Ritrovato uno scheletro fossile di sirenio, mammifero marino estinto simile agli odierni dugonghi, che popolavano le acque del Mediterraneo milioni di anni fa
Parla di Tropea significa parlare di un nome internazionalmente riconosciuto per le sue bellezze paesaggistiche, le sue spiagge ed il mare che da decenni e decenni (almeno dalla fine degli anni ’60 del secolo scorso) la annoverano tra le mete turistiche più ambite al mondo. Eppure, Tropea è altro ancora. Può suscitare interessi che vanno oltre l’aspetto meramente vacanziero per diventare punto ri riferimento anche archeologico.
Tutto questo perché un’importante scoperta paleontologica è avvenuta proprio qui a Tropea, dove è stato ritrovato uno scheletro fossile di sirenio.
Il ritrovamento è stato effettuato in località Calliope da Tommaso Belvedere, socio dell’Istituto Paleontologico Calabrese, durante una delle prospezioni paleontologiche condotte dall’ente sul territorio. Si tratta di un reperto di grande valore scientifico.
Il fossile rinvenuto è un frammento di cranio che, secondo le prime analisi del professor Giuseppe Carone, presidente dell’Istituto Paleontologico Calabrese, appartiene a un sirenio estinto della specie Metaxytherium medium.
Si tratta di un reperto di eccezionale valore scientifico, poiché risale al Tortoniano superiore, circa 11-7 milioni di anni fa, e proviene dallo stesso livello geologico in cui fu ritrovato, nel 1970, l’unico altro scheletro fossile di questa specie rinvenuto nella zona, oggi conservato nel Museo di Paleontologia dell’Università di Napoli.

Tommaso Belvedere ha immediatamente documentato il ritrovamento con fotografie e ha geolocalizzato il sito. Successivamente, il fossile è stato recuperato da Giuseppe Carone per evitare che venisse disperso o danneggiato. Il reperto è stato quindi trasportato nei locali del Museo del Mare di Tropea, dove sarà conservato e studiato.
L’Istituto Paleontologico Calabrese ha segnalato il ritrovamento alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia e si è offerto di collaborare per eventuali sopralluoghi e per il recupero di altri frammenti fossili presenti nel sito.
Importante anche evidenziare il contesto del ritrovamento per la delicatezza dell’area. Il sito del ritrovamento, infatti, si trova in un’area soggetta a frane, dove sono presenti sedimenti di diverse dimensioni. Tra questi, è stato individuato il frammento di cranio fossile, insieme ad alcune costole e vertebre che affiorano dalla parete rocciosa.
Non c’è dubbio sul fatto che si tratti di una scoperta di particolare importanza.
Questa scoperta rappresenta, infatti, un importante contributo alla conoscenza dei sirenii, mammiferi marini estinti simili agli odierni dugonghi, che popolavano le acque del Mediterraneo milioni di anni fa. Il ritrovamento di Tropea conferma l’importanza del sito dal punto di vista paleontologico e la necessità di ulteriori indagini per riportare alla luce altri reperti fossili.