Padre e due figli facevano credere alle vittime che un congiunto era in pericolo e si facevano consegnare denaro e gioielli
Le truffe alle persone più deboli, come gli anziani, sono le più deplorevoli anche perché lasciano degli strascichi psicologici dai quali spesso le vittime non riescono più a riprendersi, non è stato il caso però di alcune di loro che hanno permesso di sgominare una banda formata da un uomo di 40 anni e i suoi due figli 20enni, tutti residenti nel casertano, ritenuti responsabili di truffe ai danni di persone anziane.
Questa mattina, infatti, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, con il supporto di militari dei Comandi Provinciali di Genova e Caserta, hanno arrestato i tre tra Genova e Castel Volturno.
Il modus operandi era sempre lo stesso attraverso la cosiddetta “truffa del Carabiniere” che prevedeva una telefonata, in cui un falso Carabiniere o Avvocato comunicava alla vittima un’emergenza, sostenendo che un loro familiare fosse stato coinvolto in un grave incidente stradale e fosse in stato arrestato. Per evitare peggiori conseguenze, alle vittime venivano chieste somme di denaro o gioielli, una volta sicuri che i malcapitati fossero disposti a consegnare loro quanto chiesto, un complice si presentava a casa della vittima per prendere soldi e gioielli.
Le indagini su alcune di queste truffe, messe in atto tra gennaio e giugno 2024, portate avanti dai Carabinieri della Stazione di Bovalino, sono scattate dopo le denunce di alcune vittime e si sono concentrate sull’analisi e l’incrocio di diversi dati soprattutto sulle immagini delle telecamere di videosorveglianza, sia pubbliche che private, sull’analisi dei tracciati GPS delle auto a noleggio utilizzate dai sospettati, e sullo studio dei tabulati di traffico telefonico dei loro cellulari, visto che i militari dell’arma erano riusciti a risalire ai numeri di telefono con cui venivano contattate le vittime, numeri che però erano intestati a persone straniere nell’intento di evitare di essere rintracciati.
Un ruolo fondamentale però lo hanno avuto alcune delle vittime che nonostante tutto sono riuscite a fornire preziosi dettagli che hanno facilitato le indagini. La loro testimonianza ha permesso ai Carabinieri di ricostruire i movimenti della banda e di agire tempestivamente per fermare i colpevoli.
Grazie all’Operazione Game Over i carabinieri hanno potuto recuperare gran parte della refurtiva, circa 70 mila euro, tra contanti e gioielli di valore, e restituirla ai legittimi proprietari