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Calabrese ucciso al culmine di una lite nella bergamasca

litigio finisce in sparatoria un morto di 42 anni a pontirolo foto fb931758 c531 11ef 97cb b6cccee49f72 1920 1080

L’uomo voleva fare chiarezza su alcuni maltrattamenti subiti da una delle sue tre figlie da parte del fidanzato appartenente anche lui ad una famiglia di origine calabrese

Pontirolo, in provincia di Reggio Calabria, no il comune si trova in provincia di Bergamo, ma quello che è successo nella giornata di ieri pomeriggio vede protagoniste due famiglie originarie della punta dello stivale.

Il tutto avviene al culmine di una lite tra due famiglie. Roberto Guerrisi, 42 anni, un reggino residente da anni a Boltiere si era recato nel vicino comune di Pontirolo per fare chiarezza su quanto gli aveva raccontato una delle sue figlie, e cioè di avere subito dei maltrattamenti da parte del fidanzato, appartenente anche lui ad una famiglia di origine calabrese.

Secondo la prima ricostruzione fatta dai carabinieri di Treviglio e dal Nucleo investigativo di Bergamo, Roberto Guerrisi, in mattinata, si sarebbe presentato a Pontirolo per parlare con la famiglia del fidanzato di una delle sue tre figlie, quindi se ne sarebbe andato promettendo che sarebbe tornato e che non sarebbe stato solo, cosa che effettivamente ha fatto insieme ad alcuni suoi parenti.

Erano circa le 14:30 e alcuni testimoni hanno riferito di aver visto un gruppo di persone di fronte al cancello chiuso della concessionaria appartenente alla famiglia del fidanzato che discutevano animatamente, ad un certo punto, uno dei membri della famiglia rivale avrebbe estratto una pistola di piccolo calibro esplodendo due colpi, uno dei quali ha colpito al volto Roberto Guerrisi dall’alto in basso, uscendo sotto la scapola destra. Un testimone, che ha sentito gli spari e ha chiamato le forze dell’ordine, ha riferito di aver visto l’uomo con il volto insanguinato che si allontanava dal luogo del ferimento e, dopo aver percorso circa 30 metri lasciando una lunga scia di sangue, stramazzare a terra.

L’arma usata per uccidere Guerrisi non è ancora stata trovata e i Carabinieri hanno passato ore ad interrogare i testimoni e i membri delle due famiglie coinvolte per cercare di fare luce su chi avrebbe potuto sparare, intanto la pistola non è ancora stata trovata, una prima ricerca è stata fatta nei tombini e nei cassonetti dell’azienda, e quindi nell’officina e nell’abitazione al piano superiore, da dove è stato portato via molto materiale, in serata sono arrivati anche i vigili del fuoco di Treviglio per un sopralluogo più approfondito e per un’ispezione dei campi vicini, senza risultato. Il corpo di Roberto Guerrisi è stato portato al Papa Giovanni in attesa dell’autopsia che sarà eseguita nei prossimi giorni.

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