Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 6 ottobre
di Mons. Giuseppe Fiorillo
Carissime/i,
il brano del vangelo di questa 27º domenica del tempo ordinario ci presenta Gesù che, lasciata definitivamente la Galilea, percorre la Giudea evangelizzando città e villaggi.
Ecco Il testo:
“Alcuni Farisei si avvicinarono a Gesù e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: “Che cosa vi ha ordinato Mosè?” Gli dissero: “Mosé ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla”.
Gesù disse loro: “Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una carne sola. Dunque l’uomo non divida, quello che Dio ha congiunto”.
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: “Chi ripudia la propria moglie, e ne sposa un’altra commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro commette adulterio”. (Marco 10,2-16).
Grande folla segue Gesù venendo anche da oltre il Giordano. Tra la folla non mancano gli infiltrati, i Farisei, che controllano le parole ed i gesti di Gesù per
metterlo alla prova e così tentare di screditarlo agli occhi della gente.
Sono tante le questioni, che vengono presentate a Gesù: oggi una in particolare, matrimonio e divorzio: “È lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?”
I Farisei lo sanno bene che è lecito, conoscendo quello che Mosè, nel Deuteronomio aveva affermato: “Quando un uomo ha preso moglie e… se trova in lei qualcosa di vergognoso, scriva un libello di ripudio, glielo consegni in mano e la mandi via da casa” (Deuteromio 24, 1).
E conoscono bene il Talmud, commento alla Torah, libro riconosciuto sacro dalle autorità del Tempio: “Se una donna non trova più grazie agli occhi del marito, questi la repudi e sarà salvo”.
E conoscono bene, ancora, l’insegnamento delle due scuole rabbiniche di Gerusalemme circa matrimonio e divorzio: la scuola di Shamnai e quella di Hillel. La prima, rigorista, afferma che il marito può lasciare la moglie solo in caso di provato adulterio ; la seconda, lassista, concede al marito di abbandonare la propria moglie per qualsiasi motivo… anche se ha dimenticato di mettere sale nella minestra. I Farisei sono a conoscenza di tutto e con la domanda a Gesù: è lecito… vorrebbero trascinarlo nella scelta di una corrente di pensiero…
Ma Gesù non ci sta, perché va al di là di Mosè, va al di là delle scuole rabbiniche, rifacendosi direttamente al Creatore: “All’inizio della creazione Dio li fece maschio e femmina; per questo l’uomo, lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola”. (Genesi 2, 24.)
Gesù, rifacendosi alle origini, condanna il maschilismo civile e religioso di tutti i tempi e proclama la parità uomo-donna nel dare rilievo, nel vivace dibattito con i Farisei, alla meraviglia di Adamo dinanzi ad Eva: “Questa sì, è osso delle mie ossa, carne della mia carne”. (Genesi 2,23).
Carne nel linguaggio biblico sta per vita, esistenza. Ecco a che cosa sono chiamati un uomo e una donna che si incontrano e si uniscono per realizzare il progetto di Dio e vincere la solitudine: “Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile”. (Genesi 2, 18).
Il matrimonio, nel superare la solitudine, crea, giorno dopo giorno, nuove relazioni, riempiendo la proprio vita di novità, rompendo egoismi, arricchendo l’umanità di nuove vite, i bambini: amore di una coppia che si fa carne!
Quei bambini che Gesù “prendeva fra le sue braccia, li benediceva ed imponeva le mani su di loro>. (Marco. 10,26). Negli occhi dei bambini brilla sempre il sogno di Dio , non contaminato, ancora, dagli adulti!
Nella operazione di Gesù verso i bambini, a nostro monito, abbiamo tre verbi importanti: abbracciare, benedire, prendere cura: tre forti messaggi che Gesù coniuga a favore dei bambini e degli “scarti” della terra…e che sono per noi il lascia passare per entrare nella dimensione sponsale del vangelo di Gesù.
Buona domenica con l’augurio che nelle comunità familiari si possano sempre vivere le cose buone che uniscono ed allontanare quelle che dividono.
Don Giuseppe Fiorill