I Carabinieri hanno seguito gli spostamenti del ladro grazie anche alla collaborazione con la Società Autostrade
Come Pollicino i Carabinieri della Stazione di Carcare, in provincia di Savona, hanno seguito passo a passo le briciole di indizi che ha lasciato un ladro d‘auto e sono riusciti, non solo ad identificarlo ma anche a ritrovare il mezzo sottratto alla sua proprietaria, peccato però che era già stata fatto a pezzi in modo da poterlo rivendere sul mercato nero dei ricambi per auto.
Una donna aveva parcheggiato la sua auto, una Fiat Multipla, in una via del centro di Carcare e poi per prendere parte ai “fuochi” di San Giovanni, finita la festa torna dove aveva lasciato l’auto ma con stupore si accorge che non c’era più, quindi si reca dai carabinieri e sporge denuncia.
I militari dell’Arma, si sono messi subito al lavoro e malgrado i pochi indizi, hanno iniziato a ricostruire il percorso che avrebbe potuto fare il ladro d’auto.
Grazie all’analisi delle telecamere di videosorveglianza e con la collaborazione della Società autostradale hanno scoperto che, poco dopo il furto, la vettura aveva imboccato l’Autostrada A6 ad Altare, quindi era uscita al casello di Albenga. A quel punto hanno recuperato il ticket autostradale, per verificare la presenza di eventuali impronte che conducessero all’identificazione del conducente. Sul biglietto, personale del RACIS Carabinieri di Parma, è riuscito a repertare in modo chiaro le impronte digitali del ladro, del pollice della mano sinistra e del dito medio della mano destra di un uomo, poi identificato come un 42enne calabrese con precedenti penali.
I carabinieri sono quindi passati al monitoraggio degli spostamenti del presunto colpevole, e attraverso i tabulati telefonici, hanno potuto confermare la sua presenza in zona nei giorni del furto. A questo punto sono entrati in azione anche i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, coadiuvati dallo Squadrone Carabinieri Eliportato Cacciatori di Calabria, che hanno eseguito nei confronti dell’indagato una perquisizione, trovando nella sua disponibilità alcuni pezzi smontati della Fiat Multipla, modello molto diffuso nel mercato dei pezzi di ricambio rubati.
«Se è dunque vero che la signora savonese non rivedrà più la sua amata Fiat Multipla, ormai cannibalizzata, la sua denuncia non è stata un mero obbligo amministrativo – commentano dall’Arma dei Carabinieri – ma ha contributo ad assicurare che un reato non restasse impunito, evitando forse ad altri la stessa disavventura».