Intervista al neo riconfermato Presidente, che ha nominato tra gli eletti il vicepresidente, M° Saverio Tinto, la segretaria, M° Concetta Cannizzaro, e la tesoriera, M° Maria Carmela Ranieri
Si è svolta, presso il 501 Hotel di Vibo Valentia, l’Assemblea Elettiva degli organi di gestione dell’Organizzazione Cori Calabria (OCC). Per il terzo mandato consecutivo, il M° Gianfranco Cambareri è stato riconfermato all’unanimità alla presidenza. Cambareri, direttore del Coro Polifonico “Dominicus” di Soriano Calabro e docente presso il Conservatorio Statale di Musica “F. Torrefranca” di Vibo Valentia, guiderà l’ente per i prossimi anni.
Sono stati inoltre eletti i dieci membri del Consiglio Artistico Direttivo:
Provincia di Vibo Valentia: M° Romolo Calandruccio e Don Mimmo Dicarlo;
Provincia di Reggio Calabria: M° Roberto Caridi, M° Domenica Verduci, M° Concetta Cannizzaro;
Provincia di Cosenza: M° Maria Carmela Ranieri, M° Saverio Tinto;
Provincia di Catanzaro: M° Licia Di Salvo, M° Giovanna Massara;
Provincia di Crotone: M° Domenico Scordamaglia.
Dopo l’introduzione del M° Cambareri e l’approvazione del bilancio, si è dato avvio alle operazioni di voto. Successivamente, il presidente ha nominato tra i membri eletti il vicepresidente, M° Saverio Tinto, la segretaria, M° Concetta Cannizzaro, e la tesoriera, M° Maria Carmela Ranieri.
L’Organizzazione Cori Calabria, fondata nel 1993 dai presidenti onorari Don Vincenzo Barbieri e Mons. Giorgio Costantino, ha conosciuto una significativa crescita sotto la guida di Cambareri. Nel 2018 contava 14 cori associati; oggi ne annovera ben 47. L’OCC, affiliata alla FENIARCO, prosegue il suo percorso di promozione della coralità calabrese, con un’attenzione particolare alla formazione di giovani direttori.
Intervistato al termine dell’assemblea, il Maestro Cambareri ha ribadito l’importanza della formazione per garantire elevati standard qualitativi nell’ambito della coralità: “La formazione rappresenta un pilastro imprescindibile per il progresso della coralità, in quanto consente non solo di preservare la qualità esecutiva, ma anche di trasmettere alle nuove generazioni il valore autentico del fare musica insieme. È fondamentale seguire, curare e valorizzare i giovani direttori e, allo stesso tempo, incentivare la nascita di cori di voci bianche e giovanili. La pratica corale è un’esperienza straordinaria, ma va condotta con rigore e consapevolezza. L’approssimazione nella direzione rischia di compromettere l’intero processo esecutivo, sminuendo la ricchezza e la profondità del repertorio corale.”

Soffermandosi sulla preparazione dei direttori, ha precisato: “Non esistono cori mediocri, ma solo direttori privi della necessaria competenza. L’Organizzazione Cori Calabria ha il dovere morale di offrire strumenti adeguati affinché i direttori possano acquisire una solida preparazione e trasmettere la bellezza della musica corale in maniera autentica. Troppo spesso si sottovaluta il ruolo del direttore di coro, ritenendo erroneamente che basti essere validi strumentisti per svolgere questa funzione. In realtà, la direzione corale è una disciplina che richiede competenze specifiche, le quali non possono essere acquisite esclusivamente attraverso lo studio di uno strumento musicale.”
Facendo un parallelo con il mondo strumentale, ha aggiunto: “Si consideri il caso di un pianista diplomato che assiste a un’esecuzione in cui un direttore di coro, pur avendo competenze pianistiche di base, si esibisce in un recital pianistico. È evidente che il pianista, forte della propria formazione specialistica, percepirebbe immediatamente le lacune interpretative e tecniche dell’esecutore. Analogamente, chi non possiede una preparazione adeguata nella direzione corale non dovrebbe improvvisarsi direttore, poiché tale ruolo richiede un bagaglio tecnico e interpretativo specifico. Rispetto per la musica significa anzitutto rispetto per la professionalità di chi la pratica per i coristi e per il pubblico, che è sempre in grado di riconoscere la qualità e la bellezza autentica.”
Con il nuovo mandato, l’OCC continuerà a promuovere la cultura corale, ponendo al centro della propria missione la formazione e la qualità artistica.
