Nessun voto contrario, solo due astenuti. Spicca l’assenza completa del gruppo consiliare di Forza Italia. In aula solo sparuti esponenti dell’opposizione
La Treccani dà una definizione secca: pigro, indolente nell’operare per mancanza di volontà attiva e di forza spirituale; codardo; e, ovviamente, rimanda alla Divina Commedia dove Dante li colloca nel vestibolo dell’inferno: «l’anime triste di coloro che visser sanza infamia e sanza lodo». Insomma, non li ha ritenuti degni nemmeno di stare all’Inferno!
Dante Alighieri, infatti, colloca gli ignavi nell’Antinferno poiché li reputa indegni di qualunque cosa, sia delle gioie del Paradiso che delle pene dell’Inferno: non essendosi mai schierati nella loro vita, non hanno mai avuto né espresso idee proprie e si sono sempre adeguati alla massa, all’idea del più forte. Questo perché un uomo che nasce come essere sociale, se si sottrae ai suoi doveri verso la società a quel punto, secondo la riflessione del Sommo Poeta, non è degno di considerazione alcuna.
Qualcosa del genere è accaduto questa sera in Consiglio comunale, quando l’ordine del giorno ha affrontato il tema relativo alla proposta di riconoscimento dello Stato di Palestina.
Banchi della maggioranza folti e compatti, quelli dell’opposizione per lo più vuoti mostrando chi fossero i “grandi assenti”: quello che è stato preannunciato come il nuovo e più numeroso gruppo di Forza Italia non segnava alcuna presenza: i consiglieri che portano la casacca del partito dell’attuale Ministro degli Esteri, di colui che – per compito e dovere istituzionale – rappresenta ufficialmente la posizione dell’Italia nel conflitto israelo-palestinese non c’è, non si esprime, non fa conoscere il suo pensiero, a dispetto delle forti polemiche che tra i gruppi politici e l’opinione pubblica vibonese che ha anticipato questa seduta di Consiglio: in blocco è assente dall’aula consiliare di Vibo Valentia.
Assenti anche altri consiglieri d’opposizione, lo scontro politico-polemico è portato avanti dal rappresentante di Fratelli d’Italia, Schiavello, che interviene, mette a verbale un suo documento e poi si astiene al momento del voto finale sull’ordine del giorno. Si astiene pure la Nesci, sebbene protagonista di uno confronto verbale particolarmente acceso. Vota a favore, dai banchi dell’opposizione, Muzzopappa. Di altri consiglieri d’opposizione, nemmeno l’ombra! (si staranno ripassando la Divina Commedia?)
Ma perché alla fine, dopo le polemiche degli ultimi giorni e dopo l’aspro scontro verbale in Consiglio, non si segnalano voti contrari?
Perché – saggiamente, opportunamente – l’originario ordine del giorno è stato “aggiornato” attraverso alcuni significativi “ritocchi” utili ed emendare il testo precedente ed a chiarire alcuni passaggi che lasciavano spazio a interpretazioni pericolosamente di parte (di una parte).
E così, si precisa che: “il riconoscimento dello Stato di Palestina” è affiancato alla “promozione di politiche di Pace e pacifica convivenza e fratellanza tra i popoli. Si premette che “si condanna ogni forma di terrorismo e violazione dei diritti umani”. Si chiarisce che: “Riconoscere lo Stato di Palestina non significa ignorare le legittime esigenze di sicurezza del Popolo e dello Stato d’Israele – che riconosciamo e rispettiamo con convinzione – né schierarsi contro un popolo o una nazione, né incoraggiare in alcun modo le azioni terroristiche di Hamas, che condanniamo fermamente”. Altro passaggio opportunamente chiarito è poi relativo alla capitale che può essere Gerusalemme ma “condivisa con lo Stato di Israele”.
Certo, sarebbe stato “bello” che tra gli emendamenti ci si fosse ricordato che quanto accade oggi è il drammatico, atroce risultato del vile inumano atto terroristico compiuto da Hamas il 7 ottobre di un anno fa, ma…
Così emendato, l’ordine del giorno ha assunto valore e significati saggiamente corretti rispetto al testo originale e già questo può ritenersi un atto di realismo e saggezza politica rafforzato dal tono pacato, quasi ecumenico assunto dal sindaco Enzo Romeo a conclusione del dibattito.
Rimane il “giallo” del silenzio e dell’assenza del Gruppo di Forza Italia. Rimane da capire i motivi che hanno portato a questo mancato schierarsi. Nei corridoi di Palazzo Luigi Razza si vociferava che l’ordine di scuderia è arrivato “dall’alto”, dopo che era fallito il tentativo del coordinatore provinciale azzurro di compattare tutto il centrodestra su una linea comune già tracciata. Tentativo fallito perché qualche esponente del centrodestra si è messo di traverso opponendosi proprio a quella “linea comune già tracciata”. A quel punto, ai consiglieri comunali azzurri era stato indicato il silenzio, ma gli stessi hanno scelto di andare via piuttosto che dare prova di un inspiegabile mutismo.