Il dibattito nella sala convegni della sede di Serra S. Bruno, alla presenza, con il commissario Alfonso Grillo, di dirigenti regionali ed importanti relatori esperti del settore
Che cosa sia oggi il Parco Naturale Regionale delle Serre, cosa è diventato in vent’anni di attività, lo sintetizza perfettamente il dirigente regionale Giovanni Aramini con una frase semplice apparentemente, perché invece di profondo significato: “Il cuore verde di una Calabria verde”. Questo perché il Parco regionale delle Serre è una delle aree protette che assieme ai tre parchi nazionali ed alle riserve marine fa della Calabria una delle regioni più attente alla tutela della biodiversità.
In questi primi vent’anni di vita, il Parco può vantare un importante bilancio fatto di tutela ambientale, crescita sostenibile e valorizzazione del territorio. Nato tra iniziali resistenze, oggi il Parco è riconosciuto come un motore di sviluppo, tanto che molti Comuni limitrofi chiedono di farne parte.
Nell’ambito dei festeggiamenti per il ventennale, di particolare interesse si è dimostrato l’incontro a più voci organizzato presso la sede amministrativa dell’Ente a Serra San Bruno.
Il commissario Alfonso Grillo ha sottolineato i risultati raggiunti, dalla tutela della biodiversità al turismo ambientale, passando per la valorizzazione di attrattori simbolici come la Certosa di Serra San Bruno e luoghi meno noti, come il Convento di Soriano e il Bosco Archiforo. Tra i progetti futuri spicca la creazione del Museo della Biodiversità, previsto per il 2025.
Un territorio che si estende per quasi 18mila ettari ed interessa 26 Comuni a cavallo tra le provincie di Vibo Valentia, Catanzaro e Reggio Calabria, mentre altri dieci nuovi comuni spingono per entrare a fare parte della perimetrazione dell’area protetta.
A spiegare meglio a cosa è arrivato ad essere il Parco, il Direttore Francesco Pititto: “In questi due decenni il Parco si è fatto strada e possiamo tranquillamente ragionare di una storia di successo. Siamo decisamente soddisfatti non solo per la condivisione, da parte di comuni, comunità e cittadini, della prospettiva di tutela del territorio, ma anche per le performance dell’Ente Parco nell’impiego e nella spesa dei fondi comunitari».
I progetti finanziati nell’ambito della programmazione 2014/2020 sono numerosi: si va dalla realizzazione di aree didattiche a progetti di educazione e diffusione della conoscenza del parco, dalla realizzazione di itinerari naturalisti agli investimenti per le piste ciclabili, dalla realizzazione dell’itinerario di archeologia industriale sulla via del ferro fino alla sentieristica ed all’immissione del cervo italico. Un ventaglio di iniziative, già concretizzate, che ha ricevuto sostegni per più di 8 milioni di euro, il 92% dei quali spesi e rendicontati.
«Nonostante la numerosità e la complessità dei finanziamenti assegnati – spiega ancora il direttore Pititto – siamo riuscisti a spenderli, a farlo velocemente e bene. È un risultato che ovviamente ci riempie di orgoglio ed è merito di una squadra, dai dipendenti ai tecnici ed anche alle ditte coinvolte, tutto ciò ci ha permesso di dare un forte impulso allo sviluppo del territorio”.
Il dibattito di Serra San Bruno ha segnato anche l’esordio ufficiale del neo-dirigente della UOA valorizzazione e promozione del patrimonio naturale istituita presso il dipartimento ambiente della Regione, Roberto Cosentino: “Un investimento, quello sulla tutela dell’ambiente, ritenuto decisivo, questo spiega perché nelle ultime settimane – ha affermato Roberto Cosentino – la Giunta regionale, il Presidente Occhiuto e l’assessore Calabrese hanno scelto di istituire una struttura organizzativa dedicata proprio a questi temi.
«Certamente – ha proseguito Cosentino – il nostro patrimonio ambientale deve essere conosciuto innanzitutto da noi calabresi e deve essere lo strumento attraverso il quale ci rimettiamo in contatto con il senso di appartenenza, con l’orgoglio di essere calabresi. Questi luoghi in parte lo sono già e possono diventare ancor di più motore di sviluppo sostenibile attraverso un turismo qualificato e legato alla capacità di narrare e raccontare la nostra terra”.
A sua volta, il dirigente regionale Giovanni Aramini ha sottolineato come il Parco sia diventato un asset strategico per l’economia locale, contribuendo alla creazione di posti di lavoro e alla crescita del turismo sostenibile. Tra le iniziative che hanno avuto maggiore impatto figura la Ciclovia dei Parchi, che attraversa alcune delle aree più affascinanti della regione.
Con il 35% del territorio calabrese sotto tutela, i parchi naturali stanno rivelando un potenziale enorme per lo sviluppo socio-economico della regione, unendo conservazione e innovazione.
Giustamente soddisfatto il commissario Alfonso Grillo per la riuscita dell’evento.
“È stata anche la giusta occasione per ricordare alcune figure che sono state importanti per la nascita di questo Parco, come il compianto Domenico Romano Carratelli, che per primo propose la legge costitutiva, e Domenicantonio Basile, che da assessore regionale all’Ambiente, riuscì a costituirlo con una visione moderna e di grande attualità ancora oggi. Ecco perché oggi il Parco si può annoverare a ben ragione come uno dei principali motori per lo sviluppo di questa area della Calabria”.