Sceglie l’arma dell’ironia il movimento politico guidato a Vibo Valentia da Giuseppe Scianò nel criticare l’azione dell’amministrazione comunale
“Nulla da eccepire sulle necessità di soddisfazione alimentare e sulle preferenze gastronomiche quotidiane del sindaco, della sua giunta e dei suoi sostenitori in consiglio comunale e fuori consiglio. Sono affari loro. Non sono invece cosa loro i problemi della Città di Vibo Valentia rispetto ai quali nessuna risposta perviene dall’Amministrazione attiva ma solo una evasione dagli stessi vera e propria o un approccio solo formale – giusto per dire meno male che il sindaco c’è! – senza alcuna sostanziale convinzione di risoluzione e senza un immediato approfondimento dei temi”.
Usa l’arma dell’ironia il Coordinamento Provinciale di Vibo Valentia del Movimento Politico Indipendenza nel denunciare il modus operandi della Giunta Romeo: “È in tale ambito metodologico che rientra l’annuncio quasi quotidiano del “tavolo” di lavoro e della sua istituzione. C’è un tavolo pronto per tutto e per tutti a Palazzo Luigi Razza: un tavolo per la sanità e per l’ospedale, un tavolo per l’emergenza idrica, un tavolo per le iniziative culturali. Come suol dirsi, un tavolo non si nega a nessuno, neanche agli alberi di Piazza Salvemini. Dopodiché? Chiacchiere a iosa, tavoli che sembrano proprio un sistema quasi metodologico, studiato appunto a tavolino, per trasferire sugli altri le responsabilità e/o per rimandare nel tempo un affronto reale ed efficace”.
A questo punto, il coordinatore Giuseppe Scianò pone alcuni interrogativi: “C’è da chiedere al sindaco e ai suoi: che fine hanno fatto la “progettualità” e la “visione” sbandierate come cose fatte, pronte e sostenute da risorse certe, insomma pronte per l’esecuzione? Per dirla in poche parole e senza giri di linguaggio: ma cos’era e cos’è la “Vibo Vera” della scorsa campagna elettorale?”.
La conclusione suona come un “avvertimento politico”: “Sappiamo già che non riceveremo alcuna risposta. Ma non siamo avvezzi a mollare né sensibili a cincischiare”.