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La Guardia di Finanza di Reggio Calabria scopre una truffa ai danni dell’Agenzia delle Entrate (VIDEO)

26022025 031846 GRUPPO RC2

&NewLine;<p><strong><em>Tre le persone arrestate e beni per oltre 700 mila euro sequestrati ai 151 soggetti indagati<&sol;em><&sol;strong><&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<&excl;--more-->&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<figure class&equals;"wp-block-embed is-type-video is-provider-youtube wp-block-embed-youtube wp-embed-aspect-16-9 wp-has-aspect-ratio"><div class&equals;"wp-block-embed&lowbar;&lowbar;wrapper">&NewLine;<amp-youtube layout&equals;"responsive" width&equals;"500" height&equals;"281" data-videoid&equals;"IVTW1-t2qaw" title&equals;"La Guardia di Finanza reggina arresta 3 persone e sequestra beni per oltre 700 mila euro"><a placeholder href&equals;"https&colon;&sol;&sol;youtu&period;be&sol;IVTW1-t2qaw"><img src&equals;"https&colon;&sol;&sol;i&period;ytimg&period;com&sol;vi&sol;IVTW1-t2qaw&sol;hqdefault&period;jpg" layout&equals;"fill" object-fit&equals;"cover" alt&equals;"La Guardia di Finanza reggina arresta 3 persone e sequestra beni per oltre 700 mila euro"><&sol;a><&sol;amp-youtube>&NewLine;<&sol;div><&sol;figure>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>La Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha arrestato tre persone e posto sotto sequestro beni per oltre 700 mila euro nei confronti di 151 soggetti indagati per reati di associazione a delinquere&comma; truffa ai danni dello Stato&comma; falso&comma; sostituzione di persona&comma; accesso abusivo a sistema informatico&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Le indagini&comma; partite nel 2019&comma; hanno permesso di scoprire un’articolata associazione a delinquere dedita alla commissione di condotte illecite che hanno causato un danno all’Agenzia delle Entrate&comma; consentendo agli indagati di percepire rimborsi IRPEF non spettanti&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Una segnalazione della Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Reggio Calabria&comma; metteva in evidenza diverse anomalie sulla compilazione di alcune dichiarazioni fiscali&comma; ha portato le Fiamme Gialle reggine ad indagare&comma; ed è stato scopeto che gli arrestati acquisivano le credenziali di accesso ai servizi telematici dei contribuenti&comma; o tramite il coinvolgimento di pubblici ufficiali infedeli o ottenute mediante la diretta comunicazione da parte dei contribuenti stessi&comma; molti ignari del loro coinvolgimento&comma; in questo modo riuscivano a sostituirsi a questi ultimi&comma; a inserire le relative dichiarazioni&comma; a gestire le pratiche di rimborso e a verificarne il buon esito&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>L’organizzazione era di tipo verticistico&comma; con a capo i tre arrestati&comma; quindi c’erano altri soggetti &OpenCurlyDoubleQuote;intermediari” che avevano il compito di &OpenCurlyDoubleQuote;procacciare” i contribuenti da coinvolgere&comma; agendo secondo una precisa spartizione territoriale&comma; ed infine alcuni contribuenti che&comma; dietro la proposta di denaro facile sotto forma di rimborsi&comma; accettavano fornire i propri dati personali&comma; le credenziali di accesso al portale dell’Agenzia delle Entrate e la documentazione necessaria alla presentazione delle dichiarazioni fiscali fraudolente&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Questi ultimi erano selezionati tra parenti o amici degli stessi procacciatori o nell’ambito di intere categorie di soggetti come alcune associazioni di pescatori dell’area tirrenica&comma; i dipendenti di alcune società a partecipazione statale e i dipendenti di talune aziende operanti in aree portuali calabresi&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Gli organizzatori del meccanismo fraudolento provvedevano ad alterare le dichiarazioni fiscali attraverso diverse modalità&comma; quali l’indicazione&comma; nell’elenco dei familiari a carico&comma; di soggetti &lpar;coniuge&comma; figlio&comma; figlio con disabilità&rpar; appartenenti di fatto ad altro nucleo familiare e&sol;o comunque non riconducibili al dichiarante&comma; ovvero di cittadini italiani cancellati dall’Anagrafe dei comuni italiani e iscritti all’A&period;I&period;R&period;E &lpar;Anagrafe Italiani Residenti all’Estero&rpar;&semi; l’inserimento di spese sanitarie&comma; spesso anche di ingente entità&comma; inesistenti e&sol;o non giustificabili dal dichiarante&semi; la richiesta di rimborsi IRPEF in relazione a ritenute fittiziamente subite con riguardo a redditi falsamente percepiti&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>I vertici del sodalizio&comma; per non essere individuati&comma; adottavano una serie di accorgimenti&comma; come ad esempio&comma; l’assenza di contatti diretti con i contribuenti finali&comma; in modo da salvaguardare la propria identità&comma; oppure l’utilizzo di una rete di operatori CAF inesistenti dislocati sul territorio con l’apertura di veri e propri centri di raccolta che&comma; accreditati presso sigle sindacali nazionali&comma; nei fatti si rivelavano invece fittizi e servivano solo alla trasmissione dei modelli dichiarativi fraudolenti&period; Inoltre&comma; allo scopo di ridurre al massimo il rischio di essere scoperti&comma; il rimborso indebitamente richiesto e ottenuto veniva sempre limitato ad una somma inferiore a euro 4&period;000&comma; che è poi il limite oltre il quale è prevista l’attivazione delle procedure automatizzate di controllo in tema di dichiarazioni dei redditi&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Questo sistema&comma; che nel tempo si era ramificato su un vasto territorio della provincia di Reggio Calabria&comma; aveva raggiunto una portata talmente ampia da attirare anche l’attenzione di alcune cosche di &OpenCurlyQuote;ndrangheta&comma; in particolare di quella dei Pisano detti &OpenCurlyDoubleQuote;i Diavoli”&comma; egemone nella piana di Gioia Tauro&comma; tanto che per ogni rimborso non dovuto&comma; ciascun soggetto restituiva al sodalizio il 40&percnt; del percepito&comma; trattenendo per sé il restante 60&percnt;&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>In tutto sono stati trovati 1&period;200 modelli dichiarativi infedeli&comma; relativi agli anni di imposta dal 2016 al 2022&comma; che hanno consentito indebiti rimborsi per un importo complessivo pari ad oltre 700 mila euro&period;<&sol;p>&NewLine;

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