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Secondo gli ultimi dati dell’Agenzia Beni confiscati in Calabria, sono 2.920 i beni immobili confiscati e destinati

raccontiamo il bene

&NewLine;<p><strong>Report di Libera in occasione dell&&num;8217&semi;anniversario della  legge n&period; 109&sol;96<&sol;strong>&period; <strong>La fotografia delle esperienze di riutilizzo sociale dei beni confiscati<&sol;strong> <strong>in Calabria<&sol;strong><&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<&excl;--more-->&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>&OpenCurlyDoubleQuote;Raccontiamo il bene” Le pratiche di riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie è il tema del Report di Libera in occasione dell&&num;8217&semi;anniversario della  legge n&period; 109&sol;96 coni numeri&comma; le esperienze e le proposte&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Un paese con 1132 soggetti della società civile organizzata che gestiscono beni confiscati&comma; più di 600 associazioni di diversa tipologia&comma; oltre 30 scuole di ogni ordine e grado che usano gli spazi confiscati come strumento didattico e che incidono nel tessuto territoriale e costruiscono economia positiva&period; Un Paese che ha reagito alla presenza mafiosa e che con orgoglio si è riappropriato dei suoi spazi&period; In occasione dell&&num;8217&semi;anniversario della legge n&period; 109&sol;96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie&comma; Libera ha censito le esperienze di riutilizzo sociale dei beni confiscati&period;  <&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>In Calabria sono 147 le diverse realtà impegnate nella gestione di beni confiscati alla criminalità organizzata in 44 comuni&period; Una rete di esperienze in grado di fornire servizi e generare welfare&comma; di creare nuovi modelli di economia e di sviluppo&comma; di prendersi cura di chi fa più fatica&period; Dal report di Libera emerge che il 65&percnt; delle realtà sociali è costituita da associazioni di diversa tipologia &lpar;96&rpar;&comma; mentre sono 20  le Coop sociali&period; Tra gli altri soggetti gestori del terzo settore&comma; ci sono 13 realtà del mondo religioso &lpar;diocesi&comma; parrocchie e Caritas&rpar;&comma; 6 Enti Pubblici&comma; 5 fondazioni e 2 consorzi cooperative&period; Nel censimento non sono compresi i beni immobili riutilizzati direttamente per finalità istituzionali dalle amministrazioni statali e locali&period; <&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Nella ricerca&comma; Libera ha ricostruito la tipologia di immobili gestiti dai soggetti gestori&semi; in molti casi la singola esperienza di riutilizzo comprende più beni confiscati&comma; anche di tipologia catastale diversa&period; Emerge così che i soggetti gestori censiti gestiscono 71 beni tra appartamenti&comma; abitazioni indipendenti&comma; immobili&semi; 41 tra ville&comma; fabbricati su più livelli e di varia tipologia catastale o singole palazzine&semi; 38 terreni agricoli&comma; edificabili e di altra tipologia &lpar;anche con pertinenze immobiliari&rpar;&semi; 17 complessi immobiliari&semi; 12 locali commerciali o industriali&period; Sono 91 i soggetti gestori le cui attività sono direttamente legate a servizi di welfare e politiche sociali per la comunità&semi; 59 si occupano di promozione del sapere&comma; del turismo sostenibile&semi;  13 in attività legate all&&num;8217&semi; agricoltura e ambiente&comma;7  si occupano di sport e 6 produzione e lavoro&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Libera presenta la nuova edizione del report &OpenCurlyDoubleQuote;Raccontiamo il bene” &&num;8211&semi; Le pratiche di riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie&period; I numeri&comma; le esperienze e le proposte” che racconta&comma; dopo ventinove anni&comma; il Belpaese&comma; dove in silenzio opera una comunità alternativa a quelle mafiosa&comma; che lavora e si impegna a realizzare un nuovo modello di sviluppo territoriale&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>In occasione dell&&num;8217&semi;anniversario Libera ha elaborato  i dati dell&&num;8217&semi;Agenzia nazionale per l&&num;8217&semi;amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata &lpar;al 24 febbraio 2025&rpar; dove in Calabria sono 2&period;920 i beni immobili &lpar;particelle catastali&rpar; confiscati e destinati mentre 1&period;693 gli immobili ancora in gestione ed in attesa di essere destinati&period; Sul lato delle aziende&comma;  sono 190le aziende confiscate e destinate mentre sono 295 quelle ancora in gestione&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>&OpenCurlyDoubleQuote;Sono 1132 le realtà sociali che in tutta Italia&comma; ogni giorno&comma; con coraggio e generosità&comma; trasformano luoghi che erano il simbolo del dominio criminale e mafioso sul territorio in luoghi in grado di raccontare una storia altra&comma; un modello diverso di società&comma; di comunità&comma; di economia e di sviluppo&period; Un numero così alto&comma; nel 1995&comma; non si poteva immaginare&period; Dietro questo