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Quando Hollywood si spostò a Mosca: al Museo del Rock di Catanzaro “Il Bacio di Mary Pickford”

Sabato 7 dicembre la Cineteca della Calabria propone l’opera musicata da Marcello Capra per ricordare i 140 anni dalla nascita di Francesco Misiano

Si chiudono le celebrazioni per i 140 anni dalla nascita di Francesco Misiano al Museo del Rock di Catanzaro, Sabato 7 dicembre, alle ore 18,00,  con la musicazione del film Il Bacio di Mary Pickford ad opera di Marcello Capra. Il film di montaggio racconta la visita a Mosca di Douglas Faibankd junior e Mary Pickford, nel 1926, per lanciare le industrie cinematografiche Mezrabpom delle quali era presidente Misiano, uomo del dialogo Usa-Urss e grande animatore internazionale.

L’evento, organizzato dalla Cineteca della Calabria e dal Museo del Rock , si avvale della presenza del musicista Marcello Capra; intervengono Piergiorgio Caruso, Eugenio Attanasio, Domenico Levato. L’iniziativa segue la presentazione del volume “Francesco Misiano Cinema e Rivoluzione”, tenutasi a New York, presso la Cuny, e che ha avuto una eco internazionale grazie alla comunicazione promossa dalla prof. Eugenia Paulicelli della Cattedra di Letteratura comparata e cinema dell’Università di New York e del giornalista Luigi Stanizzi. 

Il film: URSS, periodo liberista della Nep (1921-26). Un aspirante cascatore, maschera di cinema a tempo perso, s’innamora di una bella spettatrice. La giovane emancipata non lo corrisponde, a causa di un’altra passione. È afflitta da “americanite”, sorta di psicosi innescata dai serial americani. Il’inskij quindi si sottopone a indicibili prove per essere all’altezza dei modelli stranieri. Al suo primo ingaggio come controfigura, riceve fortunosamente il bacio di Mary Pickford (realmente in visita a Mosca durante le riprese). Così assurge a semidio dell’establishment cinematografico. Ma se ne pentirà repentinamente, per gettare la maschera e, infine, riconciliarsi con i valori di una società comunista senza divi, né manie.

Esperto nella regia di film a episodi, Komarov realizza una delle tante commedie finanziate dal Soccorso Operaio Internazionale (Mežrabpom-fil’m). Il film ironizza sulle maschere di genere, per liquidarle (Robin Hood, Tarzan, Zorro, Harry Pill). In modo bizzarro, si coniuga la fiction alla cronaca, secondo una prassi in voga sin dai tempi dei montaggi misti degli agitkà (1918-22). Si sfrutta da un lato il girato in studio, dall’altro le riprese ‘dal vero’ della missione russa.
Il musicista: Marcello Capra nasce musicalmente nei mitici anni 60 con il gruppo dei Flash, quando la “British Invasion” irruppe sensibilmente nella vita delle nuove generazioni e nel mondo musicale italiano. Nel 1971 entra alla grande nei “mitici anni 70 nostrani, fondando i “Procession” uno dei primi gruppi progressive italiani. Con i “Procession” incide “Frontiera” e diventa parte della storia dell’Italian Prog. Con i “Procession” ebbe una intensa attività live fino a quando dovette abbandonare il gruppo per il servizio militare. Dopo alcune collaborazioni con Raffaella De Vita, Enzo Maolucci e Tito Schipa Junior. intraprende la carriera come solista ed approda al suo primo album, “Aria Mediterranea”, cui seguiranno nel tempo più produzioni discografiche talvolta con ospiti “storici” quali Silvana Aliotta e Beppe Crovella. Parallelamente crea il trio del Glad Tree.
Sia su disco che dal vivo la sua musica diventa accentrata prevalentemente sulla chitarra acustica, dove si specializza in un approccio quanto mai originale. Laddove la storia della chitarra, si è ramificata manifestandosi attraverso i più svariati approcci stilistici, dagli arabeschi armonici degli arpeggi all’intricata fluidità del fingerpicking, dal virtuosismo percussivo del “tapping”, agli sperimentalismi “scrapping” e oltre, alla Fred Frith, Marcello ha trovato una sua attitudine alla musica “chitarristica”; dando vita ad un suo originale approccio stilistico. Lo stile di Marcello, si può definire un “Intenso armonico/ritmico melodicizzato”.

Pur inserendo momenti della tecnica consolidata, il clou della sua musica è quel suo modo di ”compattare” armonia e ritmo, con un senso melodico “in testa”, in un vortice di intensità che caratterizza gran parte dei suoi brani. C’è una energia rock mista ad una passionalità flamenca che lo rende immediatamente riconoscibile.

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