Questo il titolo dell’articolo presente oggi sul più autorevole quotidiano nazionale, scritto dal prof. Leonardo Becchetti che spiega l’idea lanciata dal Lions Club di Vibo Valentia
di Maurizio Bonanno
Allora si può. C’è ancora quella Vibo Valentia che molti di noi vorremmo: una città di proposte e non di ripicche, una città inclusiva e aperta al contributo di tutti e non recintata in fazioni contrapposte sempre in guerra tra rivalse, rancori, accuse reciproche.
C’è ancora quella “Vibo che ci piace” che sa guardare con speranza al futuro e non rimane ancorata al passato per recriminare e cercare rivincite e vendette. C’è.
Quella “Vibo che ci piace” c’è e spunta sul Corriere della Sera mostrandosi virtuosa come “modello da seguire per il rilancio di tutto il Sud”!

Grazie a Leonardo Becchetti, economista e docente all’Università Tor Vergata e teorico della Economia Civile, il “Modello Vibo Valentia” si sta realizzando prendendo corpo attraverso l’iniziativa del Lions Club, storico sodalizio che opera in città da 66 anni, avendo da sempre lasciando tracce indelebili di iniziative in favore della comunità, e che quest’anno, sotto la guida del Presidente Rodolfo Teti, ha lanciato, con lo slogan “Insieme si può”, la proposta di “percorso ambizioso, un progetto pensato con l’obiettivo di risvegliare un territorio che ha necessità di riprendere vitalità e reagire fattivamente proiettandosi verso un riscatto che sia economico, sociale, culturale, nella convinzione che tutto questo avrà una ricaduta positiva sull’economia locale e contribuirà a rafforzare il senso di comunità e di appartenenza”.

La partenza, in effetti, ha superato le più ottimistiche previsioni: il Lions Club è riuscito nell’operazione, questa sì eccezionale, di mettere insieme, in un confronto paritetico e costruttivo, le rappresentanze della diverse categorie produttive sul territorio. Il primo incontro, quello necessario per ufficializzare e spiegare il senso ed il valore della proposta è stato un successo di partecipazione dalle proporzioni superiori ad ogni più ottimistica previsione appassionando tutti nell’atto di impegnarsi attivamente sapendo che il cambiamento deve partire dal basso, senza attendere che siano le istituzioni ad intervenire, ma coinvolgendoli su progetti concreti e non a caso le presenze dell’assessore regionale alle attività produttive Rosario Varì ed il sindaco di Vibo Valentia, Enzo Romeo.
Momento cruciale, la “tavola rotonda” (così definita, ma in realtà senza la necessità che vi fosse in tavolo proprio per rappresentare plasticamente il senso di apertura e di inclusione che si voleva trasmettere), che ho avuto l’onore ed il piacere di coordinare e che ha visto protagonisti i presidenti delle associazioni di categoria, che nel condividere ed apprezzare l’iniziativa del Lions Club di Vibo Valentia, hanno espresso l’unanime volontà di proseguire lungo il percorso tracciato.
Momento di grande soddisfazione, il forte apprezzamento di Leonardo Becchetti, il teorico della cosiddetta “economia civile”, docente di Economia Politica all’università Tor Vergata di Roma e cofondatore di NeXt Economia, che si è ora concretizzato in questo articolo pubblicato oggi sul Corriere della Sera.

Significativi, per noi vibonesi e – scusate questo momento di autoreferenzialità – per noi Lions vibonesi, alcuni concetti espressi da Becchetti in questo articolo.
“La competitività nell’era della globalizzazione dei flussi (di denaro, lavoro, capitali, movimenti turistici) dipende dal genius loci, ovvero dalle ricchezze peculiari dei territori che costituiscono spesso vantaggi competitivi non delocalizzabili. La Calabria ne ha due eccezionali: la bellezza dei propri paesaggi e la biodiversità. L’Unione Europea ha censito al proprio interno 230 «habitat» in Europa (Direttiva 92/43/Cee) e ben 74 di questi sono presenti in Calabria”.
“La strategia complessiva deve essere quella di identificare prima e investire insieme poi in quei beni pubblici locali che aumentano il valore del genius loci e dei suoi vantaggi competitivi. Un esempio di questa strategia è stato avviato nella provincia di Vibo Valentia”.
Per concludere con un concetto che rende orgogliosi, noi che lo abbiamo proposto, condiviso con le diverse associazioni di categoria con le quali stiamo lavorando in armonia perché il progetto non si limita a questo solo incontro, ma sta andando avanti sviluppandosi in ulteriori iniziative condivise: “Il modello del Patto di Vibo indica una direzione di economia civile capace di creare le condizioni del riscatto dei territori e di fioritura della vita di coloro che li abitano”.
Semplice ma profondamente significativo il commento del presidente del Lions Club, Rodolfo Teti: “Allora, andiamo avanti insieme”.
Ecco, allora. Allora, Sì. Allora si può. C’è ancora quella Vibo Valentia che molti di noi vorremmo: una città di proposte e non di ripicche, una città inclusiva e aperta al contributo di tutti e non recintata in fazioni contrapposte sempre in guerra tra rivalse, rancori, accuse reciproche.
C’è. La “Vibo che ci piace” c’è… e la faremo vincere. La faremo ripartire: insieme, includendo, abbattendo i recinti.