Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 2 febbraio
di Mons. Giuseppe Fiorillo
Carissime, carissimi,
celebriamo oggi la liturgia della 5ª domenica del tempo ordinario. Ci accompagna l’Evangelista Luca con la narrazione della chiamata dei primi Apostoli. Ascoltiamo il brano del Vangelo della liturgia odierna:
“Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù stando presso il lago di Gennesaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì su una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca”. Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla, ma sulla tua parola getterò le reti”. Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano… Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: “Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore”… Gesù disse a Simone: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”. E tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono” (Luca 5,1- 11).

Questa pagina dell’Evangelista Luca pone alla nostra attenzione tanti momenti di riflessione. Ne sottolineamo alcuni.
Primo momento: Gesù chiama i primi Apostoli.
Gesù, lasciata Nazareth, percorre la Galilea predicando e sanando tutti coloro che incrociavano il suo cammino.
Non vuole portare il messaggio della salvezza da solo. Ed ecco chiama al suo seguito degli uomini che dimostravano un interesse particolare per l’annunzio di un regno di Pace e di Giustizia. Importante è notare che le chiamate avvengono sempre sul posto del proprio lavoro. I primi quattro sono dei pescatori, Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni; Matteo è un gabelliere, un odiato esattore delle tasse, a servizio dell’amministrazione romana; Giuda Taddeo è un contadino; Simone lo zelota un ex terrorista, convertito alla causa di Gesù. Nella squadra dei Dodici c’è rappresentata tutta l’umanità impegnata nel proprio fare quotidiano. Non c’è posto per i fannulloni, gli sfaticati, i nulla facenti.
Secondo momento: Gesù ha bisogno degli uomini.
Gesù cammina lungo le rive del lago di Gennesareth. Molta folla lo segue. Incontra dei pescatori che, scesi dalle barche, stavano lavando le reti. Sono stanchi ed avviliti, perché, pur percorrendo il lago per tutta la notte, non avevano pescato nulla. Il più depresso è Simon Pietro, il responsabile della società di pesca. Gesù chiede proprio a lui il permesso di salire sulla sua barca e chiede, ancora, di spostarla un poco dalla terra per così poter insegnare alla folla ed essere ascoltato da tutti, adagiati sulla riva del lago.
Ieri Gesù ha avuto bisogno di Pietro e della sua barca. Oggi ha bisogno di noi, o meglio, vuole avere bisogno di noi, per farci partecipi del suo progetto di Salvezza. Questo desiderio di partecipazione tra Cielo e terra lo viviamo con l’afflato di immagini e parole di un canto medioevale, attribuito ad un anonimo fiammingo delle XIV secolo:
” Cristo non ha mani ha, soltanto le nostre mani, per fare oggi il suo lavoro.
Cristo non ha piedi ha, soltanto i nostri piedi, per guidare gli uomini sui suoi sentieri.
Cristo non ha labbra ha, soltanto le nostre labbra, per raccontare di sé agli uomini di oggi.
Noi siamo l’unica Bibbia che i popoli leggono ancora. Siamo l’ultimo messaggio di Dio scritto in opere e parole”.
Terzo momento: prendi il largo.
Alla catechesi di Gesù, rivolta alla folla dal pulpito della barca di Pietro, (Luca non ci dice nulla del discorso di Gesù) seguono le azioni. A Pietro Gesù dice: lascia la riva , prendi il largo e getta le reti. Pietro, esperto pescatore, ubbidisce all’inesperto (in pesca!) falegname di Nazareth. Tutta la notte lui e soci avevano percorso, in lungo e largo, il lago. ..ed il lago per loro si era rivelato sterile. “Maestro – dice Pietro – abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. E gettarono le reti e presero una quantità enorme di pesci che quasi le reti si rompevano. E si è riempita anche la seconda barca. E quel mattino c’è stato pesce per tutti. A Pietro ora non interessa tanto il pesce del miracolo, quanto Gesù. Ed anche ai suoi soci di pesca, Andrea, Giacomo e Giovanni, ora, non interessa che soltanto Gesù. Due o tre incontri forti, vissuti nella vita, cambiano l’esistenza. Quel mattino, sulle rive del lago di Gennesareth, la vita di Pietro e soci, nell’incontro con Gesù, è radicalmente cambiata. “Non temete; d’ora in poi sarete pescatori di uomini”. Resta il mestiere, cambia la destinazione d’uso. Dio viene per intensificare la vita non per togliere qualcosa. Viene sempre per dare il cento per uno moltiplicando la capacità di gioia, di coraggio, di fecondità.
“Ed essi tirate le barche a terra lasciarono tutto e lo seguirono”. Sulle rive del lago di Gennesareth quel radioso mattino nasce la Chiesa di Gesù, la chiesa missione per il mondo!
Come a Pietro ed ai suoi soci, oggi, Gesù dice a me, a te: “prendi il largo” e ricomincia sempre dal poco che hai, perché la primavera comincia col primo fiore, la notte con la prima stella, il fiume con la prima goccia d’acqua, il cammino col primo passo, la vita con la prima cellula.
Buona domenica con la gioia del Signore nostra forza.
Don Giuseppe Fiorillo