Non sono bastati due provvedimenti restrittivi, ora ha ricevuto divieto di dimora e di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, dovrà mantenere da quest’ultima una distanza non inferiore a 200 metri
Capita a volte che le persone anziane si fissino nel commette atti che potrebbero interferire con la normale vita delle persone che stanno loro vicine, è quanto è successo a Condofuri, dove un 36enne reggino, decide di rivolgersi ai carabinieri a causa delle continue vessazioni poste in essere da un anziano 76enne suo vicino.
La vicenda si sta protraendo già da diversi anni, la prima reazione della vittima si ha nel 2021 quando decide di rivolgersi ai carabinieri della Stazione di Condofuri San Carlo poiché vittima, unitamente alla propria famiglia, di veri e propri atti persecutori da parte dell’anziano, al quale nel 2022 viene comminata la “misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa su provvedimento del G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria, che di fatto non permettevano agli stessi di condurre una vita serena e senza condizionamenti”.
Le indagini avevano evidenziato come il 79enne, per questioni privatistiche legate all’utilizzo di un tubo della condotta idrica, che sorge su un terreno di proprietà di una parente dell’anziano e che sfocia in quello della persona offesa nonché di fatto utile per la relativa irrogazione, in diverse occasioni e in diversi momenti della giornata, e già dalle prime ore del mattino, staccava il tubo dell’acqua, interrompendo la fornitura all’abitazione del 36enne o si appropriava talvolta di una parte del tubo dopo essere passato davanti la proprietà del suo vicino tenendo in mano un martello.
Malgrado il provvedimento l’anziano ha continuato nella sua opera vessatoria e persecutoria nei confronti del 36enne e della sua famiglia violando diverse volte le prescrizioni cautelari a cui lo stesso era sottoposto tanto da risultare destinatario nel maggio 2024 della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla P.G. in aggiunta alla precedente misura.
Neanche la seconda misura restrittiva ha dato frutti, infatti, da maggio a settembre di quest’anno in ben 4 circostanze l’anziano reiterava i suoi comportamenti, solo che ora venivano puntualmente ripresi da una fototrappola appositamente installata in una sterpaglia dal 36enne, e le immagini sono state acquisite dai militari dell’Arma allegate ad un’ulteriore denuncia.
Ora l’anziano ha ricevuto la comunicazione di notizia di reato alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria che ha richiesto al Giudice del Tribunale di Reggio Calabria l’emissione di adeguata misura cautelare, tenuto conto che quelle in atto non avevano svolto un’efficace funzione dissuasiva.
L’uomo, oltre al “divieto di dimora nel comune di Condofuri e di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, dovrà mantenere da quest’ultima una distanza non inferiore a 200 metri, astenendosi dal comunicare con questa con qualsiasi mezzo”.
Chissà che finalmente la smetta di perseguire il 36enne che forse potrà finalmente usufruire dell’acqua.