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Con Bruno Pizzul se ne va l’ultimo dei “Tre Tenori” che hanno raccontato l’epopea del calcio italiano

Bruno Pizzul

&NewLine;<p><strong><em>Il Maestro dei telecronisti sportivi se n&&num;8217&semi;è andato pochi giorni prima di compiere i suoi 87 anni&period; Una voce ed uno stile inconfondibile&comma; competente e professionale<&sol;em><&sol;strong><&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>di Maurizio Bonanno<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<&excl;--more-->&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Se c&&num;8217&semi;è&comma; tra le tante possibili&comma; una spiegazione che sia utile a far capire come si è potuto coltivare il successo popolare dello sport più seguito in Italia&comma; sicuramente e inevitabilmente si deve prendere in considerazione il racconto&semi; ovvero&comma; come alcuni grandi professionisti abbiano raccontato il calcio trovando modalità di espressione coinvolgenti&comma; indimenticabili&period; Non c&&num;8217&semi;è dubbio che molto&comma; tanto&comma; lo si deve alla penna di giornalisti straordinari come Gianni Brera&comma; la cui cronaca era letteratura&comma; così come Giani Mura e Giorgio Tosatti&semi; ed anche colui che posso orgogliosamente definire uno dei miei Maestri&comma; Domenico Morace&comma; grazie al quale tanto ho appreso negli anni in cui mi volle al suo fianco come caporedattore a Il Domani della Calabria&comma; da lui diretto&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Ma la lettura dei giornali aveva un limite&colon; era un&&num;8217&semi;informazione&comma; certamente a quei tempi&comma; selettiva&colon; non a tutti arrivava&period; La radio prima e soprattutto la televisione resero la cronaca di una partita di calcio alla portata di tutti&period; E&comma; se con la radio il compito del cronista era quello di dipingere la partita&comma; di mostrarla attraverso la sua descrizione&comma; con la televisione il compito era diventato&comma; paradossalmente&comma; più gravoso&period; Al telecronista spettava il compito di mediare tra l&&num;8217&semi;immagine vista da tutti e la descrizione che serviva da completamento&comma; da informazione in senso puro&comma; da interpretazione dei fatti che accadevano in campo per aiutare il telespettatore a capire e vivere la partita in senso completo&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Si tratta di un aspetto non percepibile e per questo meno considerato&comma; che è invece fondamentale&period; Lo era soprattutto ai tempi in cui la telecronaca spettava al solo giornalista&comma; senza essere affiancato dall&&num;8217&semi;esperto di turno &lpar;ex calciatore o allenatore&rpar;&comma; senza il supporto di competenti in studio&comma; di inquadrature personalizzate&comma; replay ad ogni pie&&num;8217&semi; sospinto e&&num;8230&semi; var&excl; Lo è stato per chi&comma; come me&comma; si è cimentato nel ruolo di telecronista in partite di periferia&comma; nelle serie inferiori&comma; dove ancora oggi i limitati mezzi a disposizione obbligano il giornalista a quel ruolo completo e necessario per il telespettatore che da casa segue la partita&colon; ma quanta bellezza&comma; quanto fascino in questo mestiere&excl;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Per la generazione dei &&num;8220&semi;no var&&num;8221&semi;&comma; dei &&num;8220&semi;non esperti&&num;8221&semi;&comma; per quelli che hanno vissuto la telecronaca del secolo scorso&comma; era questo il ruolo ed il compito del telecronista&period; E i grandi eventi &&num;8211&semi; le partite della Nazionale&comma; le finali di Coppa&comma; le gare internazionali &&num;8211&semi; erano appannaggio di pochi&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>L&&num;8217&semi;Italia della Nazionale&comma; dei Mondiali e delle finali delle Coppe europee hanno vissuto l&&num;8217&semi;epopea più intensa grazie alla professionalità di quelli che&comma; senza esagerarem si possono definire i &&num;8220&semi;Tre Tenori&&num;8221&semi;&comma; indimenticabili&colon; Nicolò Carosio&comma; Nando Martellini&comma; Bruno Pizzul&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Dei tre&comma; non c&&num;8217&semi;è dubbio che il più competente fosse proprio Bruno Pizzul&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Se Nicolò Carosio è il Maestro dei Maestri&comma; il primo assoluto&comma; un&&num;8217&semi;icona imperitura&period; Se Nando Martellini è stato il cantore dell&&num;8217&semi;era del passaggio da un&&num;8217&semi;epoca all&&num;8217&semi;altra&period; Bruno Pizzul è colui che ha coniugato la conoscenza diretta &lpar;era stato calciatore&rpar; ad una competenza frutto di studio&period; E dei tre è stato il meno fortunato&period; Perché Carosio ha potuto annunciare per ben due volte la