Centinaia e centinaia di ragazzi hanno gremito l’Auditorium del Liceo Classico Michele Morelli di Vibo Valentia per la cerimonia di consegna del Premio
Scelto per ricevere il Premio Operatore d’Oro 2024, don Maurizio Patriciello arriva e subito minimizza i convenevoli andando dritto al cuore dei ragazzi che hanno gremito l’auditorium del liceo classico Michele Morelli.
Il parroco di Campo Verde di Caivano ha provato a indicare ai ragazzi la strada da seguire per arrivare a costruire un percorso di crescita e di legalità, protagonista di un incontro intenso, moderato dal giornalista Tonino Fortuna, caratterizzato da momenti di forte compartecipazione con gli studenti.
A fare gli onori di casa, il preside del Morelli, Raffaele Suppa, decisamente soddisfatto per la riuscita di questa diciassettesima edizione del Premio.
Tra un dialogo e l’altro con gli studenti, le performance degli allievi, i loro lavori che gli vengono consegnati, don Maurizio non rinuncia ad un ulteriore messaggio.
Particolarmente significativi alcuni suoi messaggi.
«Sono qui per voi giovani. Per dire a tutti voi che siete straordinari e la maggior parte dei nostri ragazzi è spesso vittima di una minoranza di violenti. Io sono semplicemente un prete. E sono certo che se i preti fanno i preti e gli insegnanti fanno gli insegnanti, un modo per sconfiggere la criminalità esiste».
«Avrete anche il diritto – tuona dal palco prima di scendere tra gli allievi a ricevere il premio da due ragazzi disabili – di andare in piazza senza essere presi a colpi di pistola? E allora ribelliamoci. Noi siamo la maggioranza. Non possiamo accettare alcuna forma di connivenza».
E spiega: «Un incontro può salvarci o rovinarci la vita. Io posso dire di essermi salvato. Ma qualche amico caro l’ho perso per colpa della camorra. Ed il fatto grave è che il mafioso oggi porta la cravatta, parla bene l’inglese, mentre tanti ragazzi si ammazzano in un Sud senza diritti, per il quale dobbiamo combattere ogni giorno. Un Mezzogiorno che non ha diritto a una sanità dignitosa, dove i giovani sono senza lavoro e senza diritti, dove il male, talvolta, ha la faccia di un angolo di luce».