Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 1 dicembre
di Mons. Giuseppe Fiorillo
Carissime/i,
oggi, è il capodanno della liturgia dell’anno “c”. Inizia l’Avvento, tempo di attesa, di speranza e di profezia. Avvento dalla radice latina: venire accanto, farsi vicino. La pagina del vangelo di Luca fa parte dei discorsi apocalittici che Gesù pronunzia nel Tempio di Gerusalemme negli ultimi giorni della sua vita terrena annunziandoci un caos: segni nel sole, nella luna, nelle stelle, angoscia di popoli e potenze che sconvolgono.
Ecco il testo di questa prima domenica di avvento:” Gesù disse che ai suoi discepoli: “Vi saranno segni nel sole, nella lune e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti… Le potenze dei cieli, infatti, saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulla nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi ed alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano… negli affanni della vita- Vegliate on ogni momento pregando, perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo”.. (Luca 21,25-28.34- 36).
Gesù nell’ultima settimana della sua vita terrena, nel Tempio di Gerusalemme, pronunzia, in vari circostanze, dei discorsi detti escatologici, raccolti dagli Evangelisti Matteo, Marco, Luca. Sono discorsi che, attraverso immagini aspre: terremoti, carestie, guerre, ci presentano non la fine del mondo, ma il senso di come va, spesso, la storia degli umani. Accadranno cose terribili, sì, ma oltre i frantumi di questo mondo, oltre le ceneri delle sconfitte, c’è un Dio che ci tende una mano e ci invita a sognare “cieli nuovi e terre nuove” .
Questa pagina di Luca, oggi, ci aiuta anche ad interpretare questo tempo di crisi. C’è, difatti, in corso una crisi nella chiesa e c’è una crisi profonda nella società? Nella chiesa diminuiscono le vocazioni, si impoverisce la presenza nelle parrocchie, cresce l’indifferenza religiosa, i giovani, in gran parte, sono assenti, sono indifferenti per la poca fiducia che hanno nelle istituzioni religiose… E allora che fare? È necessario accettare la fine della chiesa dei privilegi, dei compromessi con i poteri mondani, del trionfalismo, dei riti vuoti di umanità…
E sognare una chiesa che fa piccoli passi, ma costanti, nell’accogliere una umanità bisognosa di cure; una chiesa che vive l’integrazione di ogni razza, di ogni lingua, di ogni cultura, di ogni colore; una chiesa che abbatte “le muraglie che per troppo tempo avevano rinchiuso la Chiesa in una cittadella privilegiata”. (Misericordiae vultus, bolla pontificia di Papa Francesco, marzo 2015).
E c’è una sconcertante crisi economica che si basa sul profitto e sull’invito al consumismo: fattori che hanno fatto sì che il 20% dell’umanità possieda l’80% dei beni di questa terra e, di conseguenza, l’80% possiede soltanto le briciole che cadono dalle mense dei nuovi ricchi epoloni. Che fare? Bisogna cambiare strada e favorire un modello di economia non fondato sulla logica della crescita ad ogni costo, ma sul rispetto delle persone, della natura, all’insegna della sobrietà e della solidarietà. Progetto religioso e sociale ambizioso, ma bisogna porre mano subito, se non vogliamo perire tutti in un caos apocalittico.
Gesù, oggi, per uscire da questo caos, fatto di droghe, mafie, alterazioni climatiche, con conseguenze di disastri naturali e, soprattutto, uscire da guerre ignobili, trionfo della menzogna e della falsità, ci propone tre messaggi, quale terapia per costruire una umanità solidale.
Eccoli:
“Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi ed alzate il capo”. Prendete coscienza, lasciate l’uomo “pronus”, volto soltanto alla terra ed accogliete l’uomo “erectus” che guarda verso il cielo, che spazia verso orizzonti lontani, alla ricerca di una nuova. terra promessa.
“State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze ed affanni della vita”. È necessario fare una operazione di potatura, così come fa il contadino con le piante che, per farle rendere di più in fiori e frutti, le libera dai rami secchi e superflui.
“Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere”. È questo l’invito di Gesù alla vigilanza su se stessi abitando la propria vita e partecipando a gioie e dolori con tutti coloro che vivono nella compagnia degli uomini.
Questa terapia, proposta da Gesù, aiuta a vedere un “oltre” per dare senso alla nostra unica, irripetibile esistenza. Oltre le devastazioni della terra con uno stop agli inquinamenti che riducono in un cumulo di spazzatura “questa bella d’erbe famiglia e d’animali”. (Ugo Foscolo); oltre le violenze sulle donne, sui bambini e su ogni essere umano e dispensare tenerezza, accoglienza, dignità e sorrisi, musica per la vita; oltre ogni paura che uccide, ogni angoscia che appesantisce, ogni ubriacatura che stordisce; oltre e sempre oltre, perché soltanto Lui, Gesù, ci dà la forza di alzare i nostri sguardi verso l’alto, aprendoci alla speranza di mondi nuovi, nonostante questa umanità sballottata, confusa, disorientata e mortificata dalla follia dei reggitori di questo mondo. Questi “oltre” ci aiutano a sentirci parte dell’intero creato, sentirci tutti fratelli nel cammino verso il Natale 2024.
Buona domenica di Avvento all’insegna del messaggio del mistico medievale Meister Eckart: “Cristo può nascere mille volte a Betlemme, ma se non nasce in me, è nato invano”.
Don Giuseppe Fiorillo.