“Il nostro obiettivo è fornire ai direttori gli strumenti necessari affinché possano costruire un ensemble corale autentico, evitando di ridurre la direzione a un mero esercizio gestuale privo di significato musicale. Troppo spesso si confonde il dirigere con un semplice movimento delle braccia e delle mani. La nostra sfida consiste nel modificare questa prospettiva e nel restituire alla musica corale la dignità che le compete.”
L’Organizzazione Cori Calabria si prepara dunque a un nuovo capitolo della sua storia, con l’ambizione di consolidare e ampliare il proprio ruolo nel panorama musicale italiano.
Nel prosieguo dell’intervista, il Maestro Cambareri ha sottolineato l’importanza della collaborazione, della condivisione di esperienze e della crescita comune all’interno della comunità corale: “Il cammino di un direttore di coro non può e non deve essere solitario. Relazionarsi con altri professionisti, creare reti di confronto e condivisione, partecipare ai momenti di formazione e aggiornamento continui rappresentano elementi fondamentali per il progresso di ciascuno e per il miglioramento complessivo dei cori. Troppo spesso, invece, si nota un atteggiamento di autosufficienza che, nella maggior parte dei casi, va di pari passo con la mediocrità. Non possiamo permetterci di ingannare i nostri coristi: essi meritano direttori preparati, in grado di guidarli con competenza e consapevolezza. Purtroppo, molti direttori evitano il confronto per timore di mettersi in discussione, rimanendo così ancorati, nella migliore delle ipotesi a modelli ormai superati. Tuttavia, se non cresciamo noi, non crescono nemmeno i nostri cori.”
Soffermandosi sull’atteggiamento di chi preferisce restare isolato nel proprio percorso, ha osservato: “Mi rammarica profondamente vedere direttori di coro che ritengono di poter proseguire nel loro cammino artistico in solitudine, senza mai aprirsi al dialogo con il mondo corale. Questo atteggiamento mi riporta sempre al mito platonico della caverna: tali direttori mostrano ai propri coristi soltanto ombre, impedendo loro di scoprire la realtà nella sua ricchezza. Oggi, tuttavia, grazie agli strumenti di comunicazione e di formazione di cui disponiamo, i coristi sono perfettamente in grado di operare confronti e valutazioni autonome. Non è più possibile ingannare i coristi o far credere loro di possedere competenze che in realtà non si hanno. La musica è una disciplina meravigliosa, ma estremamente fragile: nelle mani di chi non possiede adeguate competenze, rischia di essere irrimediabilmente compromessa.”
Un altro tema centrale affrontato dal Maestro Cambareri riguarda la necessità di aggiornarsi rispetto alle evoluzioni del linguaggio corale e delle pratiche esecutive: “È indispensabile adeguarsi ai nuovi orizzonti estetici della musica corale. Troppo spesso, invece, si riscontrano direttori che non conoscono il repertorio, che non si aggiornano e che continuano a proporre – spesso con scarsa consapevolezza tecnica – brani che appartenevano al gusto di trent’anni fa. Il mondo corale si è evoluto, il linguaggio musicale ha trovato nuove vie, il modo stesso di concepire il fare coro ha subito una trasformazione. Eppure, si sentono ancora esecuzioni caratterizzate da un’impostazione vocale più vicina all’opera lirica che alla coralità moderna. È necessario comprendere che un coro non è un insieme di solisti: adottare un’emissione vocale propriamente operistica in un contesto corale, oltre a risultare inadeguato, finisce spesso per sfociare in un effetto grottesco.”
Particolarmente critico è il caso di questo fenomeno in ambito liturgico: “Il fraintendimento della vocalità corale diventa ancor più evidente – e problematico – all’interno delle celebrazioni liturgiche. In tali contesti, l’uso improprio di un’impostazione lirica non solo ostacola la preghiera, ma rischia persino di suscitare ilarità. Ho avuto modo di assistere a celebrazioni in cui il modo di cantare, lungi dall’innalzare spiritualmente i fedeli, risultava estraneo alla natura della liturgia e, in alcuni casi, provocava reazioni di evidente imbarazzo. Il canto liturgico non è un’esibizione: deve rispondere a precise esigenze, favorendo la partecipazione e il raccoglimento. Una vocalità inappropriata tradisce questa finalità e priva la celebrazione della sua essenza più profonda.”
