La storia vera del Vescovo Valentino ed il significato reale di questa Festa da tutti celebrata: il suo messaggio, i suoi riti, la tradizione secolare
di Maurizio Bonanno
14 febbraio San Valentino, la Festa degli Innamorati.
Non c’è certezza più accreditata di questa e non c’è luogo della terra dove non si festeggi ogni anno il 14 febbraio.
L’origine di questa giornata speciale per gli innamorati ha una genesi molto lontana, la cui storia ci ricorda che festeggiare San Valentino è molto di più che festeggiare gli innamorati.
O, forse, a ben pensarci, conoscerne la storia fa capire meglio cosa vuol dire “innamorarsi”, cos’è e cosa provoca in un essere umano il momento dell’innamoramento.
Perché innamorarsi è un atto di ribellione, di dedizione, di amore e di speranza. E proprio San Valentino lo conferma, lo dimostra.
La storia racconta che nel cuore dell’Impero Romano del III secolo, viveva un uomo di nome Valentino che, dopo essersi convertito al Cristianesimo, viene ordinato Vescovo di Terni nel 197.
Accadeva tutto questo in un’epoca in cui l’imperatore Claudio II aveva imposto ai soldati il divieto sui matrimoni, ritenendo che l’amore potesse distrarli dalle battaglie.
Il vescovo Valentino, mosso da compassione, scelse di seguire il richiamo del cuore.
Con determinazione, Valentino celebrava matrimoni segreti, offrendo ai giovani innamorati la possibilità di unire le loro vite nonostante le restrizioni imposte, in aperta sfida al divieto imperiale.
Questo gesto di ribellione non passò inosservato e la sua popolarità aumentava in tutto l’impero. Catturato dai soldati romani, subisce il martirio e la decapitazione per opera del soldato Furius Placidus, secondo gli ordini dell’imperatore Aureliano. Valentino affrontò il suo destino con una serenità che ispirò chiunque lo avesse conosciuto.

Il suo corpo venne seppellito a Terni, nel luogo dove nel corso del IV secolo è poi stata costruita la basilica a lui dedicata e dove attualmente sono custodite le sue reliquie (alcune reliquie sono custodite in Calabria, a Belvedere Marittimo, nella chiesa di San Domenico).
Col passare dei secoli, la Chiesa ufficializzò il culto di San Valentino come martire cristiano e la sua memoria liturgica ricade ogni 14 febbraio, giorno della sua morte, istituita nel 496 da Papa Gelasio I per sostituire la festa pagana della lupercalia (festa pagana che inneggiava alla fertilità), che si festeggiava tra il 13 ed il 15 febbraio, considerato il periodo in cui iniziavano gli accoppiamenti degli uccelli (secondo alcune tradizioni popolari inglesi e francesi).
Da questa fusione di elementi sacri e profani, unita ai racconti cavallereschi incentrati sull’amor cortese, sbocciò la tradizione di San Valentino come patrono degli innamorati.
Questo perché l’aspetto più intenso della sua storia è legato a ciò che Valentino fece prima della sua esecuzione, il 14 febbraio del 273 d.C.: inviò un messaggio di affetto alla figlia del suo carceriere, accompagnato dalle parole “dal tuo Valentino”.
Fu questo atto di amore e di speranza che diede origine alla tradizione di scambiarsi messaggi affettuosi, proprio in suo onore.
Ecco perché il 14 febbraio, nel celebrare in gran parte del mondo la festa degli innamorati, si vive un giorno dedicato allo scambio di doni, lettere e promesse d’amore, pratica che sembrerebbe risalire all’Alto Medioevo con il circolo di Geoffrey Chaucer e la “nascita” dell’amor cortese. Nei paesi anglosassoni, in questo giorno, gli innamorati si scambiano i cosiddetti “valentine”, bigliettini d’amore a forma di cuore o con immagini che rimandano all’idea dell’amore romantico. Secondo la Greeting Card Association, ogni anno per questa ricorrenza vengono inviati circa un miliardo di biglietti d’auguri.
Ed allora, al di là del fatto che questo giorno lo si viva nella dimensione più intima o in quella più festosa e collettiva, è bello ed ancor più completo ripensare al ricordo di San Valentino che con il suo gesto coraggioso in difesa dei cuori che vogliono unirsi, offre un messaggio straordinario: l’amore è un dono prezioso, tanto forte da sfidare persino i decreti degli imperatori, tanto forte da superare i secoli, rinnovandosi come il primo fiorire della primavera.
Già, la primavera, il cui arrivo risveglia la natura ed i cuori degli umani. La primavera, il cui sopraggiungere è anche, nel ricordo della leggenda ad essa legata, un trionfo d’amore (amore materno, in questo caso: ma questa è tutta un’altra storia, da raccontare e ricordare quando sarà il tempo!).
Adesso è il momento di celebrare gli innamorati. E l’innamoramento che – come ci ricorda San Valentino – è un atto di coraggio, di dedizione, di ribellione.