Non possedeva ne la partita IVA ne il titolo abilitante alla professione di dottore commercialista
Abusivo esercizio di una professione è l’accusa che hanno mosso le Fiamme Gialle vibonesi ad un commercialista che esercitava la professione da almeno una decina di anni ma non era iscritto all’apposito albo professionale.
La persona coinvolta svolgeva la libera professione nella provincia vibonese, sebbene sprovvista sia di partita IVA che del titolo abilitante alla professione di dottore commercialista, per questo è stata perquisita la sua abitazione e la sede legale di una società, oltre al suo personal computer e sono stati sequestrati numerosi documenti, sia cartacei che digitali, imputabili a persone fisiche e ad aziende, tutto posto disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
“La normativa vigente prevede che i professionisti abilitati alla trasmissione telematica delle dichiarazioni fiscali – si legge in una nota della Guardia di Finanza di Vibo Valentia – devono presentare, alla Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate territorialmente competente, una preventiva comunicazione contenente l’indicazione, non solo dei dati personali, ma anche dei requisiti professionali, della partita IVA e dei luoghi dove è esercitata l’attività. Resta fermo che il reato per cui si procede sussiste anche al di fuori dei casi di presentazione di dichiarazioni fiscali, cioè pure quando sia prestata una consulenza tecnica di matrice tributaria.
L’intervento eseguito esprime l’ampiezza della missione istituzionale che il decreto legislativo n. 68 del 2001 affida alla Guardia di Finanza, nel cui ambito si colloca la tutela del mercato dei beni e dei servizi quindi della libera professione. Tale intervento mira a favorire, in generale, l’osservanza della legge dunque a saldare il rapporto tra cittadini e Stato e, in particolare, il rispetto delle regole del gioco previste per i liberi professionisti”.