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Grande successo per l’iniziativa di Arci Caccia Vibo Valentia alla Pineta di Colamaio a Pizzo

A conclusione, il presidente Domenico Pitimada ha letto un memorandum che contiene una serie di proposte operative

È stato un successo l’iniziativa di Arci Caccia Vibo Valentia che, nell’ambito di “Paladini del Territorio”, il programma di mobilitazione organizzato ogni anno da Fondazione Una ha chiamato a raccolta volontariato ed istituzioni per ripulire e sensibilizzare sulla Pineta di Colamaio, un importante polmone verde a servizio e protezione dell’area tra Pizzo Calabro, Lamezia Terme e Gizzeria che, purtroppo, versa in uno stato di assoluto degrado.

A conclusione delle operazioni, il Presidente Provinciale Arci Caccia Domenico Pitimada ha letto un memorandum che rappresenta un vero e proprio grido di allarme.

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“Compie circa settantacinque anni la Pineta Colamaio – ha ricordato Pitimada – La storia ebbe inizio nel dopoguerra, verso gli anni 50. Per proteggere dal vento e dalla salsedine le aree agricole e le coltivazioni della zona, furono piantumati i primi pini. Oggi questo vasto polmone verde si estende da Pizzo fino a Lamezia Terme e Gizzeria. Una grandiosa e lungimirante Iniziativa di bonifica del vasto territorio ad alta vocazione agricola, con decine di aziende vivaistiche e migliaia di esperti lavoratori agricoli. Centinaia di serre e campi liberi che producono piante, fiori, primizie di ortaggi, verdure e frutta, esportate in tutto il mondo con forte valore aggiunto. Un’imponente opera che tutela il comprensorio e gli ottimi prodotti agricoli. Una barriera verde che, oltre a essere utile all’uomo e alle sue attività, costituisce un valido habitat per la fauna selvatica. Un luogo da tutelare e che invece viene deturpato e non invece tutelato e valorizzato. Si estende per circa 15 km escluso un tratto, lungo 1 km e 850 metri circa, esteso per 50 Ha poco più a Sud del fiume Amato, distrutto da incendio o dall’uomo, forse per insediamenti industriali.

Domenico Pitimada, quindi, ha denunciato una situazione che definisce “allarmante”.

“Se malauguratamente “dovesse partire” un incendio, peraltro possibile a causa dei fuochi accesi da villeggianti poco scrupolosi, facilmente propagabile al resto della pineta, con inestimabili e inimmaginabili danni, immediati e a lungo e medio termine. Uno scenario disastroso con gravi conseguenze sull’intero e molteplice sistema produttivo e dei servizi dell’ampia area”

Questo perché – spiega ancora – questa notevole estensione non facilmente controllabile, oltre all’alto tasso di degrado, soffre per la mancanza della necessaria manutenzione, basta osservare che non ci sono “piste tagliafuoco” né all’interno, né lungo il perimetro, da qui, la proposta_ “Creare alleanza tra gli Enti Pubblici dell’ampia zona, (da Gizzeria a Vibo) e le tante imprese e operatori (vivai, aziende agricole, attività commerciali della ristorazione e del turismo, ecc.), che a vario titolo svolgono le loro attività nel territorio. Una sorta di “Consorzio/Coordinamento pubblico/privato”, con l’obbiettivo principale dì “gestire la sicurezza della Pineta” attraverso il reperimento di un fondo economico, anche con la partecipazione diretta dei componenti, per finanziare manutenzione e vigilanza, obiettivizzata alla salvaguardia e miglioramento della Pineta dagli incendi e dal degrado dell’abbandono di rifiuti vari. Assunzione di guardie giurate e tecnici per impianti tecnologici (videosorveglianza, foto trappole mobili, rilevatori di fumi, sensori di allarmi, droni, ecc,), per garantire vigilanza anche con pattugliamento H24ore e manutenzione tutto l’anno”.

A giudizio di Arci Caccia Vibo Valentia, “L’iniziativa produrrebbe un impatto positivo, negli imprenditori, nelle Amministrazioni comunali e nei cittadini. La vigilanza mista avrebbe effetto deterrente su chi abbandona rifiuti in pineta o sulla spiaggia e maggiore sicurezza. Turisti, avventori vari e residenti, opportunamente informati attraverso cartelli posizionati nei punti strategici, manterrebbero un “comportamento più appropriato al luogo”, in virtù dei controlli umani e tecnologici e delle possibili sanzioni, anche di carattere penale. La manutenzione e cura della Pineta, il taglio degli alberi secchi, la loro sostituzione, per mantenere stabile la presenza boschiva, le opportune piste tagliafuoco, la vigilanza umana e tecnologica, una migliore organizzazione con riqualificazione di spazi arredati e attrezzati per attività ludiche dei bambini, dei praticanti attività sportive, aree picnic per coloro che amano desinare nel bosco, ed altro ancora, non ultimo, ingressi “autorizzati”, per indurre a un diverso approccio i fruitori della Pineta e della spiaggia.

“Ciò – conclude il memorandum letto da Domenico Pitimada – stimolerebbe maggiore e più rispettosa frequenza e l’auspicabile aumento di attività turistico-ricettive Se veramente vogliamo che la frase “ProteggiAmo La Pineta” abbia un senso e un prosieguo, è necessario progettare il suo futuro, che non può essere il degrado di oggi o la sporadica manifestazione di raccolta”.

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