frase più bella&colon; &&num;8220&semi;Campioni del Mondo&excl; Campioni del Mondo&excl;&&num;8221&semi;&comma; nel 1934 e nel 1938 &lpar;era ancora in radio&rpar; e Nando Martellini lo ha gridato dal Bernabeu di Madrid nel 1982&comma; stessa felice sorte non è toccata a Bruno Pizzul&comma; testimone e narratore del rigore di Baggio che nel 1994 diede il titolo di campioni del mondo ai brasiliani&comma; testimone e narratore delle &&num;8220&semi;notti magiche&&num;8221&semi; del &&num;8217&semi;90&comma; degli occhi spiritati di Schillaci&comma; di quelle &&num;8220&semi;notti magiche&&num;8221&semi; che si interruppero nella semifinale di Napoli&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>L&&num;8217&semi;ultimo dei &&num;8220&semi;Tre Tenori&&num;8221&semi; del calcio italiano&comma; dunque&comma; se n&&num;8217&semi;è andato&excl;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Storica ed inconfondibile voce del calcio&comma; per oltre 33 anni è stato il telecronista di punta della Rai commentando le principali partite&comma; soprattutto quelle della Nazionale&colon; dalla Coppa del Mondo del 1986 ai cinque Campionati del Mondo e quattro Campionati Europei che si sono susseguiti fino all’agosto 2002 &lpar;Italia-Slovenia 0-1&rpar;&comma; quando è andato in pensione&period; Ha&comma; inoltre&comma; condotto la Domenica Sportiva e Domenica Sprint&period;<br>Nato a Udine l’8 marzo del 1938&comma; da giovane studente si era dedicato al calcio militando nella Cormonese e nella Pro Gorizia per poi approdare al professionismo&comma; nel ruolo di centromediano&comma; con il Catania nel 1958 avendo indossato anche la casacca dell’Ischia&comma; dell’Udinese e della Sassari Torres&comma; prima di essere costretto ad appendere le scarpette al chiodo per un infortunio al ginocchio&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<figure class&equals;"wp-block-image size-full"><img src&equals;"https&colon;&sol;&sol;vivipress&period;com&sol;wp-content&sol;uploads&sol;2025&sol;03&sol;Bruno-Pizzul-giovane&period;jpg" alt&equals;"" class&equals;"wp-image-28716"&sol;><&sol;figure>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Nella sua carriera di giornalista aveva fatto della sobrietà il suo stile&comma; tant’è che ha sempre ammonito i colleghi che si abbandonano a commenti animati&period; «I telecronisti di oggi – ha&comma; infatti&comma; dichiarato in un’intervista – sono bravi&comma; ma parlano troppo»&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Eppure&comma; toccò a lui dover parlare tanto&period; Perché toccò a lui la telecronaca più drammatica del calcio&comma; non solo italiano&period; La sua telecronaca più dolorosa fu quella del 29 maggio 1985&comma; la finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool nello stadio dell’Heysel nel quale 39 persone morirono schiacciate negli scontri tra tifoserie prima dell&&num;8217&semi;inizio della gara&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Quella telecronaca è un pezzo di giornalismo da tenere sempre presente&period; Fu il suo&comma; seppur triste&comma; capolavoro&period; A mio avviso&comma; il modo di affrontare e svolgere il racconto dei quei drammatici fatti fu impeccabile per sobrietà e compostezza&period; In un’epoca in cui ancora non c’erano cellulari né social network&comma; ogni sua parola in quelle ore terribili pesava come un macigno e PIzzul seppe trovare il modo di assolvere al meglio questa sua responsabilità&comma; che era enorme&period; Fu&comma; il suo&comma; un racconto meticoloso e giornalisticamente impeccabile&period; Basta andare su YouTube per rivederlo e trarne ancora oggi una lezione&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<figure class&equals;"wp-block-image size-full"><img src&equals;"https&colon;&sol;&sol;vivipress&period;com&sol;wp-content&sol;uploads&sol;2025&sol;03&sol;Bruno-Pizzul-2&period;jpg" alt&equals;"" class&equals;"wp-image-28717"&sol;><&sol;figure>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>D&&num;8217&semi;altronde&comma; Pizzul era così&colon; quando si ascoltava una sua telecronaca era impossibile non rimanere ipnotizzati&period; Non solo per il suo timbro&comma; ma anche per la sua preparazione&comma; per la sua meticolosa conoscenza di ciò che stava raccontando&comma; senza mai un accenno di presunzione&comma; di enfatizzazione&comma; ma sempre con passione&comma; con misurato trasporto&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Dei &&num;8220&semi;Tre Tenori&&num;8221&semi; fu quello che non riuscì a dire &&num;8220&semi;Campioni del Mondo&&num;8221&semi;&comma; ma è quello che ricorderemo come un &&num;8220&semi;Grande Campione&&num;8221&semi; dei telecronisti sportivi&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p> <&sol;p>&NewLine;

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