A giudizio dell’ex sindaco, “non c’è nessun “Assessore Operaio” disponibile a rimboccarsi le maniche a profondere energie, lavoro, tempo, passione come negli anni passati”
“Un grave e pesante passo indietro nel generale impulso impresso al progresso sociale della nostra città”.
È un misto di amarezza, tristezza, sconforto l’esclamazione di Maria Limardo, pensando alla sua città che l’ha vista fino a giugno scorso nel ruolo di sindaco. Maria Limardo, che certamente (e, di sicuro, anche a dispetto dei suoi denigratori a prescindere) passerà alla storia coma il Sindaco della Capitale Italiana del Libro, proprio su questo aspetto, sociale e culturale, interviene avendo scoperto, come lei stessa spiega, che: “stando al virgolettato riportato dalla stampa locale, arriva la notizia che il “Festival del Leggere & Scrivere” non si farà”. Notizia che arriva, sottolinea l’ex sindaco: “proprio in contemporanea a quella dell’elezione dello stesso primo cittadino di Vibo a Presidente del Sistema Bibliotecario Vibonese”.
“Che destino beffardo, vien da dire…”.
“Il Festival – ricorda Maria Limardo – è ormai divenuto una realtà straordinaria e negli anni si è qualificato non solo e non tanto come un evento di intrattenimento, ma soprattutto come un potente catalizzatore di crescita sociale in grado di risvegliare, ogni volta, quel senso di appartenenza e di identitario orgoglio culturale, creando un diffuso senso di comunità. Questo, e molto altro, ha rappresentato per la comunità vibonese il “Festival del Leggere e Scrivere”, ed è con questa consapevolezza che la mia amministrazione, nonostante i gravissimi problemi anche economici, ha sempre fatto di tutto per far vivere alla città quella straordinaria condivisione di esperienze culturali. Noi lo abbiamo voluto ad ogni costo ed è per questo che siamo riusciti nell’intento, immettendo risorse proprie, ma soprattutto amore e passione, la forza della determinazione e della volontà, quelle stesse che oggi, evidentemente, mancano all’attuale esecutivo municipale”.
L’accusa rivolta all’attuale amministrazione nasce da una sua considerazione: “Non è un problema economico, non è un problema di ritardo nei tempi come si vorrebbe far credere. La verità, infatti, va cercata altrove e risiede nel fatto che a questa Amministrazione manca l’anima, la capacità di immedesimarsi nel tessuto cittadino, di fare proprie le speranze e le ansie di crescita. Manca inoltre ogni spinta propulsiva”.
Il rammarico si trasforma in in una attribuzione di colpa: “Ogni giorno di più si acuisce la distanza tra l’Amministrazione e le attese della città. Spenti i fari della campagna elettorale, finite le sagre estive, adesso sarebbe stato il tempo della concretezza, di far vedere di che pasta è fatto il governo della città, anche perché la campagna elettorale del fronte progressista è stata roboante e pregna di slogan. E, invece, ecco servita la pietanza: il Festival quest’anno non si farà e non perché tra le pieghe del bilancio non ci sono i soldi o perché non ci sono i tempi, più semplicemente perché non c’è nessun “Assessore Operaio” disponibile a rimboccarsi le maniche a profondere energie, lavoro, tempo, passione come negli anni passati hanno fatto gli Assessori che nei cinque anni si sono succeduti “.
Ma anche in Maria Limardo la speranza è l’ultima a morire: “Confidiamo, comunque, in un ravvedimento operoso, e che il Sindaco possa superare quel senso di scoramento che gli ha fatto dire no a quell’evento che ha fatto di Vibo Valentia un punto di riferimento culturale di prim’ordine; confidiamo in uno scatto di orgoglio di questa amministrazione”.
Sebbene, non nascondendo un certo scetticismo verso il possibile ravvedimento, passa all’azione e lancia una proposta a suo modo dirompente; “se nulla di tutto ciò dovesse accadere sono certa che in tanti avranno voglia di aderire ad un Comitato Pro Festival che valga a mantenerlo in vita con tutto quello che rappresenta, storicità compresa”.