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Se è la Calabria a rinunciare al proprio sviluppo… il caso Baker Hughes – Corigliano Rossano

Una nota dell’azienda annuncia il ritiro dal progetto di costruzione di un sito industriale su quel porto, ma conferma gli investimenti annunciati e previsti nel proprio stabilimento di Vibo Valentia

Baker Hughes – azienda di tecnologia al servizio dell’energia e dell’industria che in Italia opera principalmente attraverso la società Nuovo Pignone – ha reso noto di avere formalmente provveduto a presentare all’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Jonio la rinuncia al rilascio della concessione per la costruzione di un sito industriale nel porto di Corigliano-Rossano.
I motivi della rinuncia vengono chiaramente espressi in una nota dell’azienda e diffusa dalla sede di Firenze: “L’incertezza legata ai tempi di sviluppo – rallentati da un ricorso dell’Amministrazione Comunale di Corigliano-Rossano – e quindi il venire meno delle condizioni temporali necessarie per realizzare il progetto come inizialmente concepito, inclusa la concentrazione di tutte le attività in un’unica area idonea ad ospitarle, cioè la banchina, sono alla base di questa decisione difficile ma purtroppo inevitabile”.
Baker Hughes chiarisce di avere assunto questa decisione: “con grande rammarico, nonostante le risorse impiegate e il grande impegno dedicato nel corso dell’ultimo anno e mezzo al confronto e all’ascolto degli attori del territorio: Istituzioni, parti sociali, società civile”.

Dalla nota diffusa dall’azienda si colgono due elementi che, se da un lato testimoniano il rammarico per quanto ha portato a questa decisione che suona così come una condanna al mancato di sviluppo di quell’area, dall’altro lasciano pensare che, malgrado l’accaduto, Baker Hughes non rinuncia alla sua presenza fattiva in Calabria. Spiegano, infatti: “A fronte di questa mancata espansione in Calabria, e per poter rispondere alle esigenze dei clienti nei tempi appropriati, Baker Hughes sta valutando soluzioni interne di medio termine per garantire la continuità del proprio business”.
L’azienda, poi, conferma gli investimenti annunciati previsti nel proprio stabilimento di Vibo Valentia, che consentiranno di potenziare la capacità produttiva e realizzare nuove infrastrutture, a testimonianza del ruolo della Calabria nelle strategie aziendali e nella filiera globale di Baker Hughes”.

Baker Hughes stabilimento Vibo esterno 1

La conclusione lascia intendere che quanto accaduto per la questione Corigliano Rossano non ha creato turbamenti nei rapporti istituzionali. Si legge, infatti: “L’azienda riconosce e apprezza l’impegno, la disponibilità e la collaborazione offerte al progetto nelle numerose e frequenti interazioni da parte di Regione Calabria, Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Jonio, ZES, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Confindustria, Organizzazioni Sindacali e
quanti altri siano stati coinvolti nel percorso”.

Si guarda, dunque, con rinnovato interesse a quanto si realizzerà nello stabilimento di Vibo Valentia, che rimane un importante presidio industriale dell’intera area non solo vibonese, ma soprattutto calabrese.

Infatti, come precisa la stessa azienda: “Il sito Baker Hughes di Vibo Valentia è un centro di eccellenza per la saldatura e la progettazione e la costruzione di scambiatori ad aria per diverse applicazioni nel settore dell’energia, nonché per l’assemblaggio di centraline e la fabbricazione e lavorazione meccanica di grossi componenti statori di materiale pregiato per compressori e turbine a gas”.

Il piano di espansione annunciato oggi, spiegano ancora dalla sede centrale di Firenze: “fa seguito ad altri investimenti e iniziative che hanno interessato il sito vibonese, tra cui l’inaugurazione, nel 2022, di una nuova linea produttiva per l’applicazione di processi avanzati di saldatura automatizzata e di lavorazioni meccaniche ad elevato livello tecnologico per la realizzazione di componenti strutturali per turbine a gas di dimensioni medio-piccole e per turbine a gas di derivazione aereonautica, e la creazione della Welding Academy, un programma realizzato in collaborazione con Adecco che ha permesso la formazione e l’assunzione di 6 operatrici di produzione specializzate in saldatura”.

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