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Don Fiorillo: Abbiamo bisogno di te, Signore, di te solo e di nessun altro. È grande il bisogno di Te in quest’ora del mondo

Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 24 novembre

di Mons. Giuseppe Fiorillo

Carissime/i,

oggi, si conclude l’anno liturgico (anno b) con la celebrazione della Solennità di Cristo, Re dell’universo. La pagina odierna del vangelo di Giovanni ci presenta Gesù, la mattina del venerdì santo, in colloquio con Pilato, rappresentante dell’impero Romano nella Giudea dal 26 al 36 dopo Cristo.

Ecco il testo. “In quel tempo Pilato disse a Gesù: “Sei tu il Re dei Giudei?” Gesù rispose: “Dici questo da te, oppure altri hanno parlato di me? … il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù”. (Giovanni 18, 33-37)

Gesù nella notte del Giovedì Santo, viene condannato a morte dal Sinedrio, il quale non potendo eseguire la sentenza di morte, riservata esclusivamente al potere Romano, lo consegna al tribunale di Pilato per essere giustiziato. All’alba del venerdì, quindi, sono uno di fronte all’altro: il rappresentante di Roma, il quale, secondo le testimonianze dello storico Tacito e di Giuseppe Flavio, era un uomo violento duro, venale, superstizioso, ostile ai Giudei, pronto a provocarli e reprimerli; Gesù, al contrario, mite ed umile di cuore:” era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai tosatori” (Isaia 53, 7).

Gesù nel processo notturno (erano vietati dalla legge ebraica i processi notturni!) era rimasto in silenzio al cospetto di Anna, di Caifa e di tutto il Sinedrio. Apre ora un intenso dialogo soltanto con Pilato, il quale riconoscendo la sua innocenza, tenta una sua giustificazione: “La tua gente e i Capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che hai fatto?”
Due mondi, due concezioni di vita si incontrano: il mondo romano, sintetizzato col verso di Virgilio: “parcere subiectis et debellare superbos” (risparmiare i vinti e sopprimere i superbi) ( Eneide 6,853) e Gesù col suo messaggio delle beatitudini: beati i poveri, gli affitti, i miti, i misericordiosi ,i puri di cuore, gli operatori di pace, i perseguitati…perché di essi è il regno di Dio.

Da questo incontro, turbato dagli schiamazzi della folla, nasce una grande affermazione di Gesù. Alla domanda di Pilato: tu sei re? Gesù risponde: “Tu lo dici? Io sono re, ma il mio regno non è di questo mondo”. Qual è dunque questo regno? “È un regno di verità e di vita, un regno di santità e di grazia, un regno di giustizia, un regno di amore e di pace. (dal Prefazio odierno).

Gesu davanti a Pilato

E La storia di Pilato e di Cristo si ripete … Ancor oggi, difatti, la logica dei regni terreni è combattere, vincere e dominare. La logica di Gesù è accogliere e dare e farsi servitore: “Non sono venuto per essere servito, ma per servire”. (Matteo 20, 28).
I reggitori di questo mondo, con le loro scelte scellerate, spezzano, spesso, le vite dei Popoli, producendo fiumi di sangue; non così per il Re dell’Universo che non spezza nessuno, al contrario, versa volontariamente il suo sangue per tutti, creando una logica del servizio.
I potenti vogliono dei sudditi, dei sottomessi, dei proni al loro volere, Cristo, invece, nel dare valore alle responsabilità delle persone, genera un popolo di figli di Dio con uguale dignità al suo cospetto .

Buona domenica. “Abbiamo bisogno di te, Signore, di te solo e di nessun altro. Tu solamente, che ci ami, puoi sentire per noi tutti che soffriamo la pietà che ciascuno di noi sente per se stesso. Tu solo puoi sentire quanto è grande, incommensurabilmente grande, il bisogno che c’è di Te in questo mondo, in quest’ora del mondo”… (da Storia di Cristo di Giovanni Papini).

Don Giuseppe Fiorillo

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