numero &&num;8211&semi; commenta Tatiana Giannone&comma; responsabile nazionale Beni Confiscati di Libera &&num;8211&semi; ci sono volti e storie di associazioni&comma; di cooperative che hanno trasformato quei luoghi di malaffare in luoghi parlanti&comma; dall’inestimabile valore educativo e pedagogico&period; Un grande impegno plurale che ha rafforzato il tessuto sociale e che tiene unite le relazioni di una comunità&comma; facendo da modello anche sul piano europeo e internazionale&period; Negli ultimi anni sono stati fatti tanti passi in avanti nella cornice normativa e in quella amministrativa&semi; l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni confiscati&comma; fulcro del processo di destinazione di un bene&comma; ha assunto un ruolo cruciale di raccordo tra gli enti nazionali e le amministrazioni locali&period; Ma la strada è ancora lunga&period; La nuova modalità di destinazione dei beni confiscati&comma; attraverso la Piattaforma Unica delle Destinazioni&comma; rende l’intera procedura più agevole&comma; ma ci pone davanti a nuove responsabilità&colon; i Comuni prima&comma; e gli Enti del Terzo Settore poi&comma; hanno ora il compito di inserire la gestione di beni confiscati nei loro piani di azione&comma; progettando e chiedendo quanti più spazi possibile&period; Il riuso sociale è una prassi consolidata&comma; è un’opportunità per i nostri territori e questo nuovo strumento deve poterla rafforzare&period; Sentiamo forte la necessità di imparare a progettare insieme&comma; pubblico e mondo del sociale&comma; di scambiarci le visioni e di affrontare i desideri come priorità dell’agenda politica&semi; questo era il sogno di Pio La Torre&comma; questo è il sogno che Libera ha trasformato in legge&period; Per tutti questi motivi&comma; per questa strada che insieme abbiamo costruito ora non possiamo tornare indietro&colon; la privatizzazione&comma; sotto ogni forma&comma; dei beni confiscati alle mafie sarebbe un tradimento alla nostra storia e all’impegno di tutto il movimento antimafia”&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Gli importanti risultati raggiunti in termini di aggressione ai patrimoni delle mafie&comma; della criminalità economica e dei corrotti e le sempre più numerose esperienze positive di riutilizzo sociale&comma; richiamano sempre più l&&num;8217&semi;attenzione sulle criticità ancora da superare e sui nodi legislativi ancora da sciogliere che richiedono uno scatto in più da parte di tutti&period; Per queste ragioni&comma; con urgenza&colon;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<ul class&equals;"wp-block-list">&NewLine;<li><strong>Chiediamo<&sol;strong> che si possa garantire trasparenza nell’intera filiera di confisca e riuso dei beni confiscati&comma; non come pratica dei singoli enti pubblici impegnati nel percorso del bene&period; La partecipazione democratica e la possibilità di incidere sulle politiche pubbliche del territorio è un diritto e un dovere per chi si impegna quotidianamente&semi; poter contare su banche dati che interagiscono tra loro e che condividono i diversi passaggi della vita di un bene confiscati permette a noi di poter progettare un riuso il più aderente possibile ai bisogni della comunità&period; La cultura del dato&comma; come cultura di attivazione partecipata&comma; deve essere alla base delle scelte amministrative dei tribunali&comma; di ANBSC&comma; degli enti locali di prossimità&period;<&sol;li>&NewLine;<&sol;ul>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<ul class&equals;"wp-block-list">&NewLine;<li><strong>Chiediamo<&sol;strong> che dal mondo della politica ci sia una chiara presa di posizione&colon; i beni confiscati non si possono privatizzare&comma; attraverso l’affitto oneroso o con la vendita&period; Chi scrive che la confisca ha penalizzato i territori del Sud Italia&comma; sta riscrivendo la storia del nostro Paese&comma; calpestando chi ha dedicato la sua vita a sostenere la confisca dei patrimoni come strumento cardine della lotta alle mafie&period; Questo non lo possiamo permettere e il nostro impegno sarà quello di tutelare l’impianto normativo nella sua interezza&period;<&sol;li>&NewLine;<&sol;ul>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<ul class&equals;"wp-block-list">&NewLine;<li>Le risorse per la valorizzazione dei beni confiscati devono essere messe a sistema&comma; facendo dialogare i fondi pubblici e gli investimenti di enti privati&period; 30 anni di esperienza&comma; infatti&comma; ci confermano che non si può solo sostenere la ristrutturazione di un immobile&comma; senza pensare a come renderlo un luogo aperto e sostenibile&period; <&sol;li>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<li><strong>Chiediamo<&sol;strong>&comma; quindi&comma; che si possa creare una cabina di regia nazionale&comma; inserita all’interno della strategia nazionale che ci viene richiesta dalla nuova direttiva europea&comma; per sistematizzare le risorse e rendere i diversi fondi complementari tra loro&period;<&sol;li>&NewLine;<&sol;ul>&NewLine;

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