[adrotate group="4"]

I nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti colpiscono duramente l’export italiano: a rischio settori chiave del Made in Italy

x2148542008

&NewLine;<p><strong><em>Dazi&colon; le possibili conseguenze sui prezzi&period; Intanto&comma; l&&num;8217&semi;Istat segnala nuova accelerata per l’inflazione che a marzo segna il &plus;2&percnt;<&sol;em><&sol;strong><&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<&excl;--more-->&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>L’atteggiamento aggressivo del Presidente Trump è&comma; dunque&comma; sfociato in una pomposa dichiarazione di guerra commerciale al resto del mondo&comma; di stampo ottocentesco&comma; fatta ieri con l’immediata applicazione di dazi sulle importazioni&comma; assurdamente motivati e variamente modulati a carico dei diversi Paesi di provenienza dei beni in ingresso nel mercato USA&comma; per di più accompagnata da minacce di ulteriori ritorsioni nei confronti di quanti non accettassero di sottostare a tanta arroganza padronale&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>L’Unione Europea&comma; di cui si attendono le adeguate contromisure&comma; è colpita da dazi doganali fissati al 20&percnt; sul proprio export verso gli Stati Uniti&comma; mentre la Gran Bretagna viene &OpenCurlyDoubleQuote;graziata” con un’aliquota dimezzata&comma; del 10&percnt;&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>È certo che questi dazi avranno un forte impatto sulle produzioni italiane&comma; in particolare&comma; oltre che nei comparti della meccanica e della farmaceutica&comma; in tanta parte delle manifatture made in Italy e sui nostri eccellenti prodotti agroalimentari&comma; DOP&comma; IGP&comma; STG&comma; come vini e formaggi&comma; molto apprezzati ed esportati oltreoceano&comma; e questo si potrebbe riverberare negativamente sull’occupazione&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>L’export italiano è più esposto della media UE verso il mercato statunitense&comma; con vendite complessive superiori al 16&percnt; dell’export totale&comma; e Secondo stime del nostro Osservatorio Nazionale&comma; con i dazi a questo livello si rischia una diminuzione di circa l’8&percnt;&comma; che la debole domanda interna avrà difficoltà a compensare&period; Ma si temono ripercussioni anche sul fronte dei prezzi&comma; poiché da un lato le aziende potrebbero tentare di scaricare sul mercato interno i minori margini di guadagno all’esterno&comma; dall’altro i probabili contro-dazi europei sui prodotti Usa importati ne aumenteranno i prezzi al consumo&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Nel complesso&comma; si stima un impatto negativo sul Pil italiano di 6 o 7 decimi&comma; tanto quanto la crescita programmata dal Governo&comma; così azzerata con conseguenze sul piano fiscale&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Intanto&comma; torna a correre veloce il tasso di inflazione che&comma; dall’1&comma;6&percnt; di febbraio&comma; passa al &plus;2&percnt; di marzo&period; A crescere maggiormente&comma; ancora una volta sono i prezzi dei beni energetici &lpar;&plus;3&comma;2&percnt;&rpar; e quelli alimentari &lpar;&plus;3&comma;3&percnt; per i non lavorati&rpar;&period; In rialzo anche il carrello della spesa&comma; che segna quota &plus;2&comma;1&percnt;&period; Con l’inflazione a questi livelli&comma; l’O&period;N&period;F&period; – Osservatorio Nazionale Federconsumatori stima ricadute&comma; per una famiglia media&comma; pari a &plus;632&comma;00 euro annui&comma; di cui &plus;184&comma;80 solo nel settore alimentare&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Questa nuova accelerata sottolinea&comma; con maggiore urgenza&comma; la necessità di intervenire per frenare i rincari&comma; in campo energetico ma non solo&period; È urgente&comma; infatti&comma; disporre sostegni e misure che tutelino il potere di acquisto delle famiglie&comma; ormai ridotto ai minimi termini&period; Non dimentichiamo&comma; infatti&comma; che secondo le ultime rilevazioni dell’O&period;N&period;F&period; – Osservatorio Nazionale Federconsumatori&comma; le famiglie continuano a operare tagli e rinunce&colon; riducendo il consumo di carne e pesce &lpar;-16&comma;9&percnt;&comma; con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati&rpar;&semi; tagliando i consumi di frutta e verdura &lpar;-2&comma;4&percnt;&rpar;&semi; ricercando sempre più assiduamente offerte&comma; sconti&comma; acquisti di prodotti prossimi alla scadenza &lpar;abitudine adottata dal 51&percnt; dei cittadini&rpar;&semi; rivolgendosi più di frequente ai discount &lpar;&plus;12&comma;1&percnt;&rpar;&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Sono dinamiche che si innestano in un contesto in cui le famiglie sono già costrette a crescenti rinunce e sacrifici&comma; che aumenteranno ancora disparità&comma; disuguaglianze e povertà&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>In ogni caso&comma; la narrazione governativa che saremmo stati &OpenCurlyDoubleQuote;immuni” dalla minaccia dei dazi è smentita dalla realtà di una guerra commerciale che ha disvelato insieme sia i veri spiriti animali del capitalismo americano&comma; sia tutta l’ingenuità della nostra politica estera&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>È evidente che non resta altra strada per l’Italia che rinsaldare i rapporti con le politiche europee e gli altri Paesi dell’Unione&comma; per non condannarci alla marginalità e alla recessione&period;<&sol;p>&NewLine;

Exit mobile version