gli occhi, vide che ; una grande folla veniva da lui e disse a Filippo:&#8221;Dove potremo comprare il pane, perché costoro abbiano da mangiare&#8221;? Diceva così per metterlo alla prova; egli ; infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: &#8220;Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo.&#8221; Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: &#8220;C&#8217;è qui un ragazzo che ha cinque pani d&#8217;orzo e ; due pesci; ma che cos&#8217;è questo per tanta gente?&#8221; Rispose Gesù:&#8221;Fateli ; sedere&#8221;.</p>



<p> C&#8217;era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che eran seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli:&#8221;Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto&#8221;. Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani ;d&#8217;orzo avanzati a coloro che avevano mangiato&#8221;. (Giovanni 6, 1-15.<br /><br />Il brano di questa domenica ci presenta Gesù che passa con la barca all&#8217;altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberiade. Appena sceso a terra lo segue una grande folla composta da bambini, donne, uomini, tutti stanchi, affaticati ed affamati. Per loro Gesù chiede a Filippo dove si potrebbe comprare il pane per sfamare tanra gente. Filippo, dato uno sguardo sulla folla, fa un calcolo e riferisce che neppure duecento denari (il salario di un anno di lavoro di un operaio) sarebbero sufficienti per offrire a ciascuno soltanto un pezzo di pane. Interviene Andrea, fratello di Simon Pietro dicendo:&#8221; C&#8217;è qui un ragazzo che ha cinque pani d&#8217;orzo (il pane dei poveri) e due pesci; ma che cos&#8217;è questo per tanta gente? &#8220;Per la gente è ;poco o nulla, per Gesù è tutto. Quei pani ; e quei ; pesci sono frutto di condivisione che Gesù prende, rende grazie (immagine dell&#8217;Eucarestia) e li dà per essere distribuiti. E i discepoli si mettono a distribuire alla gente, seduta sull&#8217;erba&#8230; e più distribuiscono più le mani restano sempre piene a tal punto che, dopo aver tutti mangiato pane e companatico, raccolgono &#8211; su comando di Gesù &#8211; i pezzi avanzati in dodici ; canestri.<br />Questo è il miracolo della distribuzione più che il miracolo della moltiplicazione.&#8221;Credo sia più facile moltiplicare i pani e i pesci che non distribuirli. C&#8217;è tanto di quel pane sulla terra che a condividerlo basterebbe per tutti&#8221; (Davide ; Maria Turoldo).<br /><br /> Oggi la lettura di questo brano del vangelo ci offre un modello di condivisione; ed è un ragazzo, senza nome e senza volto, che dona ciò che ha per vivere ed apre, così, una spirale prodigiosa di condivisione. Il problema del nostro tempo non è la mancanza di pane, ma la povertà di un lievito di solidarietà ; che possa fermentare la vita.&#8221;I ragazzi hanno chiesto del pane per mangiare, il pane c&#8217;era ed anche in abbondanza, ma non c&#8217;èra ; nessuno disponibile a spezzarlo&#8221;(Bibbia)<br /><br /> Senza solidarietà, responsabilità, condivisione, predicate da Gesù, l&#8217;umanità scopre la sua nudità, la sua povertà, il suo restare senza pane. ;E resta in crisi l&#8217;umanità! <br />Crisi al tempo di Gesù: c&#8217;è una folla senza pane, perché i pochi ; ingordi (Scribi, Farisei, ;Sadducei ed alti funzionari romani) si erano prese tutte le risorse economiche. Crisi nel nostro tempo: un piccolo ma agguerrito manipolo di affaristi si è impossessato dell&#8217;80% dei beni, lasciando così la grande parte ; dell&#8217;umanità senza pane sufficiente per vivere con dignità. Crisi nel prossimo futuro, ; perché le risorse energetiche vanno esaurendosi velocemente, a causa soprattutto di pochi superpotenti che, con il loro strapotere, rubano il futuro ai giovani, non concedendo, oggi, tempo e mezzi per crearsi un dognitoso avvenire.<br />Che la giustizia e la grazia del Signore ;siano sempre con noi!Teniamo però a mente che &#8220;il cristiano non è ; chiamato tanto a fornire al mondo pane, quanto e ; soprattutto, a conservare il lievito&#8221;(Miguel Unamuno).</p>



<p>Un lievito di condivione, di partecipazione ai beni della terra, perché la terra è ;di tutti, data da Dio agli uomini perché ; la custodissero e la lavorassero (Genesi).<br />Buona domenica.<br />Don Giuseppe Fiorillo.</p>

Don Fiorillo, senza solidarietà, responsabilità, condivisione l’umanità scopre la sua nudità
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da Maurizio

- Categories: è domenica
- Tags: condivisionegesùsolidarietàvangelo
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