Il Maestro Cambareri ha poi ribadito la necessità di una formazione costante, che consenta ai direttori di acquisire consapevolezza interpretativa e stilistica: “Il direttore di coro ha una grande responsabilità, poiché è chiamato a custodire e trasmettere la bellezza del canto corale nel rispetto della sua natura e della sua funzione. Un’interpretazione inadeguata, dettata da scarsa preparazione o da modelli esecutivi superati, compromette non solo la qualità artistica, ma anche la credibilità stessa della pratica corale. Per questo è imprescindibile studiare, aggiornarsi e confrontarsi, affinché la coralità possa continuare a essere uno spazio di autentica espressione musicale e culturale.”
Con queste parole, il Maestro Cambareri ha delineato le sfide e le responsabilità che attendono il mondo corale, invitando a una riflessione profonda sul ruolo del direttore di coro e sulla necessità di un continuo rinnovamento.
Riconfermato alla guida dell’Organizzazione Cori Calabria per il terzo mandato consecutivo, il Maestro Cambareri individua come priorità assoluta la necessità di un adeguamento delle realtà corali alle esigenze del tempo presente: “Rispetto a trent’anni fa, la società ha subito profondi mutamenti: l’individuo di oggi ha nuove priorità ed è attratto da attività differenti, che non mi sento di giudicare né migliori né peggiori rispetto a quelle del passato. Ogni epoca possiede una propria intrinseca bellezza. Ciò che mi preme, tuttavia, è trovare nuove forme di comunicazione con gli uomini del nostro tempo, affinché la bellezza della pratica corale possa raggiungere i bambini, i ragazzi e i giovani. Ma per ottenere questo risultato, è imprescindibile che noi, in qualità di direttori e formatori, diveniamo realmente capaci di trasmettere tale bellezza. Questo, evidentemente, non può essere frutto dell’improvvisazione, ma esige studio, costanza e sacrificio. Bisogna crederci profondamente ed esserne appassionati per riuscire a contagiare gli altri con questo entusiasmo e trasformarlo in un’esperienza autentica e coinvolgente.”
L’obiettivo, tuttavia, si scontra con una realtà complessa, nella quale l’opinione pubblica spesso nutre un giudizio poco lusinghiero nei confronti della coralità: “Non possiamo ignorare il fatto che, nella percezione comune, i cori non godano sempre di una considerazione positiva. Tuttavia, questo accade perché spesso ciò che il pubblico ascolta non è un coro nel senso autentico del termine, ma piuttosto un gruppo di persone che canta nel miglior modo possibile con i mezzi a disposizione. Ora, è doveroso fare una distinzione: ogni realtà esprime ciò che può, soprattutto laddove le risorse culturali sono limitate. Tuttavia, il compito dell’OCC è proprio quello di fornire ai cori associati – e non solo – gli strumenti necessari affinché si possa realmente ‘fare coro’ nel senso più alto e nobile dell’espressione.”
Uno degli strumenti fondamentali per innalzare la qualità della coralità è la formazione dei direttori: “Non ci si improvvisa direttori di coro: lo si diventa attraverso un lungo percorso di studio, affinando competenze che non possono essere acquisite esclusivamente tramite lo studio di uno strumento musicale. La direzione corale è una disciplina complessa e interdisciplinare, che esige un approfondimento metodologico e interpretativo ben distinto da quello strumentale. La perseveranza e l’aggiornamento continuo sono imprescindibili per chiunque voglia svolgere seriamente questo ruolo.”
L’OCC, consapevole di questa esigenza, ha attivato numerosi percorsi formativi dedicati ai direttori, proprio perché la bravura di un coro dipende in larga misura dalla loro preparazione: “Il destino di un coro è legato indissolubilmente alla competenza del suo direttore. È triste, ancora oggi, assistere a situazioni in cui pseudo-direttori attribuiscono la responsabilità di un’esecuzione mediocre ai coristi. Mi preme ribadire un concetto che considero fondamentale e che ripeterò senza sosta: non esistono cattivi cori, esistono cattivi direttori. La bravura di un maestro si misura nei risultati che riesce a ottenere, anche con un piccolo gruppo. Sta a lui costruire il coro, guidarlo con consapevolezza, valorizzare ogni voce e creare un’armonia d’insieme. Se manca questa competenza, l’attività corale, anziché essere un’esperienza appagante e gratificante, si trasforma in una tortura. Il pubblico, inevitabilmente, percepirà il disagio di un’esecuzione inadeguata, mentre i coristi, frustrati dall’assenza di progressi, finiranno con l’abbandonare il gruppo.”
