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Caso Baker Hughes, interviene Varì: purtroppo Vibo Marina non ha le condizioni necessarie richieste

L’assessore regionale allo sviluppo economico spiega che il porto di Vibo Marina, all’esito dell’analisi condotta dall’azienda già un anno su sua richiesta. non possiede superfici, dimensioni e pescaggio sufficienti

Il dietro front della Baker Hughes, i cui effetti vanno ben oltre Corigliano Rossano, scuotono la Calabria, toccando un nervo scoperto di una regione affamata di lavoro. Nella città dell’alto Jonio l’opposizione in consiglio comunale è sul piede di guerra per quella che ritiene un’enorme occasione persa per il territorio. Intanto Vibo Marina e Saline Joniche avanzano la propria candidatura, mentre si susseguono dichiarazioni e dichiarazioni provenienti dalle più disparate parti e posizioni, in un bailamme che far capire che in realtà regna confusione, approssimazione, quando non addirittura totale mancanza di notizie serie che indichino quale sia la verità in questa vicenda dai toni paradossali.

Arrivano adesso le parole dell’assessore allo Sviluppo economico della Regione Calabria, Rosario Varì, che più di altri può avere contezza della realtà dei fatti.

“Fa male, dopo aver profuso tanto impegno per creare un contesto favorevole ad un insediamento produttivo significativo, come quello proposto da Baker Hughes nel porto di Corigliano Rossano, vedere svanire l’opportunità di un investimento da 60 milioni di euro che avrebbe potuto cambiare le sorti di un intero territorio”.

assessore vari
L’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Rosario Varì

Così esordisce Rosario Varì, che poi aggiunge: “In Calabria c’è un governo regionale, guidato dal presidente Occhiuto, che lavora quotidianamente per attrarre investimenti, fonti di crescita, sviluppo e ricadute occupazionali per i nostri giovani. C’è poi un’altra parte politica che, invece, lavora nella direzione opposta, condannando i territori che amministra all’oblio e facendo scappare aziende e opportunità.

Ciò premesso, l’assessore regionale parte all’attacco: “La parte politica che sostiene o è contigua all’amministrazione comunale che ha messo alla porta Baker Hughes piange oggi lacrime di coccodrillo: è complice e corresponsabile, ha impedito la creazione di centinaia di posti di lavoro, ha vanificato l’opportunità di tanti giovani di lavorare in Calabria e deve assumersene la responsabilità”.

Un ultimo, opportuno chiarimento l’assessore Varì lo fa a proposito di quanti si stanno ora proponendo in alternativa a Corigliano Rossano. Soprattutto, a proposito di Vibo Valentia l’assessore regionale allo Sviluppo economico, avendo più di un anno fa interessato l’azienda a valutare l’ipotesi di Vibo Marina, chiarisce: “Quanto agli altri porti calabresi la prima analisi per l’insediamento la Baker Hughes la fece, su mia esplicita ed insistente richiesta, proprio sul porto di Vibo Marina, ma l’esito dell’analisi condotta dall’azienda fu che non ci sono superfici, dimensioni e pescaggio sufficienti”.

Dunque, speranze nulle sui buoni propositi del sindaco Romeo e dei suoi amministratori…

Infine, Varì chiude il suo intervento con una serie di interrogativi che suonano come un preciso atto d’accusa: “Dove sono stati nei mesi scorsi, e dove sono oggi, i sedicenti paladini del lavoro in Calabria per i nostri giovani? Tutti in silenzio? Tutti aderenti al partito del no? Tutti a piangere lacrime di coccodrillo? Che vergogna!”.

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