I Carabinieri di Lamezia terme arrestano quattro persone, di cui una minorenne, per il reato furto aggravato di autovetture, furgoni e scooter, ricettazione ed estorsioni
Il cavallo di ritorno è una pratica illegale diffusa in tuta Italia e particolarmente in Calabria, che consiste nella richiesta di pagamento di un riscatto, rivolta a chi ha subito un furto, per riottenere ciò che gli è stato rubato.
Ed è proprio di questo reato che sono accusate quattro persone di cui due sono finite in carcere, una agli arresti domiciliari ed un minore collocato in una comunità ministeriale
L’operazione portata avanti dai carabinieri di Lamezia Terme ha potuto documentare i numerosi furti aggravati di autovetture, furgoni e scooter, ricettazione ed estorsioni con la tecnica del cosiddetto “cavallo di ritorno” commessi da parte di alcuni soggetti appartenenti alla comunità ROM.
Le indagini sono state avviate a seguito del furto di un’autovettura avvenuto il 20 aprile 2024 nelle adiacenze del Palazzo di Giustizia di Lamezia Terme, uno dei tanti, statisticamente troppi furti di veicoli, puntualmente rinvenuti poche ore dopo in circostanze “anomale”, tanto da indurre gli inquirenti ad approfondire il fenomeno.
In questo specifico caso alcune ore dopo il furto, la vittima riceveva sul proprio cellulare una telefonata nella quale veniva chiesto del denaro, tra i 500 ed i 1.000 euro in contanti, in cambio della restituzione del proprio veicolo.
Il proprietario, però, non ha acconsentito e ha immediatamente denunciato il fatto ai Carabinieri consentendo non solo di identificare gli autori del furto e dell’estorsione ma anche di recuperare l’autovettura, facendo così scoprire un modus operandi portato avanti in tutto il territorio lametino dalle persone oggi arrestate appartenenti alla comunità ROM
Le indagini, svolte tra aprile e luglio 2024, hanno documentato numerosi furti di veicoli seguiti dalla richiesta di denaro e, nella maggior parte dei casi, anche grazie alle denunce sporte immediatamente dalle vittime, è stato possibile recuperarli senza che le vittime dovessero pagare; in altri casi invece è stato accertato che le vittime avevano accettato di pagare il prezzo del riscatto senza formalizzare alcuna denuncia per paura di ritorsioni.
Nel corso delle indagini, due degli indagati arrestati, sono stati colti in flagranza di reato nella notte del 5 agosto , grazie anche alla collaborazione del personale Commissariato, per il furto di un’utilitaria e 6 furti aggravati su veicoli in sosta (1 consumato e 5 tentati), in prossimità dello scalo ferroviario centrale di Lamezia Terme.