L’invito del Maestro Cambareri è dunque quello di abbracciare un rinnovato senso di responsabilità nei confronti della musica corale, affinché essa possa ritrovare il posto che merita nel panorama culturale contemporaneo: “Abbiamo il dovere di restituire, la dove ce ne fosse la necessità, dignità al canto corale, elevandolo al livello che gli spetta e rendendolo nuovamente attrattivo per le nuove generazioni. Questo non può avvenire senza una solida preparazione e senza una visione chiara del percorso da intraprendere. Il futuro della coralità dipende da noi: siamo chiamati a formare, a educare, a trasmettere bellezza con competenza e passione. Solo così potremo garantire alla musica corale un futuro solido e ispirato.”
Con queste parole, il Maestro Cambareri traccia la rotta per il suo nuovo mandato, riaffermando il valore imprescindibile della formazione e della qualità nell’arte corale.
Negli ultimi sei anni, l’Organizzazione Cori Calabria ha operato con determinazione nel campo della formazione, sviluppando un duplice percorso: uno strettamente musicale e uno dedicato alla dimensione liturgica. “Una parte significativa dei nostri cori svolge un servizio liturgico, e ci è sembrato dunque imprescindibile offrire ai nostri associati una formazione adeguata e qualificata sia sotto il profilo musicale che sotto quello liturgico. Abbiamo avuto l’onore di accogliere personalità di altissimo livello, quali Mons. Piero Marini e Mons. Giuseppe Liberto, accanto a numerosi docenti di grande prestigio, che hanno contribuito a innalzare la consapevolezza e la preparazione dei nostri direttori e coristi. Allo stesso tempo, sul versante musicale più specifico, abbiamo proposto percorsi di alto profilo con relatori di fama internazionale.”
Per garantire un accesso capillare alla formazione, l’OCC ha promosso numerosi momenti formativi in diverse diocesi della Calabria, offrendo così un supporto concreto a chi opera nel mondo corale.
“L’Organizzazione Cori Calabria è nata per essere al servizio dei cori: il nostro obiettivo è farli crescere, renderli punti di riferimento per le comunità e attirare quante più persone possibile alla pratica corale. Sappiamo bene che il cantare insieme non è solo un’esperienza artistica, ma un’attività che genera benessere individuale e sociale. Un coro ben strutturato e guidato con competenza non è solo un’espressione musicale, ma anche un potente strumento di educazione, di coesione e di sviluppo della persona.”
Uno dei sogni che il Maestro Cambareri coltiva con particolare determinazione è quello di avvicinare sempre più bambini e ragazzi e giovani alla pratica corale, affinché il canto possa divenire una risorsa stabile e diffusa nel tessuto sociale e culturale delle comunità: “Mi auguro di poter arrivare al punto in cui ogni città, se non ogni scuola, possa vantare un coro di voci bianche e giovanili. Anche nelle università della nostra regione l’auspicio che ci sia un coro composto dagli studenti. La coralità è un’esperienza formativa straordinaria, capace di educare alla bellezza, alla disciplina e alla collaborazione. Essa offre ai più giovani uno spazio di crescita umana e artistica, allontanandoli dalla superficialità e donando loro strumenti preziosi per la vita.”
Un’attenzione particolare è stata riservata al rapporto tra musica e liturgia, affinché il canto liturgico possa ritrovare il suo autentico significato di servizio alla preghiera liturgica: “Troppe volte assistiamo a esecuzioni che, anziché favorire il raccoglimento e la partecipazione, diventano ostacoli o, ancor peggio, elementi che finiscono per ridicolizzare il momento più prezioso dell’incontro tra il fedele e Dio. È necessario comprendere che la musica liturgica non è un semplice abbellimento esteriore, ma un codice linguistico vero e proprio che veicola un messaggio di salvezza e per questo motivo deve essere utilizzato con sapienza per elevare il senso della liturgia e non per distorcerlo. Il nostro compito, come operatori nel campo della musica anche liturgica, è quello di restituire dignità a questo linguaggio, evitando ogni forma di superficialità e dilettantismo.”
Attraverso la formazione, il sostegno ai cori e la promozione di una rinnovata consapevolezza musicale, l’OCC continua il suo impegno per una coralità che sia autentica espressione di bellezza, cultura e spiritualità.